Linee cellulari

Il vaccino Curevac è fatto con cellule-mostro

Pubblicato

il

 

 

 

Torna ciclicamente il tema del CureVac, il primo vaccino a RNA targato UE.

 

A giugno i media parlavano di flop: l’efficacia, dissero, era appena del 47%.

 

Ad agosto ecco la resurrezione: «Dopo quella cocente bocciatura, che ha molto pesato anche in termini di visibilità internazionale – scrive il giornale dei vescovi Avvenire – l’azienda tedesca, nel frattempo affiancata dal colosso farmaceutico britannico GSK, non ha buttato la spugna».

 

Ecco che con la cavalleria della Glaxo a dare manforte, nel modello animale, il vaccino «CV2CoV» ha dimostrato di indurre reazioni «molto simili all’ampiezza delle risposte immunitarie osservate dopo l’infezione da SARS-CoV-2».

 

Così che puntuali arrivano anche le grida di gioia dei catto-vaccinisti: il CureVac, ci dicono, non è fatto con linee cellulari derivanti da aborto – come la quasi totalità degli altri vaccini COVID, compreso quello russo.

 

Ecco, finalmente, il «vaccino etico»: evviva. Possiamo vaccinare il deltoide cattolico senza più temere di commettere peccato, anche se, come ci hanno ripetuto, peccato non è, perché quegli aborti sono lontani nel tempo (abbiamo appreso il peccato ha una scadenza, come lo yogurt), è una cooperazione indiretta, anzi è il «pallido riflesso» della Crocefissione di Nostro Signore, etc.

 

Niente linea cellulare HEK-293 (la più gettonata, ultimamente): i test di conferma in laboratorio sono stati fatti con le cellule HeLa.

 

Il problema è che, benché non vi sia la provenienza da un feto abortito, la linea cellulare HeLa è, per chi ne conosce la storia, leggermente problematica.

 

Anzi: problematica in una maniera mostruosa.

 

HeLa è  la linea cellulare umana più antica e più comunemente usata, ottenuta dal cancro alla cervice di una signora afroamericana morta nel 1951

HeLa è  la linea cellulare umana più antica e più comunemente usata.

 

HeLa significa «Henrietta Lacks», una trentunenne afroamericana di cinque figli, morta di cancro il 4 ottobre 1951. I dottori, senza informare né lei né i famigli, estrassero il tessuto del suo cancro alla cervice.

 

Gli scienziati erano in cerca di cellule che potessero durare a lungo per permettere esperimenti. Le linee cellulari create fino a quel momento duravano pochi giorni. Si scoprì invece che le cellule del cancro all’apparato riproduttivo di questa signora nera erano prolifiche e durature come nient’altro osservato prima.

 

Invece che morire, il dottor Otto Gey, capo del laboratorio di coltura dei tessuti, scoprì che queste cellule in 20-24 ore raddoppiavano.

 

Gey creò così la prima linea cellulare della storia umana, e, per amore della scienza,  la diede in girò ad altri laboratori che chiedevano. Più tardi le cellule sarebbero state anche vendute, tuttavia nessun brevetto fu depositato.

 

Nessuno sapeva dell’origine delle cellule e a chi lo chiedeva era detto che la sigla HeLa corrispondeva al nome scandinavo «Helen Larson». I molti figli della signora Lacks non seppero nulla per decenni, non vennero né informati né consultati.

 

Le cellula HeLa sono dette «immortali»: se vi sono le condizioni, esse si moltiplicano indefinitamente – creano in pratica un organismo che non muore mai.

 

Le Hela «sono state continuamente utilizzate per la ricerca su cancro, AIDS, effetti di radiazioni e sostanze tossiche, mappatura genetica e innumerevoli altre ricerche scientifiche»

Le HeLa sono le prime cellule umane ad essere state clonate (1953). Da allora  «sono state continuamente utilizzate per la ricerca su cancro, AIDS, effetti di radiazioni e sostanze tossiche, mappatura genetica e innumerevoli altre ricerche scientifiche». Secondo la scrittrice Rebecca Skloot, autrice del libro (poi divenuto film) La vita immortale di Henrietta Lacks, entro il 2009 «più di 60.000 articoli scientifici era stato pubblicato sulla ricerca effettuata su HeLa e quel numero stava aumentando costantemente a un ritmo di oltre 300 articoli ogni mese».

 

Negli anni ’60, le cellule HeLa furono inviate al satellite sovietico «Sputnik-6» e alle missioni spaziali umane per determinare gli effetti a lungo termine dei viaggi spaziali sulle cellule e sui tessuti viventi. Gli scienziati hanno scoperto che le cellule HeLa si dividono ancora più rapidamente in assenza di gravità

 

Le cellule HeLa sarebbero state testate anche in esperimenti di esplosione atomica.

 

Anche per i vaccini, il contributo non è stato minore. Le HeLa sono state usate da Jonas Salk negli anni Cinquanta per testare il primo vaccino antipolio e negli anni Ottanta per la creazione di vaccini anti-papillomavirus (HPV)

Le HeLa sono state spedite nello spazio, Le HeLa sono state testate con le armi atomiche

 

L’uso delle HeLa nello studio del cancro è stato massiccio, e ha prodotto (come diremo più avanti) problemi che potevano scaturire in tensioni internazionali tra le potenze nucleari.

 

Quando Nixon dichiarò la sua «guerra al cancro» (uno sforzo di politica sanitaria e di ricerca per sconfiggere i tumori definitivamente) si ebbe da parte sovietica la chiara volontà di collaborare. Si trattava di un atto di civiltà non indifferente.

 

Tuttavia, la cooperazione internazionale venne stravolta dalle cellule HeLa.

 

Gli scienziati avevano infatti cominciato a notare che le altre linee cellulari si comportavano in modo strano. Talvolta, comparivano in esse geni tipici degli esseri umani di colore: e si trattava invece di linee cellulari ottenute magari da bianchi.

 

Un numero incredibile di linee cellulari sono state contaminate dalle HeLa, che, dotate di un’aggressività mai vista prima, sostituivano le altre linee cellulari con le quali venivano, magari anche solo fortuitamente, a contatto

Si scoprì così che un numero incredibile di linee cellulari erano state contaminate dalle HeLa, che, dotate di un’aggressività mai vista prima, sostituivano le altre linee cellulari con le quali venivano, magari anche solo fortuitamente, a contatto.

 

In pratica, molti scienziati pensavano di star sperimentando su una data linea cellulare; invece si trattava della HeLa, che aveva invaso e colonizzato tutti i vetrini possibili.

 

Nel 2016 si parlava di almeno 488 linee cellulari contaminate da HeLa. Nel 2017 la lista ne contava 757. Secondo alcuni, si tratterebbe di un 10%-20% del numero totale.

La contaminazione delle cellule HeLa, quando scoperta, divenne un problema diffuso in tutto il mondo, interessando anche i laboratori di molti importanti medici, scienziati e ricercatori, tra cui Jonas Salk. Si scoprì che anche i laboratori più segreti, con reparti posti sottoterra dove entrano solo scienziati militari bardati di tute da contenimento, avevano oramai vetrini che contenevano colture HeLa invece delle linee desiderate.

Il biologo evoluzionista Van Valen diceva che si doveva considerare le HeLa come una nuova specie di essere vivente

Questa catastrofe scientifica di fatto fece deragliare per sempre il progetto di Nixon di sconfiggere il cancro: i dati raccolti in tutti quegli esperimenti (costati miliardi del contribuente) erano da buttare.

 

Anche i sovietici, scoprirono con estrema sorpresa, erano stati colpiti. Perfino nelle loro strutture più segrete (quelle dove magari preparavano anche armi biologiche) HeLa era riuscita ad arrivare. Bastava, del resto, un breve contatto con un vetrino di cellule HeLa, o di cellule ritenute di un certo tipo ma divenute nel frattempo HeLa, per permettere a questo cancro di conquistare tutto lo spazio che gli si metteva a disposizione.

 

I russi, nella tipica paranoia da Guerra Fredda, non potevano non pensare ad un fregatura rifilata loro dagli USA, che prima chiedono collaborazione, e poi distruggono anni di ricerca sovietica infettando tutti i loro laboratori (anche quelli di cui non si dovrebbe conoscere l’esistenza!) con queste cellule mostruose. Poteva sembrare, di fatto, un atto ostile, una raffinata operazione di Intelligence e di guerra biologica. Non lo era. Le HeLa erano solo un Frankenstein uscito dalle provette degli apprendisti stregoni.

 

Se abbiamo chiamato le HeLa «cellule mostruose» non è solo per usare una iperbole per descrivere la loro aggressività o la loro genetica – invece dei 46 tipici degli esseri umani, hanno 76-80 cromosomi.

 

Infatti, qualcuno ha pensato di chiedere che le HeLa siano considerate dalla scienza come una nuova categoria di essere vivente vera e propria.

 

A questo punto, la domanda, radicale, che ci poniamo è sulla liceità non delle linee cellulari da feto abortito, ma delle linee cellulari in generale

Il biologo evoluzionista Leigh Van Valen nel 1991 scrisse che con le HeLa eravamo davanti alla creazione contemporanea di una nuova specie, a cui si poteva dare il nome Helacyton gartleri. Stanley Gartler è il nome del biologo molecolare che van Valen sosteneva avesse più di ogni altro scoperto «l’incredibile successo di questa specie».

 

Van Valen diceva che si doveva considerare le HeLa come una nuova specie di essere vivente in quanto:

 

  • Vi è incompatibilità cromosomica delle cellule HeLa con l’uomo.

 

  • Le cellule HeLa hanno una loro nicchia ecologia.

 

  • Hanno capacità di persistere ed espandersi ben oltre i desideri degli esseri umani che le coltivano.

 

  • HeLa può essere definita una specie in quanto possiede un proprio cariotipo (patrimonio genetico) clonale.

 

Ci troviamo insomma a una linea cellulare che pare, più che un’invenzione biotecnologica, un mostro vero e proprio, che deriva da un crimine (l’asporto e lo studio di una parte di un essere umano, senza il suo consenso) e che ha dimostrato di poter vivere indefinitamente rovinando i piani degli uomini.

 

Quanto ancora possiamo berci la storia dell’impossibilità del progresso medico senza l’abominio biologico conclamato?

A questo punto, la domanda, radicale, che ci poniamo è sulla liceità non delle linee cellulari da feto abortito, ma delle linee cellulari in generale.

 

La prima linea cellulare prodotta ha distrutto anni di ricerca, creato tensioni globali, umiliato il corpo e la memoria di una povera signora.

 

Possiamo gioire del fatto che i vaccini siano ancora prodotti appoggiandosi su queste cellule-mostro?

 

Quanto ancora possiamo berci la storia dell’impossibilità del progresso medico senza l’abominio biologico conclamato?

 

 

 

 

PER APPROFONDIRE

Abbiamo parlato di

In affiliazione Amazon

Più popolari

Exit mobile version