Droga

Il goal più bello di Gianni Rivera. Come quando distrusse i Rolling Stones

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Gianni Rivera gela Bruno Vespa: lo avete tutti.

 

In diretta, in faccia al presidente della III Camera della Repubblica (cioè, Porta a Porta), dice che non farà il vaccino. Perché «sto benissimo».

 

In diretta, in faccia al presidente della III Camera della Repubblica (cioè, Porta a Porta), dice che non farà il vaccino. Perché «sto benissimo»

Vespa, cioè il guardiano della soglia vaccinale che abbiamo visto anche nel ruolo di castigatore di vaccino-resistenti (ricordate il caso del prof. Amici?), rimane di sasso.

 

Del resto, Rivera non sembra aver voglia di spiegarsi. Tratta la questione con indifferenza, come se ci avesse riflettuto a lungo e – come noi – avesse capito che non ha molto senso cercare di convincere il prossimo finito nella palude della covidiozia.

 

Certo, lui se lo può permettere. Vespa ha davanti uno che ha lottato contro Pelé – oltre che un compagno di partito della Democrazia Cristiana. Non solo: Rivera, che l’indimenticato poeta della prosa sportiva Gianni Brera chiamò «l’abatino», ha un passato di scontri furenti con la stampa. Quando vinse il Pallone d’Oro, premio consegnato al miglior giocatore europeo dai giornalisti francesi, ebbe a dire: «evidentemente i giornalisti francesi non leggono certi giornali italiani».

 

 

Non solo i giornalisti. Rivera ha sempre saputo anche che il potere decisionale non è mai neutro. Nella sua carriera calcistica ebbe a criticare in modo aspro la classe arbitrale – e i suoi rapporti con la Juventus, decenni prima di Moggi.

Rivera  ha un passato di scontri furenti con la stampa. Ha sempre saputo anche che il potere decisionale non è mai neutro. Nella sua carriera calcistica ebbe a criticare in modo aspro la classe arbitrale – e i suoi rapporti con la Juventus, decenni prima di Moggi.

 

Fece il dirigente del Milan per anni fino ai tempi di Giussy Farina, poi con l’arrivo di Berlusconi (che ha sempre combattuto ovunque) passò in FIGC.

 

L’onorevole Goria (quello che Forattini disegnava sempre senza volto) e Bruno Tabacci (sì, quello dei «Marxisti per Tabacci») nel 1987 gli chiesero di candidarsi alla Camera per la DC. Fu eletto per quattro volte. Saltò dalla DC disintegrata da Mani Pulite al Patto Segni (e chi se lo ricordava?) e poi nel 1996 all’Ulivo di Prodi, poi in Rinnovamento Italiano, poi nella Margherita. Fu sottosegretario alla Difesa tre volte. Quando ha sostenuto la moratti nel 2011 a Milano ha preso 20 voti. Nel 2013 si è candidato in Friuli-Venezia Giulia sempre col Tabacci, ma viene trombato.

 

Bene, a questo punto diciamo pure che gli perdoniamo tutto.

 

Anzi, recuperiamo la sua grandezza di uomo integro. Come quando attaccò Prandelli che chiedeva ai calciatori omosessuali di dichiararlo pubblicamente: «ognuno si organizza la vita come vuole, ma non sapevo neanche che nel mondo del calcio ci fossero dei gay, è una novità assoluta per me. Se c’erano giocatori gay ai miei tempi e non lo dicevano, potrebbero fare la stessa cosa adesso. Non capisco a cosa possa servire dirlo in giro, mica gli eterosessuali lo vanno a dire in pubblico».

Recuperiamo la sua grandezza di uomo integro. Come quando attaccò Prandelli che chiedeva ai calciatori omosessuali di dichiararlo pubblicamente

 

Non una grinza.

 

E anzi, diciamo pure che rivalutiamo un’altra sua lungimirante battaglia politica, quella contro i Rolling Stones.

 

Proprio così: il nostro si è dimostrato uomo di verità anche alla facciazza di Mick Jagger e Keith Richards.

 

Rivalutiamo un’altra sua lungimirante battaglia politica, quella contro i Rolling Stones e le canzoni che inneggiano all’eroina

Scrive La Repubblica il 12 aprile 1990:

 

«Gianni Rivera ha deciso di ostacolare il tour italiano dei Rolling Stones. Il deputato DC ha infatti presentato una interrogazione facendola firmare ad una cinquantina di deputati di tutti i gruppi (tranne i comunisti) per sottolineare che le più importanti esibizioni dei Rolling Stones sono accompagnate nei testi musicali da palesi e ripetuti inni all’ uso della droga e che il complesso suonerà in Italia successivamente alla prevedibile approvazione della legge sulla droga. La legge prevede all’ articolo 76 fa notare Rivera sanzioni penali per chiunque pubblicamente istiga all’ uso illecito di sostanze stupefacenti».

 

Anche qui, non una grinza.

 

Ora, Gianni è passato a farci prendere coscienza su un’altra siringa, forse ancora peggiore – perché de facto imposta dallo Stato a tutti i cittadini, e perché contenente una droga genetica di cui, a differenza dell’eroina, non si conoscono gli effetti

Quanto a lungo abbiamo ascoltato l’inno all’eroina Brown Sugar senza fermarci a capire che si tratta di un’apologia di reato pura e semplice, e ancora di più, dell’esaltazione di una sostanza tossica che tante famiglie ha distrutto nel corso degli anni?

 

Ora, Gianni è passato a farci prendere coscienza su un’altra siringa, forse ancora peggiore – perché de facto imposta dallo Stato a tutti i cittadini, e perché contenente una droga genetica di cui, a differenza dell’eroina, non si conoscono gli effetti.

 

Caro Gianni, ti ringraziamo con il cuore per questo gol strepitoso, segnato con la tua classe insuperabile nella porta della Verità – giocando fuori casa, con pubblico e stampa ostili.

 

Quanto questi tempi hanno bisogno di campioni come te!

 

 

 

 

 

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