Ambiente

La Cina già lavora alla ricostruzione della Libia colpita dalle alluvioni

Pubblicato

il

La Cina già al lavoro nella ricostruzione della Libia colpita dalle recenti alluvioni.

 

Radio France International (RFI) cita il ministro delle Infrastrutture della Libia orientale (Cirenaica), Ali Sidi, secondo cui la Cina inizierà a ricostruire la città di Derna, devastata dalle forti piogge dell’11 e 12 settembre che hanno causato il cedimento di due dighe, l’alluvione che ha colpito la città costiera libica, uccidendo migliaia di persone.

 

Ali Sidi ha detto che il 10 ottobre si terrà una conferenza sulla ricostruzione e che la Cina inaugurerà i lavori di ricostruzione.

 

«Siamo consapevoli che la Cina è oggi la potenza effettiva che potrebbe costruire ponti, infrastrutture e strade in brevissimo tempo», ha detto Sidi a RFI, menzionando inoltre il progetto da 28 miliardi di euro per costruire in Libia metropolitane attraverso il consorzio cinese BFA.

 

«In realtà si tratta di informazioni esclusive che nessuno conosce tranne il mio ministero e le parti coinvolte nell’accordo. Abbiamo ricevuto un documento ufficiale dalla coalizione BFA, una coalizione che collega la Cina alla Libia. Quindi ho l’accordo per inaugurare la ricostruzione della zona sinistrata in collaborazione con la Cina», ha dichiarato Sidi.

Sostieni Renovatio 21

Un totale di 3.845 persone sono morte a causa delle inondazioni di due settimane fa, ha detto Mohamed Eljarh, portavoce del comitato di soccorso istituito dalle autorità nella Libia orientale.

 

I funzionari stavano lavorando con la comunità per compilare un elenco di sepolture non registrate e un registro dei dispersi, che secondo le organizzazioni umanitarie internazionali potrebbero essere 10.000 o più.

 

Più di 43.000 persone sono state sfollate dalla città e dalle zone limitrofe della Libia orientale, ha affermato all’inizio di questa settimana l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

 

Nei giorni successivi vi sono stati disordini in città che avrebbero arso anche la casa del sindaco.

 

 

L’alluvione avrebbe distrutto circa il 20% della città libica.

 

Impressiona come, invece che le aziende appaltatrici italiane, che costruivano strade e persino palazzi presidenziali con bunker durante gli anni di Gheddafi (compresi i momenti di massima frizione tra i due Paesi e tra Tripoli e l’Occidente in generale), ora vi siano subito i cinesi, che paiono pure preferiti dai vertici libici.

 

La perdita della Libia è per l’Italia uno smacco epocale, che ancora oggi mostra le sue dannose ramificazioni. L’uomo che si dice abbia spinto per l’intervento contro Gheddafi, l’ex presidente Giorgio Napolitano, è stato poc’anzi cremato con tutti gli onori della Repubblica, e pure una visita cordiale (nel senso della mano sul cuore) del papa argentino.

 

La realtà è che lassù, da qualche parte, è stato deciso che l’Italia dovesse definitivamente perdere la sua «quarta sponda». Con grande danno economico per tante società italiane e per il senso generale dello sviluppo del nostro Paese e dell’area mediterranea.

 

Nel frattempo, la società libica è sempre più devastata anche dalla violenza delle fazioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



Immagine screenshot da YouTube

 

 

Più popolari

Exit mobile version