Geopolitica

I telefonini dei Foreign Fighters dietro l’attacco alla base di addestramento di Yavarov

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Alcuni Foreign Fighters britannici sono stati accusati di un attacco missilistico che ha ucciso decine e decine di persone in una struttura di addestramento ucraina perché i loro segnali telefonici hanno rivelato la posizione della base.

 

«Tra 12 e 14 numeri di telefono britannici che iniziano con il prefisso nazionale +44 erano visibili alle apparecchiature di sorveglianza poco tempo prima dell’attacco missilistico russo alla struttura di addestramento di Yavorov nell’Ucraina occidentale il 13 marzo», riferisce il sito americano Breitbart.

 

«I mercenari che sono stati incaricati dal gruppo Wagner, una compagnia militare collegata a Mosca, potrebbero essere stati operanti nelle vicinanze al momento dell’attacco, secondo i rapporti, e gli specialisti temono che sarebbero stati in grado di raccogliere, localizzare e prendere di mira un gruppo concentrato di segnali di telefoni cellulari britannici e trasmettere le informazioni alle forze russe».

 

La storia evidenzia ancora una volta il pericolo di volontari stranieri mal addestrati che viaggiano in prima linea in una guerra calda. Qui vengono usati e massacrati. «Ne è valsa davvero la pena per il selfie sulla guerra della dopamina su Instagram?» scrive Summit News.

 

A seguito dell’appello del presidente Zelens’kyj affinché i combattenti stranieri si unissero alla causa – e sui social russi circolano screenshot di post di arruolamento messi in rete dalle ambasciate ucraine – i media in Occidente hanno amplificato senza fiato la crociata morale di ragazzi di tutto il mondo (spesso ex militari) che però così hanno trovato la morte prima ancora di cominciare.

 

Come riportato da Renovatio 21, prima ancora che il missile russo li colpisse, vi erano tra i Foreign Fighters dei problemi: ecco la testimonianza di un ragazzo americano che sostiene di essere fuggito dopo che gli ucraini volevano mandarli a combattere privi di armi.

 

«È una trappola, smettete di venire qui» dice il ragazzo, rifugiato in Polonia dopo mille peripezie, e la disillusione più amara nel cuore.

 

Confessioni di un Foreign Fighter in Ucraina

 

Stanno emergendo numerose altre segnalazioni di volontari trattati come «carne da cannone», con i passaporti strappati e inviati in prima linea mentre gli veniva detto che non sarebbero stati in grado di tornare a casa fino alla fine della guerra.

 

Sky News riporta il caso del 36enne britannico Ben Spann, un ragazzo privo di esperienza militare che ha lasciato moglie e figli e si è recato in Ucraina a loro insaputa per combattere. È riuscito a tornare: ha detto all’emittente britannica che se ne è andato subito dopo aver realizzato che stava affrontando una «missione suicida».

 

Spann ha detto di essere stato tenuto in una casa sicura senza letti o acqua corrente per 5 giorni e di avere una pistola puntata alla testa da una squadra ucraina.

 

Al ritorno nel Regno Unito, Spann ha detto che coloro che non hanno esperienza militare «possono essere più un peso» per i veri combattenti e ha ammesso con il senno di poi che si era recato al fronte per rafforzare il proprio «ego».

 

Quando si romperà l’infame incantesimo dei media sulla mostruosità della risposta ucraina, che impedisce ai maschi di lasciare al Paese, li arma (grazie anche ai governi come il nostro) e li manda allo sbaraglio contro le forze professionali dei russi?

 

Una bella foto di morte che finisca su tutti i giornali del mondo: così Zelens’kyj e i nazisti che lo comandano avranno la loro unica possibilità di sopravvivenza: la Terza Guerra Mondiale.

 

Essi la cercano in ogni modo possibile, con sacrifici umani continui: anche e soprattutto di vite di ragazzi stranieri.

 

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