La disuguaglianza mondiale della ricchezza è diventata oscena dal 2020

Come di consueto quando si riunisce il World Economic Forum, la ONG Oxfam ha pubblicato un nuovo rapporto sulla disuguaglianza di ricchezza e reddito, che riferisce essere esplosa dal 2020 quando era già a livelli estremi e intollerabili.

Dei 46 trilioni di dollari di nuova «ricchezza» o beni creati negli ultimi due anni, misurati in dollari, il rapporto afferma che 30 trilioni, o due terzi, sono stati catturati dall’1% più ricco delle persone, rispetto ai 16 trilioni guadagnati dal restante 99% degli 8 miliardi di persone nel mondo.

Nei due anni precedenti, ha affermato Oxfam, la nuova «ricchezza creata» è stata divisa 50-50 tra l’1% più ricco e il restante 99%. L’ONG sottolinea che nel 2021 la Banca Mondiale ha abbandonato l’obiettivo di eliminare la povertà estrema nel mondo entro il 2030 – anzi la povertà è aumentata dal 2020 – mentre la ricchezza dei miliardari del mondo aumenta a un ritmo di 2,7 miliardi di dollari ogni giorno.

Oxfam utilizza il rapporto per chiedere «una tassa fino al 5% sui multimilionari e miliardari del mondo [che] potrebbe raccogliere 1,7 trilioni di dollari all’anno, sufficienti per sollevare 2 miliardi di persone dalla povertà e finanziare un piano globale per porre fine fame».

Un piano globale per porre fine alla fame, infatti, dovrebbe aumentare la produzione di cibo, che è diminuita in termini assoluti dal 2020 al 2022.

La povertà è destinata ad aumentare, soprattutto in Europa, a causa della situazione energetica del continente: in questo sono d’accordo ex premier britannici e funzionari russi.

I proclami di azzeramento della povertà di Xi Jinping di due anni fa, in fondo non così dissimili da quelli di Di Maio e dei grillini ottenuto il reddito di cittadinanza, hanno prodotto numeri dubbi.

Come riportato da Renovatio 21, durante la pandemia la Banca Mondiale ha calcolato che 100 milioni di persone sarebbero entrate in «povertà estrema» a causa delle economie piegate dai lockdown.