Persecuzioni

Israele, i cristiani preoccupati per il nuovo governo

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Benjamin Netanyahu, il nuovo primo ministro israeliano, ha prestato giuramento il 29 dicembre davanti al parlamento israeliano, la Knesset, dopo il voto di 63 deputati sui 120 parlamentari a favore del suo governo.

 

Al leader del partito Otzma Yehudit [Potere Ebraico], Itamar Ben-Gvir, è stato in particolare concesso il portafoglio della Sicurezza Nazionale. Itamar Ben-Gvir ha così difeso il leader del gruppo Lehava, Bentzi Gopstein, che ha guidato violente proteste contro le manifestazioni cristiane in Terra Santa. Bentzi Gopstein ha anche detto che Israele dovrebbe espellere tutta la sua popolazione cristiana.

 

In qualità di avvocato, Ben-Gvir ha anche difeso nel 2015 un uomo condannato per aver appiccato il fuoco alla chiesa cattolica della Moltiplicazione, a Tabgha, sulle rive del lago di Galilea.

 

In un vertice sui media evangelici dell’11 dicembre 2022, Juergen Buehler, direttore dell’Ambasciata cristiana internazionale a Gerusalemme (ICEJ), ha lanciato severi avvertimenti a Benjamin Netanyahu, riferisce il sito cattolico Crux.

 

Juergen Buehler ha invitato il Primo Ministro a «usare tutta la sua influenza affinché questa prossima legislatura non sia un’era di nuove controversie o nuovi muri, ma un momento in cui le collaborazioni e le relazioni tra ebrei e cristiani continueranno a svilupparsi».

 

Mentre cresce la preoccupazione per il nuovo governo israeliano, considerato il più di destra e nazionalista nella storia del Paese, gli Ordinari di Terra Santa lamentano l’aumento delle discriminazioni nei confronti della comunità cristiana e invitano i giovani a non andarsene.

 

Nel messaggio di Natale del 21 dicembre 2022, i Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme hanno affermato che Gesù, attraverso la sua incarnazione e nascita a Betlemme, «ha rivelato all’umanità l’amore profondo e duraturo di Dio per tutto il suo popolo» e che si è anche «associato alle sofferenze del mondo, sopportando con la Sacra Famiglia le tante lotte della vita sotto l’occupazione».

 

«A questo proposito, esprimiamo la nostra particolare preoccupazione per i fedeli che rimangono come residuo cristiano nella terra in cui è nato Nostro Signore», hanno aggiunto, sottolineando che i cristiani che vivono in Terra Santa negli ultimi anni «hanno subito sempre più attacchi contro il loro libero esercizio della religione: attacchi alla loro persona, diffamazione delle loro chiese e dei loro cimiteri, restrizioni ingiustificate alla loro partecipazione al culto e minacce legali contro la loro proprietà e la gestione dei beni ecclesiastici».

 

In un comunicato del 12 dicembre, gli Ordinari Cattolici di Terra Santa hanno espresso l’auspicio che sotto il nuovo governo «l’attenzione delle autorità civili del Paese sia rivolta con equità alle diverse comunità che compongono la società israeliana, senza discriminazioni o preferenze».

 

Gli Ordinari Cattolici hanno anche lamentato i recenti drastici tagli ai finanziamenti del governo alle scuole cristiane in Israele, che sono ora «sull’orlo della crisi», e hanno segnalato che la mancanza di risorse «metterà a repentaglio il futuro di molte delle nostre scuole che svolgono ancora un ruolo importante nel campo dell’educazione all’interno della nostra società».

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

 

 

 

Immagine di U.S. Embassy Jerusalem via Flickr pubblicata su licenza Creative  Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

 

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