Geopolitica

Il Vaticano si scusa con la Russia

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Il Vaticano ha emesso scuse formali alla Russia per le osservazioni fatte da Papa Francesco il mese scorso su alcuni gruppi etnici nel Paese, secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Lo riporta il sito governativo russo RT.

 

Il ministero degli Esteri russo ha ricevuto il messaggio giovedì dal Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Il messaggio esprimeva il rispetto della Santa Sede per «tutti i popoli della Russia, la loro dignità, fede e cultura, proprio come tutte le altre Nazioni e popoli del mondo», ha dichiarato la Zakharova in una conferenza stampa.

 

«La capacità di riconoscere i propri errori sta diventando sempre più rara nelle relazioni internazionali oggi. Questa situazione mostra che, dietro gli appelli al dialogo del Vaticano, c’è un talento per avere un tale dialogo e ascoltare l’altra parte», ha osservato il portavoce della diplomazia russa, aggiungendo che Mosca considerava l’incidente concluso.

 

Papa Francesco aveva espresso una dozzinale, generica valutazione negativa riguardo al carattere di buriati e ceceni, due dei tanti gruppi etnici che vivono in Russia, in un’intervista pubblicata a fine novembre, descrivendo queste etnie come «della Russia ma… non della tradizione russa». Il romano pontefice procedeva indi ad affermare che tali persone erano «le più crudeli» delle truppe russe in Ucraina.

 

Mosca aveva risposto inviando una nota formale di protesta al Vaticano, mentre molti funzionari russi, tra cui Zakharova, hanno espresso indignazione per le osservazioni.

 

«Questa non è più russofobia, è una perversione a un livello che non riesco nemmeno a nominare», aveva detto la portavoce all’epoca.

 

Il Vaticano e Papa Francesco hanno offerto personalmente una mediazione nel conflitto in Ucraina. Il pontefice in precedenza aveva irritato Kiev riconoscendo pubblicamente che l’espansione della NATO in Europa era un fattore che ha contribuito al conflitto, il che fa parte della posizione di Mosca sull’origine del violento scontro con Kiev ei suoi sostenitori stranieri.

 

Come riportato da Renovatio 21, a inizio conflitto abbiamo visto Bergoglio in udienza pubblica baciare una bandiera ucraina della «centuria», cioè di un gruppo che ha preso parte al golpe di Maidan con cui fu impiantato a Kiev un governo filoamericano nel 2014.

 

In varie occasioni il papa è sembrato tuttavia cercare l’appoggio anche della Russia, facendo dichiarazioni «aperturiste» impossibili ora ai leader occidentali, e arrivando a fare una visita a sorpresa all’ambasciatore russo presso la Santa Sede.

 

Bergoglio aveva poi proceduto ad una stramba consacrazione, che seguiva di poche le parole del Segretario di Stato Cardinale Parolin sul necessario uso delle armi, dette nel momento in cui i Paesi NATO avevano cominciato a rifornire Kiev di armamenti anche pesanti.

 

Come discusso su Renovatio 21è bizzarro e sospetto l’atteggiamento di Bergoglio riguardo alla Russia e alla questione di Fatima.

 

La storia ricorda come i gesuiti furono banditi in vari Paesi d’Europa nel Settecento. Nel 1773 La Compagnia del Gesù fu quindi soppressa e dissolta per ordine di papa Clemente XIV. Tuttavia, i gesuiti sopravvissero nei territori cattolici dell’Impero Russo: la zarina Caterina II li protesse non concedendo l’exequatur al decreto papale con cui l’ordine veniva soppresso.

 

 

 

 

 

Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

 

 

 

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