Pedofilia

I giornalisti australiani non possono più usare la parola «pedofilia»

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I giornalisti australiani che lavorano per la ABC Tasmania si sono adirati quando sono stati avvisati dai massimi vertici di smettere di usare la parola «pedofilo» per riferirsi a un uomo accusato di essere un molestatore seriale di bambini. La motivazione è che tale appellativo perché potrebbe scoraggiare altri pedofili dal cercare aiuto.

 

Un produttore senior della rete ha informato i dipendenti che il servizio di supporto per aggressioni sessuali (SASS) e aveva «menzionato le loro preoccupazioni» nel descrivere l’ex infermiere James Geoffrey Griffin come un pedofilo.

I giornalisti australiani che lavorano per la ABC Tasmania si sono adirati quando sono stati avvisati dai massimi vertici di smettere di usare la parola «pedofilo» per riferirsi a un uomo accusato di essere un molestatore seriale di bambini

 

Griffin, che successivamente si è suicidato, è stato accusato da numerose donne di aver abusato di loro sessualmente da bambine e la polizia in seguito ha trovato «una quantità significativa di materiale di sfruttamento dei minori» durante una perquisizione nella sua casa.

 

«Dovremmo evitare [il termine pedofilo], a meno che non sappiamo che aveva una diagnosi clinica di pedofilia e invece usiamo “molestatore/predatore sessuale seriale”, o “molestatore sessuale di bambini e giovani”», ha scritto il produttore in una e-mail.

 

La missiva ha anche citato il SASS nel consigliare che ci sono molte «persone affette da pedofilia» che «non agiscono su quegli impulsi» se «cercano e ricevono un aiuto psicologico professionale».

«Dovremmo evitare [il termine pedofilo], a meno che non sappiamo che aveva una diagnosi clinica di pedofilia e invece usiamo “molestatore/predatore sessuale seriale”, o “molestatore sessuale di bambini e giovani”»

 

Il produttore ha affermato che etichettare Griffin come pedofilo «potrebbe scoraggiare» i pedofili non offensivi «dal cercare aiuto, rendendo più probabile che continuino ad abusare di bambini».

 

I giornalisti australiani sarebbero apparentemente «preoccupati e arrabbiati» per l’e-mail e in seguito gli è stato detto dalla rete che la parola «pedofilo» non era stata vietata, ma che il consiglio del SASS doveva essere preso in considerazione.

 

La scorsa estate, è scoppiata una polemica quando Netflix ha iniziato a trasmettere Cuties, un film francese che ritrae bambine minorenni in modo sessualmente orientato. Tuttavia, molti a sinistra hanno difeso il film, sostenendo che evidenziava il problema dello sfruttamento sessuale dei minori.

Gli episodi che fanno pensare ad una galoppante normalizzazione degli orchi si fanno sempre più numerosi

 

«Sarebbe come torturare effettivamente gli animali per evidenziare il problema dell’abuso sugli animali» osserva Summit News.

 

Torna alla mente anche l’episodio della conferenza TED dove una ragazza tedesca parlava della pedofilia come di un orientamento e del fatto che i pedofili vanno essenzialmente aiutati, perché possono fare poco contro le proprie pulsioni. Il TED è sparito dalla circolazione quasi subito, in rete è difficile trovare ancora il video.

 

La Finestra di Overton sulla pedofilia, come Renovatio 21 ripete da anni, è totalmente spalancata

Gli episodi che fanno pensare ad una galoppante normalizzazione degli orchi si fanno sempre più numerosi, dai dubbi sui simboli impressi nei biscotti di Lady Gaga a racconti agghiccianti di alcune mamme., dai traffici di bimbi durante il Super Bowl ai software per «spogliare» le minorenni, dai programmi TV danesi agli inquietanti giocattoli che ansimano se toccati nei genitali.

 

La Finestra di Overton sulla pedofilia, come Renovatio 21 ripete da anni, è totalmente spalancata.

 

 

 

 

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