Essere genitori

La finestra spalancata sulla pedofilia

Pubblicato

il

 

 

 

 

L’argomento pedofilia meriterebbe una trattazione a sé.

 

Una miriade di dati oggettivi e documentali sta a dimostrare come la pedofilia sia ormai lanciata sulla strada della normalizzazione attraverso le fasi della finestra di Overton, per diventare nella percezione diffusa una mera forma del comportamento sessuale. 

 

Basti in questa sede qualche cenno sparso, utile a comprendere la gravità e la prepotenza del processo in atto.

 

Una miriade di dati oggettivi e documentali sta a dimostrare come la pedofilia sia ormai lanciata sulla strada della normalizzazione attraverso le fasi della finestra di Overton, per diventare nella percezione diffusa una mera forma del comportamento sessuale

Negli anni Settanta/Ottanta l’onda lunga della rivoluzione sessuale recupera le perversioni teorizzate decenni addietro dal capofila Alfred Kinsey (entomologo e zoologo americano, poi sessuologo, maestro di John Money e autore dei due famigerati Rapporti Kinsey sulla sessualità umana; noto per le sue sperimentazioni sessuali sui bambini) e le inquadra nell’orizzonte libertario per cui sarebbe auspicabile abbattere ogni limite repressivo nell’esercizio della sessualità, compreso quello relativo all’età.

 

Nasce in quegli anni il PIE, il Paedophile Information Exchanger, organizzazione inglese di attivisti pro-pedofilia con rilevanti appoggi nel mondo universitario, che sfrutta la retorica della emancipazione dei bambini per promuovere, appunto, la pedofilia.

 

Nel 1981 Brian Taylor, docente di sociologia nell’Università del Sussex, pubblica Prospettive sulla Pedofilia (testo destinato a «operatori del sociale, operatori di comunità, ufficiali di probation ed operatori dell’infanzia») per affrontare quello che viene definito il «pregiudizio» contro il sesso con i bambini.

 

Generalmente – afferma Taylor – si pensa ai pedofili «come uomini malati o malvagi che si nascondono nei campetti della scuola nella speranza di tentare imprecisate bestialità con ingenui innocenti ragazzini», ma questo sarebbe uno «stereotipo» (attenzione alla parola-chiave! ndr),«impreciso ed irrilevante», che si dissolve al cospetto delle «effettive realtà del comportamento pedofilo».

 

Tanto è vero – dice Taylor – che molte relazioni sessuali tra adulti e bambini avvengono in famiglia (ecco la leva della demonizzazione della famiglia, dipinta come luogo di violenza: ndr).

Nasce in quegli anni il PIE, il Paedophile Information Exchanger, organizzazione inglese di attivisti pro-pedofilia con rilevanti appoggi nel mondo universitario, che sfrutta la retorica della emancipazione dei bambini per promuovere, appunto, la pedofilia

 

Queste derive, coltivate dalle élite culturali post-sessantottine, non sono arretrate negli anni successivi. Anzi.

 

In occasione dello scandalo venuto alla luce nel 2014, durante il governo di Margareth Thatcher, riguardante una estesa rete di pedofili dalle impenetrabili coperture nell’estabilshment britannico, è emerso come il mondo accademico sia tuttora molto attivo su questo fronte, come dimostra tra l’altro una conferenza tenutasi a Cambridge il 4 e 5 luglio del 2013 nella cui presentazione (inclusa nell’invito formale spedito dagli organizzatori) si leggeva apertis verbis che «l’interesse pedofilo è naturale e normale per i maschi», e che «una nutrita minoranza di maschi normali vorrebbe fare sesso con i bambini» perché «gli uomini normali sono eccitati dai bambini».

 

Fra gli «esperti» chiamati a partecipare al convegno, tale Tom O’Carroll, giudicato colpevole di ripetuti abusi su minori e noto attivista per la legalizzazione della pedofilia.

Una conferenza tenutasi a Cambridge il 4 e 5 luglio del 2013 nella cui presentazione si leggeva apertis verbis che «l’interesse pedofilo è naturale e normale per i maschi»

 

Philip Tromovitch, professore all’Università giapponese di Doshisha, ha sostenuto nella sua relazione la tesi della «prevalenza della pedofilia», nel senso che «gli uomini in maggioranza sono probabilmente pedofili o ebefili (persone principalmente attratte dagli adolescenti dagli 11 ai 13 anni: ndr)» e che «l’attrazione pedofila è normale e naturale nei maschi umani».

 

Del resto, gli aggiornamenti del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) ad opera della American Psychiatric Association (APA) stanno procedendo, pur a singhiozzo, attraverso i medesimi passaggi già percorsi dalla omosessualità, sulla via della normalizzazione

 

Nel luglio 1998 la stessa APA aveva peraltro sostenuto, tramite uno studio scientifico, che gli abusi sessuali sui bambini non sarebbero dannosi qualora da essi «consentiti».

 

Nel luglio 1998 la American Psychiatric Association aveva peraltro sostenuto, tramite uno studio scientifico, che gli abusi sessuali sui bambini non sarebbero dannosi qualora da essi «consentiti»

Nello studio si legge che «le esperienze sofferte da bambini, sia maschi che femmine, che hanno avuto abusi sessuali sembrano abbastanza moderate»; inoltre, «l’abuso sessuale su un bambino non necessariamente produce conseguenze negative di lunga durata».

 

Così, si conclude, «il sesso consensuale tra bambini e adulti, e tra adolescenti e bambini, dovrebbe venire descritto in termini più positivi, come “sesso adulto-bambino” e “sesso adolescente-bambino”». Oppure«amore intergenerazionale». Per evitare stigmatizzazioni sociali, al termine pedofilo andrebbe dunque sostituito quello di «adulto attratto da minore».

 

Il 31 maggio 2006 il Corriere della Sera titola: «Olanda: nasce il partito dei pedofili». Il nuovo partito, denominato NVD – acronimo che sta per: Carità, Libertà, Diversità (!!!) – propugna l’educazione sessuale a partire dall’asilo e l’abolizione del limite dei sedici anni per avere legalmente rapporti sessuali perché «educare significa far conoscere il sesso ai bambini» e quindi devono essere i bambini stessi a decidere quando sono maturi per praticare il sesso.

Per evitare stigmatizzazioni sociali, al termine pedofilo andrebbe dunque sostituito quello di «adulto attratto da minore»

 

Nel 2015 appare sul New York Times un articolo di una cattedratica americana, Margo Kaplan, intitolato «Pedofilia: un disturbo, non un crimine» («Pedophilia: A disorder, not a crime»), dove si sostiene che una percentuale non irrilevante della popolazione maschile continua, molto tempo dopo la pubertà, a sentirsi attratta dai bambini in eta prepuberale; che la pedofilia non è una scelta, ma una condizione naturale; che le persone con pulsioni pedofile sono costrette a nascondere agli altri il loro disturbo per non perdere opportunità di lavoro; che molti si sentono isolati e alcuni pensano addirittura al suicidio.

 

Sono qui identificabili, molto chiaramente, i motivi salienti della finestra di Overton.

 

A proposito di indulgenza verso la pedofilia da parte delle istituzioni, va segnalato un preoccupante orientamento giurisprudenziale italiano secondo cui, se l’atto sessuale commesso con il minore di anni quattordici si inserisce nell’ambito di una relazione amorosa, ne deriverebbero conseguenze più blande sul piano psicologico per la vittima, ed il reato sarebbe da considerare meno grave.

 

Nel 2015 appare sul New York Times un articolo di una cattedratica americana, Margo Kaplan, intitolato «Pedofilia: un disturbo, non un crimine» («Pedophilia: A disorder, not a crime»), dove si sostiene che una percentuale non irrilevante della popolazione maschile continua, molto tempo dopo la pubertà, a sentirsi attratta dai bambini in eta prepuberale

È quanto emerge dalla sentenza 8 novembre 2013, n. 45179 della Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, che ha concesso l’attenuante del «caso di minore gravità» in una ipotesi di rapporti sessuali completi plurimi tra un sessantenne e una undicenne, sulla base della constatazione che la bambina era innamorata del suo violentatore.

 

Ma, soprattutto, è fondamentale porre in luce il sinistro (e ben poco velato) invito alla legalizzazione della pedofilia contenuto nel n. 18 della Risoluzione del Comitato dei Ministri agli Stati membri dell’UE 5/2010 [CM/Rec(2010)5], intitolata «Sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sulla identità di genere», quella risoluzione europea che costituisce di fatto la matrice da cui sono gemmati a catena tutti i provvedimenti amministrativi e legislativi dell’ordinamento italiano sul tema della c.d. discriminazione sessuale e di genere, fino alla recente riforma scolastica.

 

L’agghiacciante paradosso consiste nel fatto che lo slittamento della pedofilia verso la normalizzazione è compiuto nel nome dei «diritti dei bambini» (!), sfruttando l’equivoco del supposto «consenso» del minore quale elemento legittimante il rapporto sessuale che lo coinvolge.

L’agghiacciante paradosso consiste nel fatto che lo slittamento della pedofilia verso la normalizzazione è compiuto nel nome dei «diritti dei bambini» (!), sfruttando l’equivoco del supposto «consenso» del minore quale elemento legittimante il rapporto sessuale che lo coinvolge.

 

 

Elisabetta Frezza

 

 

 

ABBIAMO PARLATO DI

Per approfondire

In affiliazione Amazon

 

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version