Vaccini

Intervista all’Avv. Enrico Manicardi di “Vivere liberi”

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Un importante corteo si è tenuto nella città di Modena lo scorso 19 luglio. Qualcuno ne ha fatto sapere qualcosa? Ovviamente no.

Così come in tante altre città, anche qui tanti cittadini, semplici padri e madri di famiglia sono scesi in piazza  sotto il silenzio dei media  in piazza per dire “NO” ad un decreto che vuole imporre le vaccinazioni – vero e proprio trattamento sanitario – a tutti i bambini senza indiscrezione, bypassando persino la volontà di tanti genitori non certi della sicurezza di questi farmaci preventivi inoculati fin dai primi mesi di vita in dosi fortemente massicce.

Per spiegare il senso della manifestazione e il punto in cui ci troviamo, abbiamo intervistato l’Avv. Enrico Manicardi, membro e portavoce del Comitato “Vivere liberi”,  che si è detto lieto di poter rilasciare un’intervista a Radio Spada.

CL: Avvocato Manicardi, lei è membro del neocostituito Comitato “Vivere Liberi” di Modena, organizzatore della manifestazione di mercoledì 19 Luglio scorso. Potrebbe raccontarci brevemente com’è andata e quante persone ha raccolto?

 

EM: La manifestazione mi pare sia andata benissimo: 400 persone consapevoli che, dalle ore 19:00 di un mercoledì di piena estate, hanno marciato in corteo per oltre un’ora lungo le vie della città, cantando slogan anche contro il governo e la svolta autoritaria che esso impone a tutti, gridando continuamente “Libertà!” e facendo sentire la loro voce di protesta; e poi partecipando per altre due ore al comizio che si è tenuto in una delle piazze principali di Modena, con tanti applausi per i relatori (che hanno cercatodi mettere in luce gli aspetti politici, tecnici e medicali della vicenda), intonando cori di libertà a sostegno delle loro parole e partecipando in maniera emozionata ed immedesimante alle testimonianze che hanno chiuso la serata: una giovane donna affetta da immunodepressione che ha lucidamente dichiarato di non voler essere strumentalizzata dal governo per la sua condizione di salute; una madre con un figlio che ha riportato danni alla salute di tipo irreversibile a causa della vaccinazione (e cioè l’autismo).

 

CL: Modena è abituata a questo tipo di manifestazioni? Cos’ha differenziato quella di ieri da una qualsiasi altra manifestazione?

 

EM: No, Modena è abituata alla quiete sociale, all’apatia, al silenzio rassegnato. Il decreto legge n.73/2017 (cosiddetto decreto Lorenzin) ha contribuito a smuovere le coscienze di tutti, e se un mese fa (il 18 Giugno) 400 persone hanno marciato per le vie del centro della città in una fiaccolata di protesta (fatto assolutamente ragguardevole per Modena), mercoledì scorso (19 Luglio) altrettante sono di nuovo scese per le strade del centro e della prima periferia per far sentire di nuovo il proprio “no!” alla deriva autoritaria che questo provvedimento sta imponendo. Erano anni che Modena non veniva scossa da una estate così animata da spirito di denuncia e di ribellione politica.

 

CL: I giornali locali il giorno dopo ne hanno parlato?

 

EM: C’erano diversi giornalisti alla partenza del corteo, e sono state fatte diverse interviste a noi membri del Comitato organizzatore. Alcune di queste interviste sono state poi mandate in onda dai telegiornali locali e altre hanno costituito la base per qualche articolo scritto. E’ vero che un quotidiano locale, nel dare la notizia, ha parlato di 200 persone in corteo quando invece erano 400 (ne siamo sicuri perché ci siamo contati), ed è vero anche che in qualche “resoconto” giornalistico del giorno dopo si è scritto che i manifestanti erano perlopiù favorevoli alle pratiche vaccinali ma non all’obbligo (quando invece tutti sappiamo che la maggior parte di chi protesta è contraria all’obbligo vaccinale ma anche alla pratica vaccinale in sé), tuttavia, in tempi di tirannia mediatica, con tutti i giornali nazionali imbavagliati e diventati protagonisti negativi di questa svolta autoritaria portata dalla sinistra al governo, non è poco.

 

CL: Il cosiddetto Decreto Lorenzin pare aver suscitato l’attenzione di tante persone, determinate fino in fondo a difendere il loro essere padri e madri, e quindi vantando altresì la libertà di scelta sui vaccini, che di fatto corrispondono ad un trattamento sanitario… Si è svegliato il can che dormiva?

 

EM: Mi pare proprio di sì! Ma quel che occorre comprendere è che il cosiddetto decreto Lorenzin non riguarda solo genitori e figli. Questo è ciò che il governo vuole farci credere per spezzare il fronte della resistenza. Quel che il governo sta attaccando è la Libertà, e la Libertà è di tutti (non solo di genitori e figli). Oggi il governo impone una sorta di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) a tutti i bambini d’Italia, ma se non protesteremo tutti insieme (come si sta cercando di fare), se non faremo sentire uniti la nostra voce (come si sta cercando di fare), se non scenderemo nelle piazze per opporci decisamente a questa obbligatorietà (come si sta cercando di fare), domani i vaccini diventeranno obbligatori anche per tutti i maggiorenni (già si parla d’imporli adoperatori sanitari e della scuola); e se poi continueremo a stare zitti pensando che questo provvedimento liberticida riguardi solo genitori e figli, presto stabiliranno di mettere a tutti un bel braccialetto elettronico, di impiantare a tutti un bel microschips sottocutaneo e magari anche di obbligare ogni soggetto a farsi un bel tatuaggio d’identificazione anagrafica dietro all’orecchio, come già subiscono i cani.

Tutti i governi del mondo fanno sempre così: sia che sianodi destra o di sinistra, quando debbono attaccare la libertà degli individui lo fanno prima aggredendola in categorie particolari: prima leggi speciali per i poveri, in modo che siano solo loro a protestare, e quando tutto si quieta, le norme vengono estese a tutti gli altri. Prima leggi speciali per gli extracomunitari e poi per tutti; prima leggi speciali per gli operatori della scuola, o per i bambini, o per i cani, e poi per tutti.

Ci hanno attaccato sulla libertà e la difesa della libertà (proprio perché e di tutti) è sempre una questione politica: non dobbiamo avere paura delle parole. Dobbiamo riprenderci in mano anche la politica invece di delegarla sempre e soltanto a qualcun altro.

La protesta di mercoledì scorso (19 Luglio 2017), e quelle che di questi tempi si sono moltiplicate in tantissime piazze d’Italia, sono proteste politiche. Non partitiche, ma politiche: e cioè proteste di persone che vogliono mantenere nelle loro mani la libertà, la dignità e che rivendicano l’inviolabilità della persona.

Più saremo in grado di non limitarci all’incazzatura di pancia e di cuore, e la faremo diventare anche di testa (riflettendo su quel che questo provvedimento significa, sul suo senso e sulla portata anche storica di quel che sta accadendo), più la nostra resistenza sarà dura da smantellare; e non si fermerà con la conversione in legge del decreto.

 

CL: Sappiamo che nel comizio di mercoledì è intervenuto sotto vostro invito il dott. Stefano Montanari, insieme alla moglie una delle massime autorità sul tema vaccini. Cos’ha detto in proposito?

 

EM: Il dott. Montanari ha voluto essere presente a tutti i costi a questa manifestazione che si svolgeva nella “sua” città, e siccome si trovava materialmente in Francia, siamo riusciti a creare un collegamento telefonico con lui proprio per consentirgli di intervenire direttamente nella serata.

Il dott. Montanari ha parlato di questioni tecniche, di quel che si trova dentro i vaccini: a cominciare dal mercurio che – ha spiegato – è un componente necessario del vaccinostesso. Noi che facciamo tanto per mangiare cibo senza conservanti, adiuvanti e altri veleni, perché sappiamo bene quanto facciano male alla salute, come possiamo pensare di fare del bene dei nostri figli inoculando nel loro sistema immunitario del mercurio, dell’alluminio, della formaldeide?

E comunque, quel che si è detto negli interventi del comizio, anche aldilà dei preziosissimi spunti offertici dal dott.Montanari che ci ha onorato della sua partecipazionetelefonica, è un fatto importantissimo: e cioè che se è verissimo che i vaccini non sono né innocui né sicuri perché stracolmi di elementi tossici, è anche vero che essi fanno male a prescindere, e che la resistenza alla pratica vaccinale non si deve fermare solo alla tossicità degli elementi inoculati, ma estendersi alla filosofia che la sostiene.

Quel che spesso non sappiamo, infatti, è che la pratica vaccinale non è una verità calata dall’alto, ma si basa su di una idea, una ideologia: quella elaborata da Pasteur nell’Ottocento il quale – scambiando i sintomi del processo morboso con la causa – teorizzò che la malattia fosse la conseguenza dell’azione di germi patogeni che aggredirebbero e ucciderebbero gli umani e gli altri esseri viventi. Vivremmo cioè in un mondo naturalmente folle, e cioè nelle mani di una Natura maligna che vuole costantemente la nostra morte e di ogni essere vivente, condannandoci non solo alla paura perenne, ma – guarda caso – anche alla dipendenza perenne dai veleni prodotti dall’industria farmaceutica (farmaco deriva dal greco Pharmacon, e cioè veleno). Una teoria molto discutibile, mi pare. Del resto, come ogni altra teoria essa può essere errata, sbagliata, falsa. E soprattutto può essere criticata. Infatti, in tanti hanno criticato l’ideologia che muove le vaccinazioni, a cominciare dal dott. Claude Barnard, dal dott. Antoine Béchamp e da tutto il movimento dell’Igienismo Naturale (Isaac Jennings, Sylvester Graham, Arnold Ehret, Herbert Shelton). Questi studiosi, perlopiù medici, e comunque non invischiati con l’Industria delle Malattie, ci hanno spiegato che non è il batterio in sé il problema, ma il terreno biochimico ove esso si trova: se il terreno è forte, sano, ben curato (e cioè noi siamo in salute), il batterio fa solo il suo “lavoro” (che in genere è quello di tener pulito il sistema stesso); quando invece il terreno è indebolito, snervato, debilitato (da una vita stressante, da un’alimentazione inadatta, dalla mancanza di sole, aria pura, sorrisi, o dall’assunzione di farmaci in precedenza), ecco che il sistema stesso perde il suo equilibrio e compare la malattia. Dunque i germi patogeni non sono mai la causa della patologia ma, semmai, il risultato della stessa.

Occorre dunque cominciare anche a guardare a questi aspetti della vicenda, e a mettere in discussione tutto l’apparato culturale e ideologico che sta alla base di questi trattamenti sanitari che ci ammalano.

 

CL: Pensa che questa ondata di persone capaci ormai di riempire piazze in tutta Italia, nonostante l’insabbiamento creato ad hoc dai media, possa essere in grado di ottenere qualche cambiamento?
Qualcosa di molto importante è già stato ottenuto, su diversi fronti.

Intanto un numero sempre più consistente di persone si sta interrogando sulla questione, e sta dunque sviluppando una certa consapevolezza su di una materia che fino a ieri non era così in primo piano. D’altronde, il fatto che tante persone stiano scendendo in piazza per reclamare Libertà non è poco, se si considera che viviamo nell’era della televisione (una volta si sarebbe detto: del Grande Fratello) che spinge tutti a svagarsi e a distrarsi col suo divertimento preconfezionato (dalle ballerine alle partite di calcio).

Secondariamente, ci si sta cominciando a interrogare anche oltre la questione vaccinale e della libertà. Si sta cioè cominciando a mettere in discussione quello che fino a ieri sembrava per lo più un dogma: e cioè che i governi facciano sempre e soltanto il bene della gente. Un numero ogni giorno maggiore di persone si sta rendendo conto che non è così, e che i governi (di ogni colore) fanno soprattutto i lorointeressi, che sono economi e politici; e se ne fregano del bene della gente. Anzi la gente viene spesso usata, strumentalizzata e imbonita dai governi. Se vogliamoriprenderci in mano la nostra libertà dobbiamo cominciare a smettere di delegarla a politicanti, imbonitori e altri recuperatori sociali. Solo l’autogestione, l’autodeterminazione, l’autonomia personale può restituirci quella libertà che i governi ci tolgono coi loro diktat.

In terzo luogo, quel che si è ottenuto con questa battaglia sembra essere un piccolo ma importante passo indietro da parte dello Stato. Aspetteremo a vedere il testo della legge che uscirà dalla conversione del decreto, ma è certo che nessuno di quelli seduti sugli scranni che contano s’immaginava questa reazione popolare, e tutti ne sono rimasti in un qualche modo spaventati (politicamente parlando). Dunque non è certo un caso che le sanzioni siano state molto ridimensionate nell’ammontare e che la segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni (per i provvedimenti sulla responsabilità genitoriale) sia stata stranciata. Da questo fatto possiamo solo trarre ulteriore entusiasmo, perché vuol dire che se le persone fanno sentire la loro voce possono ancora incidere sulla politica.

Naturalmente, siamo tutti consapevoli del fatto che questi ridimensionamenti legislativi sono perlopiù dei contentini utili a far cessare la protesta e farci accettare l’obbligatorietà. Non dobbiamo farci irretire. La battaglia è appunto sulla obbligatorietà, che deve essere tolta. E per fare questo dobbiamo tutti renderci conto che il decreto legge Lorenzin,e la balla dell’immunità di gregge che l’accompagna, hanno imposto un gravissimo cambio di paradigma: hanno cioè stabilito (o vorrebbero farlo) una nuova idea di “salute” stravolgendo quella che da sempre conosciamo. La salute cioè, non sarebbe più una condizione psico-fisica di benessere del soggetto, e dunque di esclusiva competenza del soggetto, ma una prerogativa dello Stato che la gestirebbe anche contro la volontà del soggetto (attraverso l’obbligo di cura). Questo è inaccettabile!

La salute ci appartiene, non è un bene comune, non è di proprietà dello Stato. Solo i sistemi totalitari stalinisti, fascisti e nazisti hanno concepito la salute dei cittadini come una prerogativa dello Stato. Se tollereremo che la salute non sia più nostra ma delle istituzioni che ci governano si aprirà una nuova fase veramente autoritaria nella nostra vita, perchéoggi lo Stato c’impone la vaccinazione, ma domani potrebbe imporci di prendere gli antibiotici quando lo vorrà e chissà, di questo passo, domani l’altro saranno imposti psicofarmaci a tutti coloro che scenderanno in piazza per protestare contro i provvedimenti del governo!

Come si vede la questione è molto delicata, e coinvolge tutti. Occorre dunque che tutti si continui a resistere, a lottare su ogni fronte, a difendere la salute, la dignitàumana, la libertà!

 

CL: Grazie, avvocato, per la sua gentile disponibilità e per il tempo dedicatoci.

 

EM: Grazie a voi per lo spazio che ci avete concesso con questa intervista, e per l’attività giornalistica di controinformazioneche state facendo su questi temi cruciali.

 

Chiunque fosse interessato a prendere contatto con il comitato Vivere Liberi, a trovarsi con noi per riflettere sulle questioni in campo e a proseguire nelle attività di resistenza, può scrivere alla nostra mail: comitatovivereliberi@libero.it

 

Cristiano Lugli

 

 

Articolo apparso in precedenza qui.

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