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La Corea del Sud mette in prigione un uomo per una poesia

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Un uomo sudcoreano è stato condannato a una pena detentiva per aver elogiato la Corea del Nord in una poesia, ha riferito il quotidiano Korea Herald. Lunedì il tribunale distrettuale centrale di Seoul ha condannato il poeta a 14 mesi, secondo il quotidiano.

 

L’autore, identificato dai media come Lee Yoon-seop, 68 anni, è stato giudicato colpevole di aver violato la legge sulla sicurezza nazionale, che vieta ai cittadini di glorificare la Corea del Nord.

 

La poesia in questione si intitolava «Mezzi di unificazione» e in essa Lee esortava le due Coree a riunirsi sotto la guida del governo socialista di Pyongyang. Nel poema, il Lee sostiene anche che in una Corea unita, meno persone si toglieranno la vita o vivranno in debito.

 

Secondo il poeta, in questo stato coreano unificato, tutti i cittadini avrebbero un lavoro, oltre ad alloggio, istruzione e assistenza sanitaria gratuiti. Ci sarebbero anche meno persone che vivono indebitate o che muoiono per suicidio, suggerisce. La Corea del Sud ha uno dei tassi di suicidio più alti al mondo.

 

Lee ha presentato la sua poesia a un concorso online in Corea del Nord nel novembre 2016 e ha vinto uno dei premi. Aveva anche condiviso il suo lavoro sui siti web sudcoreani, ha detto il Korea Herald.

 

La sentenza apparentemente dura di 14 mesi era, spiegava il giornale, dovuta al fatto che la corte trattava il poeta come un recidivo. Lee era stato condannato nel 2013, 2014 e 2017, dieci mesi in totale, per aver elogiato la Corea del Nord e per aver pubblicato online «contenuti anti-statali», secondo il giornale.

 

La legge sulla sicurezza nazionale della Corea del Sud vieta l’elogio e la promozione delle organizzazioni «antigovernative».

 

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Immagine di (stephan) via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic

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