Geopolitica

I talebani comandano e perculano gli americani

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Con evidenza, ai pastori pashtun noti con il nome di «talebani» (cioè, in teoria, «studenti») non bastava l’umiliazione eterna della superpotenza americana che sta andando in onda in mondovisione in queste ore.

 

I nuovi padroni dell’Afghanistan non solo comandano, ma anche prendono per i fondelli. Lo stato senile dell’Iperpotenza termonucleare americana è tale che è possibile farlo: dettar legge e, come si dice in gergo, perculare.

 

Dopo aver rifiutato un’estensione del tempo utile per far sgombrare l’Afghanistan (in base a quali patti? Portati a casa da chi? Washington è oggi più opaca delle tribù centrasiatiche…) ora i taliban hanno pensato bene di oltraggiare uno dei più cari simboli che l’America ha: la foto di Iwo Jima.

 

La foto, scattata a un gruppo di soldati che alzano la bandiera degli Stati Uniti in cima Monte Suribachi durante la battaglia di Iwo Jima nel 1945, con gli anni è finita per raffigurare sia la capacità degli americani di collaborare sia il sacrificio militare degli americani durante il conflitto.

 

Possiamo dire senza paura che si tratta di una delle immagini fondative dello spirito americano, che rappresenta insomma la nazione stessa nella sua fibra più intima e dolorosa.

 

I talebani, ora lestissimi con i social media (tanto da far pensare davvero che l’ISIS ha fatto scuola, o forse vi è un fornitore di social media management unico per entrambi?) hanno diffuso l’immagine di un’unità d’élite di combattenti talebani, che indossano indumenti tattici fabbricati negli Stati Uniti apparentemente catturati alle forze afgane in ritirata.

 

 

Si tratta dell’unità di commando dei talebani Badri 313 che indossa mimetiche complete e equipaggiamento tattico, inclusi i rari e costosissimi occhiali per la visione notturna in bella vista  – apparentemente ricreando un’iconica foto della seconda guerra mondiale delle truppe americane che alzano la bandiera degli Stati Uniti in cima Monte Suribachi durante la battaglia di Iwo Jima nel 1945.

 

«L’insulto definitivo» è stato il commento sentito in rete.

 

Oltre alla vittoria sul Paese, ricordiamo che si tratta anche di una grande vittoria materiale da un punto di vista militare. Come riportato da Renovatio 21, ai talebani sono ora trasferite quantità di armi, anche molto complesse, abbandonate lì dagli americani e dall’esercito del governo fantoccio squagliatosi come un gelato di Biden in microonde.

 

Secondo alcuni osservatori, gli armamenti più tecnologicamente rilevanti avrebbero preso la via del Pakistan o di altri Paesi.

 

Si tratta di un grande trasferimento di armi che fa pensare a quanto accaduto, per esempio, con l’apertura dei magazzini militari libici dopo la caduta di Gheddafi: per alcuni, essi hanno rifornito, tramite linee di cui gli USA e gli alleati della zona non potevano non conoscere, un movimento che stava prendendo piede nel Levante, l’ISIS.

 

Ora, anche nell’ironia, e nell’uso di internet, i talebani sembrano aver surclassato gli americani.

 

I ragazzi afghani si divertono – lo si è visto anche con la famosa foto dei talebani che mangiano il gelato, perculando simpaticamente il presidente americano. I ragazzi americani, invece, guardano la faccia di Biden e i suoi influencer invertiti a libro paga, e cosa dovrebbero pensare? Che non c’è niente da ridere.

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