Epidemie

Il 99% dei casi di vaiolo da scimmia sono uomini gay, dice la sanità britannica

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Un’indagine sui casi di vaiolo delle scimmie dell’Agenzia sanitaria del Regno Unito ha rilevato che 151 partecipanti su 152 sono uomini che «si identificano come gay, bisessuali o uomini che hanno rapporti sessuali con uomini».

 

Il sondaggio ha rilevato che 311 (99% di 314) casi erano uomini, con solo 3 casi femminili confermati.

 

La UK Health Security Agency ha reso pubblici questi numeri su Twitter (curiosamente con la foto di profilo che riprende il logo dell’ente filtrato dall’arcobaleno LGBT per via del mese dell’orgoglio gaio).

 


 

«Centocinquantadue casi hanno partecipato a questionari più dettagliati, implementati dal 26 maggio 2022 e utilizzati retrospettivamente», ha rilevato il sondaggio.

 

«In questi dati, 151 dei 152 uomini intervistati si sono identificati come gay, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (GBMSM) o hanno riferito di contatti dello stesso sesso, e il restante individuo ha rifiutato di divulgare queste informazioni».

 

«I primi focolai di vaiolo delle scimmie hanno avuto origine in una sauna gay in Spagna e in un festival fetish in Belgio» scrive Summit News. «Il primo paziente con vaiolo delle scimmie a diventare pubblico ha rivelato di aver contratto il virus dopo aver fatto sesso gay con “circa 10 nuovi partner” dopo essere stato espulso da Dubai per essere risultato positivo all’HIV».

 

Nonostante il vaiolo delle scimmie si diffonda attraverso uno stretto contatto e l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia affermato che i festival estivi dovrebbero essere limitati per fermare la diffusione del virus, un portavoce dell’OMS ha successivamente chiarito che le sfilate del gay pride dovrebbero andare avanti normalmente.

 

Quando emersero le prime avvisaglie del vaiolo delle scimmie altri enti europei fecero osservazioni sulla schiacciante maggioranza di infetti che risultavano «MSM», anglofono acronimo orwelliano per descrivere «uomini che fanno sesso con altri uomini».

 

Varie sigle LGBT hanno accusato di omofobia coloro che riportavano questa analisi.

 

Sono accorsi virologi specialisti a rassicurare la popolazione: «Trasmissione tra omosessuali? Una casualità».  «Il vaiolo delle scimmie è una malattia anche a trasmissione sessuale, ma non omosessuale», dice un infettivologo intervistato.

 

Il lettore può provare a fare un giro su Google digitando come chiave di ricerca “vaiolo+delle+scimmie+gay” per rendersi conto che la correlazione tra fenomeni è uno «stigma», un «pericolo di nuova ghettizzazione», e in giro vi sono «informazioni razziste e omofobe», perché senza ombra di dubbio «il vaiolo delle scimmie non è una malattia gay».

 

Se non vi dovesse bastare quanto sopra, sappiate che lo dice anche l’indimenticato, infallibile virologo Galli: «Diffuso tra i gay? Evento casuale, pregiudizi da sfatare».

 

Tutto questo avviene proprio durante il mese di giugno, consacrato dal mondo moderno alla celebrazione dell’omosessualismo.

 

 

 

 

 

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