Vaccini

La Corte Europea respinge il ricorso contro ill green pass di 600 pompieri francesi

Pubblicato

il

 

La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU) ha, con una decisione molto rilevante, respinto un ricorso intentato da centinaia di cittadini francesi contrari al pass sanitario e alle misure restrittive indotte dal COVID.

 

La causa era stata presentata da circa 600 vigili del fuoco contrari a restrizioni e obblighi vaccinali.

 

I pompieri avevano domandato specificatamente alla CEDU di pronunciarsi in merito 1) alla sospensione dell’obbligo vaccinale per certe categorie dei lavoratori lanciato lo scorso agosto nella Francia di Macron e 2) in merito alle disposizioni che limitano il lavoro per le persone che non hanno voluto sottoporsi alla vaccinazione sperimentale COVID.

Era stato richiesto un pronunciamento d’urgenza, ma la Corte ha ritenuto che non vi è in questo caso nessuna urgenza in quanto non vi sarebbero persone esposte ad un danno irreperibile ed imminente

 

Era stato richiesto un pronunciamento d’urgenza, ma la Corte ha ritenuto che non vi è in questo caso nessuna urgenza in quanto non vi sarebbero persone esposte ad un danno irreperibile ed imminente.

 

Per la CEDU, dunque, la scelta di non vaccinarsi non esporrebbe a questo rischio.

 

Nella causa, venivano citati   il diritto alla vita e il diritto al rispetto della vita privata, e cioè l’articolo 2 e l’articolo 8 della Convenzione Europea sui diritti dell’uomo.

 

Gli eurogiudici hanno ritenuto quindi  che la salvaguardia della salute pubblica prevale su quella del singolo. Una decisione che avrà un impatto anche sull’Italia, dove però la Costituzione recita all’articolo 32 «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

 

La Corte Europea dei Diritti Umani (talvolta abbreviata in CEDU o anche Corte EDU) è un organo giurisdizionale internazionale, a cui aderiscono i 47 membri del Consiglio d’Europa – cioè, oltre ai Paesi UE, anche nazioni come la Russia, la Turchia, L’Azerbaigian, la Svizzera, l’Islanda, la Norvegia, etc.

 

Non si tratta quindi di una propaggine dell’Unione Europea, ma del Consiglio d’Europa, ente che ha sede a Strasburgo.

 

In gennaio il Consiglio d’Europa aveva votato a larghissima maggioranza un secco no all’obbligo vaccinale e ai passaporti sanitari.

 

La Risoluzione del Consiglio d’Europa n. 2361/2021, ai punti 7.3.2. e 7.5.2. spiegava che il vaccino anti-COVID non può essere obbligatorio e che chi «sceglie di non farlo» non dovrebbe subire discriminazione. Dove si dice che bisogna «garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sottoposto a pressioni per farsi vaccinare, se non lo desidera farlo da solo».

 

Tali parole sembrano essere state omesse da una traduzione italiana.

 

La CEDU nel 2015 aveva stabilito che l’Italia doveva riconoscere e tutelare le unioni omosessuali.

 

Nel 2021, sempre in tema di tutela dei diritti degli omosessuali, la CEDU aveva condannato la Russia.

 

A maggio la CEDU era entrata nel merito ad un processo per stupro che aveva visto assolti 7 imputati, ravvisandovi «pregiudizi sulle donne» e condannando quindi l’Italia.

 

Nel 2010 la CEDU condannò l’Irlanda per non aver consentito ad una donna malata di cancro di ricorrere all’aborto, allora illegale nell’isola.

 

 

 

 

Immagine di Marcella via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)

 

 

Più popolari

Exit mobile version