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India, nazionalisti intimano a scuola cristiana di esporre una statua indù

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews

 

Presentato un «ultimatum» al direttore della Christ Jyoti Secondary School: «Mi hanno dato 15 giorni per collocare una statua della dea Saraswati nel campus». La reazione del segretario della Conferenza episcopale, mons. Machado: «Le garanzie costituzionali delle minoranze non devono essere messe in discussione».

 

 

La Christ Jyoti Senior Secondary School, una scuola cattolica del distretto di Satna nel Madhya Pradesh (Nord dell’India) è stata presa di mira da attivisti nazionalisti indù che il 25 ottobre hanno presentato un ultimatum affinché venga al più presto posizionato all’interno del campus un altare a Saraswati, dea indù della conoscenza.

 

Il direttore della scuola, padre Augustine Chittuparambil, racconta ad AsiaNews: «un gruppo di giovani del Bajrang Dal (organizzazione militante nazionalista, ndr) mi ha consegnato un memorandum in cui viene chiesto di collocare una statua della dea Saraswati. Secondo le false accuse che ci vengono mosse, la statua sarebbe stata rimossa da noi nei mesi scorsi e ora è nostro compito rimediare. Sono affermazioni totalmente false, questa è una scuola cristiana cattolica gestita dalla diocesi di Satna: non ci sono mai stati altari o foto di Saraswati qui» ha affermato padre Augustine, sostenendo che questa è una vicenda montata ad arte per favorire interessi politici.

 

«Mi hanno dato 15 giorni di tempo per installare la statua  dopo di che, ci hanno minacciato di creare agitazioni e scioperi tra la popolazione».

«Mi hanno dato 15 giorni di tempo per installare la statua – ha aggiunto – dopo di che, ci hanno minacciato di creare agitazioni e scioperi tra la popolazione».

 

Padre Chittuparambil ha inoltre dichiarato che la scuola ha sempre servito la comunità senza discriminazione di casta o credo: «abbiamo oltre 3mila studenti iscritti, la maggior parte di loro appartengono alla maggioranza indù e solo una 50ina di ragazzi sono cristiani».

 

La chiesa cattolica indiana si è schierata a difesa di padre Chittuparambil e della libertà religiosa all’interno dell’istituto:

 

«Questo tipo di azioni sono volte a intimidire le minoranze e a fare pressioni a livello politico – ha dichiarato ad AsiaNews mons. Leo Cornelio, S.V.D., arcivescovo emerito di Bhopal – Dobbiamo prendere una posizione chiara e fare appello alle autorità del Paese affinché vengano rispettati i diritti costituzionali delle minoranze».

 

Dello stesso avviso anche mons. Felix Machado, segretario generale della Conferenza episcopale cattolica dell’India (CBCI) e arcivescovo di Vasai:

 

«L’immagine del nostro Paese non deve essere macchiata sulla scena globale da rivendicazioni religiose di questo tipo – ha rivelato ad AsiaNews -. Viviamo nel terzo millennio e queste sono garanzie costituzionali che non dovrebbero essere messe in discussione. La Chiesa cattolica sta facendo un servizio esemplare nel campo dell’educazione e dell’assistenza sanitaria servendo la comunità, indipendentemente dalla casta o dal credo».

 

Mons. Machado è un grande studioso di induismo e, in quanto tale, prova «un profondo rispetto verso questa religione. Proprio per questo sono rattristato dal comportamento di certi militanti che, con il loro comportamento, risultano fuorvianti nella comprensione dell’Induismo. Questo tempo ha bisogno di dialogo: dobbiamo ascoltarci l’un l’altro per poter camminare insieme».

 

 

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