Geopolitica
Israele si aspetta che Washington, Parigi e Londra aiutino a bombardare l’Iran
Il ministro degli Esteri di Israele Israel Katz ha affermato che il suo Paese si aspetta non solo dagli Stati Uniti, ma anche dai suoi alleati, tra cui Gran Bretagna e Francia, il loro aiuto nelle operazioni offensive contro l’Iran, in caso di conflitto diretto. Lo riporta il quotidiano dello Stato Ebraico Times of Israel.
Secondo una dichiarazione in ebraico rilasciata dal suo ufficio, Katz ha rilasciato queste dichiarazioni durante un incontro con il ministro degli Esteri britannico David Lammy e il ministro degli Esteri francese Stéphane Séjourne, avvenuto venerdì a Gerusalemme.
«Israele si aspetta che Francia e Gran Bretagna chiariscano pubblicamente all’Iran che è inaccettabile che attacchi Israele e che, se l’Iran attacca, la coalizione guidata dagli Stati Uniti si unirà a Israele non solo nella difesa, ma anche in un attacco contro obiettivi significativi in Iran», si legge nella dichiarazione.
Il Katz ha ribadito in un post su X di aver reso «chiaro» ai suoi colleghi che avrebbero dovuto dichiarare pubblicamente che i loro paesi “staranno al fianco di Israele non solo nella difesa, ma anche nell’attacco agli obiettivi in Iran”.
I hosted my colleagues, the French FM @steph_sejourne and the British Foreign secretary @DavidLammy, in Jerusalem today for an urgent visit amidst Iran’s threats to attack Israel.
I thanked them for their support of Israel and made it clear that the right way to deter Iran and… pic.twitter.com/2bDs1B8LRU
— ישראל כ”ץ Israel Katz (@Israel_katz) August 16, 2024
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I diplomatici francesi e britannici hanno minimizzato queste affermazioni, con Sejourne che ha detto ai giornalisti che sarebbe stato «inappropriato» discutere di qualsiasi «ritorsione o preparazione per una ritorsione israeliana» nel mezzo degli sforzi diplomatici per negoziare un accordo per porre fine alla guerra di Gaza. Una dichiarazione congiunta franco-britannica successiva all’incontro non ha fatto menzione di alcuna coalizione anti-Iran.
«Abbiamo esortato l’Iran e i suoi delegati a ritirarsi dalle continue minacce di attacco militare contro Israele. Abbiamo anche sottolineato a tutte le parti che la spirale di crescenti rappresaglie deve finire», hanno detto nel loro unico riferimento a Teheran.
L’incontro a Gerusalemme ha avuto luogo poco prima che l’ultimo ciclo di colloqui indiretti per un cessate il fuoco si concludesse senza progressi, nonostante le promesse di tornare al tavolo delle trattative la prossima settimana.
Il rischio di un conflitto più ampio in Medio Oriente è stato esacerbato dall’assassinio del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, che ha svolto il ruolo di principale negoziatore del gruppo armato palestinese nei colloqui indiretti con Israele.
Lo Hanieh è stato assassinato a Teheran il 31 giugno, poche ore dopo aver partecipato all’insediamento di Masoud Pezeshkian come presidente dell’Iran. L’Iran ha promesso di infliggere una «dura punizione» a Israele, che non ha né riconosciuto né negato alcun coinvolgimento nell’omicidio. La stessa guida suprema della Repubblica Islamica, l’ayatollah Khamenei, ha promesso vendetta vera.
Come riportato da Renovatio 21, gli Stati Uniti hanno schierato ulteriori navi da guerra e un sottomarino in Medio Oriente per proteggere lo Stato degli ebrei da potenziali attacchi, ma non è ancora chiaro se Washington sostenga eventuali piani per bombardare l’Iran.
Ad aprile, quando l’Iran ha lanciato centinaia di missili e droni contro Israele in rappresaglia per il bombardamento della sua ambasciata a Damasco, i caccia da combattimento e le navi da guerra statunitensi hanno contribuito a intercettare molti dei proiettili in arrivo. Tuttavia, si è trattato di un’operazione puramente difensiva, senza alcun contrattacco diretto su obiettivi all’interno dell’Iran.
Come riportato da Renovatio 21, in settimana il presidente iraniao Pezeshkian ha detto al segretario di Stato vaticano Parolin che Teheran ha il legittimo diritto di punire Israele.
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Immagine di Global Panorama via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0