Nucleare

La Cina ha più missili intercontinentali degli USA?

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In una lettera al Congresso datata 26 gennaio, il generale Anthony Cotton, comandante del Comando Strategico degli Stati Uniti, ha scritto che «il numero di lanciatori di missili balistici intercontinentali fissi e mobili in Cina supera il numero di lanciatori di missili balistici intercontinentali negli Stati Uniti».

 

Tale affermazione è stata preceduta da due frasi che riportavano che il numero di missili e testate in Cina non supera quelli negli Stati Uniti, ma è stata quella terza frase a far suonare il campanello d’allarme.

 

«La Cina si sta rapidamente avvicinando alla parità con gli Stati Uniti», ha affermato il presidente del Comitato per i servizi armati della Camera, il rappresentante Mike Rogers, secondo il Wall Street Journal.

 

«Non possiamo permettere che accada. Il momento per noi di adattare la nostra posizione di forza e aumentare le capacità per far fronte a questa minaccia è adesso» Rogers ha affermato che i limiti alle forze a lungo raggio fissati da un trattato tra Stati Uniti e Russia, noto come New START, stanno impedendo agli Stati Uniti di costruire il proprio arsenale per scoraggiare Russia e Cina. Tale accordo, di cui la Cina non è parte, scadrà nel 2026.

 

Questa stessa logica è stata la giustificazione alla base del ritiro degli Stati Uniti dal Trattato INF nel 2019, che gli Stati Uniti avevano bisogno per poter schierare missili proibiti dal trattato contro la Cina.

 

Rogers, insieme al membro del comitato dei servizi armati del Senato Roger Wicker, il deputato Doug Lamborn e la senatrice Deb Fischer, ha rilasciato una dichiarazione congiunta affermando che «non è un eufemismo dire che il programma di modernizzazione nucleare cinese sta avanzando più velocemente di quanto si credesse possibile. Non abbiamo tempo da perdere nell’adeguare la nostra posizione di forza nucleare per scoraggiare sia la Russia che la Cina», hanno affermato i legislatori. «Questo dovrà significare numeri più alti e nuove capacità».

 

«Il Partito Comunista Cinese sta rapidamente espandendo la sua capacità nucleare. Hanno raddoppiato il loro numero di testate in soli due anni», ha detto ieri Rogers all’inizio di un’udienza. «Avevamo stimato che ci vorrebbero dieci anni per farlo».

 

Come riportato da Renovatio 21, cinque mesi fa l’ammiraglio Charles Richard, il comandante uscente del Comando Strategico degli Stati Uniti, ha lasciato trasparire la sua preoccupazione riguardo il fatto che l’attuale costrutto di deterrenza nucleare degli Stati Uniti possa non funzionare sia contro la Russia che contro la Cina, che descrive come potenze nucleari «quasi pari» con cui gli Stati Uniti sono in concorrenza.

 

Le armi ipersoniche, che possono ovviamente fungere da vettore di testate nucleari, possono alterare gli equilibri della Brinkmanship, cioè l’equilibrio atomico sperimentato durante la Guerra Fredda, che di fatto non esiste più, visto il vantaggio tecnologico russo.

 

Ecco perché, più semplicemente di quanto dichiara il generale Richard, è possibile capire perché la deterrenza non esiste più: un missile atomico ipersonico è, in questo momento, non difendibile.

 

Ecco perché di fatto siamo nel momento più pericoloso della storia dell’umanità e finanche del pianeta: mai siamo stati così vicini ad uno scontro termonucleare ultradistruttivo.

 

 

 

Immagine di Steve Jurvetson via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

 

 

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