Geopolitica

Intelligenza artificiale: «Serve un accordo mondiale contro i pericoli»

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews

 

 

Per l’esperto vietnamita Nguyen Anh Tuan è necessario adottare standard per scongiurare gli abusi. Minacce alla privacy e all’occupazione. La Cina usa l’intelligenza artificiale per controllare la popolazione. Preoccupazioni per armi ancora più letali. L’uso delle nuove tecnologie si deve fondare sul rispetto di valori democratici.

 

L’imposizione di stringenti regole anti-pandemia ha trasformato l’Asia nella regione con la privacy più sorvegliata al mondo

 

Serve un accordo internazionale per prevenire le minacce e i pericoli che derivano dall’uso dell’intelligenza artificiale. È l’auspicio espresso da Nguyen Anh Tuan sul delicato tema – etico e pratico – dell’applicazione di quella che è considerata la tecnologia del futuro. Tuan è direttore del Michael Dukakis Institute for Leadership and Innovation e amministratore delegato del Boston Global Forum; per il suo lavoro sull’intelligenza artificiale, nel 2018 la televisione nazionale vietnamita lo ha nominato persona dell’anno.

 

Gli entusiasti dell’intelligenza artificiale sostengono che il suo sviluppo aiuterà ad accrescere le capacità intellettuali dell’uomo, migliorandone la produttività in molti settori. Questa tecnologia, essi dicono, offre anche delle soluzioni per problemi di ordine socio-politico, come il suo utilizzo per individuare le fake news.

Nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e i big data, favoriscono l’intrusione delle autorità nella vita privata delle persone

 

Ai vantaggi si sovrappongono però i problemi. Ad esempio l’imposizione di stringenti regole anti-pandemia ha trasformato l’Asia nella regione con la privacy più sorvegliata al mondo. Nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e i big data, favoriscono l’intrusione delle autorità nella vita privata delle persone.

 

Poi vi è la questione del lavoro umano, dato che l’intelligenza artificiale permetterà alle aziende di risparmiare sulla manodopera.

 

Poi vi è la questione del lavoro umano, dato che l’intelligenza artificiale permetterà alle aziende di risparmiare sulla manodopera.

Secondo Tuan è positivo che si sia aperto un dibattito pubblico su questi temi, soprattutto perché molte persone si dicono preoccupate per gli sviluppi futuri. Per ridurre gli effetti negativi, egli sostiene che ogni individuo deve essere messo nelle condizioni di accedere alle nuove tecnologie su una base di uguaglianza.

 

La Cina usa l’intelligenza artificiale per controllare la popolazione attraverso sistemi di riconoscimento facciale e la raccolta dati. Per diversi osservatori, ciò dimostra che l’applicazione di questa tecnologia rappresenta un pericolo ineliminabile per l’umanità. Tuan invoca l’adozione di determinati standard per scongiurare l’abuso dell’intelligenza artificiale e dei sistemi digitali.

 

Un altro pericolo «strutturale» è quello del ricorso all’Intelligenza Artificiale per aumentare la letalità delle armi moderne, come ad esempio i missili ipersonici e i droni armati: un fattore che accresce le probabilità di un conflitto in Asia orientale e nel sud-est asiatico

La Cina usa l’intelligenza artificiale per controllare la popolazione attraverso sistemi di riconoscimento facciale e la raccolta dati

 

Secondo Tuan, l’unica soluzione per evitare queste situazioni è quella di cooperare a livello mondiale per regolare l’uso dell’intelligenza artificiale. «Le nazioni – egli dice – possono avere culture diverse, ma nell’era dell’intelligenza artificiale abbiamo bisogno di un consenso generale sui valori da rispettare, ispirato a principi democratici».

 

 

 

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