Epidemie

Israele, coronavirus: nuovo lockdown per contenere i contagi

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews.

 

 

 

Ieri registrati tremila nuovi casi nel Paese, per un totale di 123 mila contagiati e 976 vittime. Il governo impone la chiusura di 30 fra città e comunità. Arabi e ortodossi accusati di non rispettare il distanziamento. Per i critici, i contrasti interni all’esecutivo hanno rallentato la risposta alla crisi. Padre Faltas: la ripresa della scuola è una corsa a ostacoli. Alcuni istituti già chiusi per i contagi.

Il governo impone la chiusura di 30 fra città e comunità. Arabi e ortodossi accusati di non rispettare il distanziamento

 Una corsa a ostacoli, fra sospirate lezioni in presenza e chiusure repentine all’insorgere dei primi casi di contagio nel contesto di una difficile – e prolungata – convivenza con il virus.

 

Così padre Ibrahim Faltas, discreto della Custodia francescana e direttore delle scuole cristiane di Terra Santa, racconta ad AsiaNews l’inizio del nuovo anno scolastico in Israele, con la prima campanella risuonata il primo settembre.

 

In Palestina l’avvio è previsto per il 7 settembre, ma restano dubbi e incertezze sulle modalità. Il coronavirus ha fatto breccia nell’enclave di Gaza ed è tornato a circolare in Palestina e Israele, tanto che il governo del premier Benjamin Netanyahu – al centro delle critiche – ha imposto un lockdown parziale su scala nazionale.

La minoranza araba e le comunità ultra-ortodosse, che non rispetterebbero le misure di contenimento a partire dall’obbligo di distanziamento sociale, sono finite sotto accusa

 

Il responsabile della task force sanitaria Ronni Gamzu sottolinea che Israele sta affrontando un «momento chiave» nella lotta al COVID-19. Nella sola giornata di ieri si sono registrati tremila contagi.

 

La minoranza araba e le comunità ultra-ortodosse, che non rispetterebbero le misure di contenimento a partire dall’obbligo di distanziamento sociale, sono finite sotto accusa. Critici e oppositori puntano invece il dito contro la coalizione governativa, i cui contrasti interni (in primis fra Netanyahu e l’alleato-rivale Benny Gantz) hanno determinato una risposta lenta e inefficace contro la pandemia.

 

«Per favore – ha dichiarato Gamzu – niente matrimoni ora, nessun assembramento o incontro di massa… da nessuna parte». Vi sono città, ha concluso, in cui «verrà imposto il coprifuoco e chiusure a partire dalla prossima settimana», e non mancheranno «difficoltà economiche, sociali e personali». Il lockdown riguarderà una trentina fra città e comunità, in particolare abitate da arabi e ultra-ortodossi, ma le limitazioni toccheranno anche Gerusalemme.

«Per favore niente matrimoni ora, nessun assembramento o incontro di massa… da nessuna parte». Vi sono città in cui «verrà imposto il coprifuoco e chiusure a partire dalla prossima settimana»

 

Ad oggi si sono registrati quasi 123 mila casi d’infezione e 976 vittime accertate.

 

«Le scuole erano iniziate bene – conclude p. Ibrahim – poi l’escalation dei contagi, con alcuni casi registrati anche all’interno di alcuni istituti, hanno portato alle nuove chiusure. La preoccupazione maggiore è però per Gaza» dove la situazione sanitaria è già critica e una diffusione del virus potrebbe avere un impatto devastante.

 

 

 

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Immagine di Amir Appel via Flickr pubblicata su licenza Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)

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