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I talebani costruiscono una supercar

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Gli studenti coranici che si sono impadroniti del potere a Kabul lanciando con il consenso americano l’Emirato Islamico d’Afghanistan hanno prodotto la loro prima supercar.

 

Si tratta di un veicolo dall’aspetto aerodinamico ed avveniristico creato artigianalmente – si specula – usando pezzi di ricambio Toyota Corolla.

 

La prima auto sportiva afghana si chiama «Mada 9» e sembra simile a una McLaren o addirittura a una Bugatti (da lontano). Le immagini della Mada 9 sono state pubblicate sui social media dal portavoce Zabihullah Mujahid, che ha commentato riguardo la bellezza dell’automezzo, vero «onore» per l’intero Paese.

 

 

 

 

 

 


La supercar talebana, tuttavia, potrebbe avere una serie di limiti dettati dal contesto.

 

Per prima cosa, la questione delle strade. Nel film La Guerra di Charlie Wilson – dove Hollywood spiegava l’«Operazione Ciclone», ossia la guerra sempre meno segreta della CIA contro i sovietici attraverso i mujaheddin (suona familiare?) – vi è una scena in cui l’agente CIA Gust Avrakotos (realmente esistito, qui interpretato magistralmente dal defunto Philip Seymour Hoffmann) durante una riunione nello stanzino di Langley dove si discuteva come armare i guerriglieri islamici, davanti alla questione del costo della pulizia delle orecchie dei muli, si lascia andare ad uno sfogo: «ma gli afghani, le costruiranno prima o poi delle cazzo di strade?»

 

La questione dell’uso del mulo per muoversi in Afghanistan raggiunse anche il Senato italiano, quando l’onorevole Peruzzotti (Lega Nord) intervenne riguardo alla dismissione dei muli da parte dello Stato maggiore, che aveva creato incognite sull’uso del fido quadrupede da parte degli alpini impiegati nel turbolento Paese del Centrasia.

 

«Ritornando al discorso dei muli che potrebbe sembrare marginale, ma che così non è, faccio presente che su alcuni territori non ci sono mezzi che tengano: né aerei né elicotteri sono in grado di assicurare il trasporto di armi, di vivande e di medicinali, anche per le avverse condizioni climatiche» arringò il senatore leghista il 12 febbraio 2003. «Vorrei dunque sapere se i muli sono stati reintegrati nel corpo degli alpini o se invece nessuno se ne è preoccupato, per cui i nostri alpini dovranno portare tutto sulle spalle (…) Qualcuno mi deve spiegare come le nostre truppe possano muoversi in certi territori e trasportare armi e materiali di ogni genere senza trasporti ippotrainati».

 

E quindi, la supercarra fondamentalista, lanciata sulle mulattiere? E quindi, la potenza della supermacchina, più che in cavalli (horsepower, HP), non è che sia misurabile in muli (mulepower, MP)?

 

E la seconda problematica è di natura filosofica, ed assai abissale: ma ha senso un’auto sportiva in un Paese dove tutte le donne hanno il burka? Il concetto di supercar può esistere in un territorio dove vige solo il matrimonio combinato?

 

Questioni difficili. La macchina tuttavia pare pure bella. Speriamo che la mitica Supercar Blondie, valchiria australo-elevetica-dubaita star dei social per le sue prove con macchine da sogno, stia volando a Kabul per provarla. Da Supercar Blondie a Supercar Burka il passo sarebbe impressionante. Ma oramai, ne abbiamo viste davvero di ogni.

 

 

 

 

Immagine da Twitter

 

 

 

 

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