Spazio
Il capo di Roscosmos presente il programma per i razzi
La Russia intende produrre e lanciare fino a 300 razzi spaziali nei prossimi dieci anni, ha dichiarato il capo dell’agenzia spaziale Roscosmos, Dmitrij Bakanov.
Il progetto riflette l’impegno di Mosca a rafforzare la propria presenza nello spazio e a sviluppare le industrie ad alta tecnologia, nonostante le sanzioni occidentali limitino l’accesso a componenti avanzati.
Il piano rientra in un progetto nazionale per lo sviluppo delle attività spaziali russe, che include otto programmi federali con obiettivi di performance annuali, ha spiegato Bakanov a margine del forum Microelectronics 2025 di lunedì.
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Bakanov precisato che Roscosmos prevede di costruire 1.000 veicoli spaziali e 300 razzi vettori nell’ambito del programma decennale. Ogni veicolo spaziale sarà equipaggiato con circa 2.000 componenti dell’industria radioelettronica nazionale, con un ritmo di lanci annuali previsto tra 20 e 30 razzi, quasi il doppio rispetto all’attuale capacità russa.
Il capo di Roscosmos ha evidenziato che il programma nazionale «Spazio», recentemente approvato, include l’esplorazione lunare e prevede lo sviluppo di sette veicoli spaziali della serie Luna.
All’inizio di questo mese, il governo ha annunciato che i lavori sul razzo Soyuz-5 sono quasi ultimati. Progettato per lanciare veicoli spaziali automatizzati in diverse orbite, il razzo sarà dotato dei nuovi motori russi Energomash e potrà trasportare fino a 17 tonnellate in orbita terrestre bassa.
In parallelo, il direttore dell’Istituto di ricerca spaziale dell’Accademia russa delle scienze, Anatoly Petrukovich, ha dichiarato che la Russia pianifica di lanciare la navicella spaziale Luna-26 verso la Luna nel 2028.
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa Roscosmos aveva annunziato che Russia e gli Stati Uniti hanno concordato di proseguire la cooperazione spaziale, estendendo le operazioni congiunte a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Durante l’amministrazione Biden la situazione si era fatta tesa, con il Pentagono ad accusare Mosca di aver lanciato in orbita un’arma per la guerra spaziale.
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Come riportato da Renovatio 21, in passato il generale B. Chance Saltzman, capo delle operazioni spaziali per la US Space Force ha dichiarato che la Russia starebbe usando armi spaziali nel conflitto in Ucraina.
A inizio 2022, a poche settimane dallo scoppio della guerra ucraina, la NATO aveva pubblicato un documento ufficiale – NATO’s overarching Space Policy («Politica spaziale globale NATO») che introduce la dottrina spaziale del Patto Atlantico: le minacce spaziali devono essere incluse nell’articolo 5, la celeberrima clausola di mutua difesa della NATO che impegna a dare una risposta collettiva nel caso un singolo Paese venga attaccato. In precedenza, la NATO aveva già avviato un centro spaziale, parte del comando aereo di Ramstein, in Germania.
La Russia aveva risposto duramente definendo il documento «unilaterale ed incendiario». «Possiamo vedere dove si sta effettivamente dirigendo il mondo spaziale occidentale. Si sta dirigendo verso la guerra», aveva detto al canale televisivo Rossiya 24 in un’intervista l’allora direttore dell’agenzia russa spaziale Roscosmos Dmitrij Rogozin.
Una guerra spaziale, va ricordato, potrebbe impedire all’umanità l’accesso allo spazio per secoli o millenni, a causa dei detriti e della conseguente sindrome di Kessler. Tuttavia, pare che gli eserciti si stiano davvero preparando alla guerra orbitale.
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Immagine di Alexander Gerst via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic