Essere genitori
I bambini nati durante il lockdown hanno quoziente intellettivo inferiore: studio
Un nuovo studio ha scoperto che i punteggi medi del quoziente di intelligenza dei bambini nati durante la pandemia sono crollati di ben 22 punti, mentre le prestazioni verbali, motorie e cognitive hanno risentito del blocco.
Lo studio è stato condotto da ricercatori della Brown University principalmente nello stato americano del Rhode Island e ha incluso 672 bambini nati sia prima che dopo l’inizio della pandemia nel marzo 2020.
«Con una stimolazione limitata a casa e una minore interazione con il mondo esterno, i bambini dell’era della pandemia sembrano aver ottenuto un punteggio incredibilmente basso nei test progettati per valutare lo sviluppo cognitivo», riporta il quotidiano britannico Guardian.
«Nel decennio precedente la pandemia, il punteggio medio del QI nei test standardizzati per i bambini di età compresa tra tre mesi e tre anni si aggirava intorno a 100, ma per i bambini nati durante la pandemia quel numero è sceso a 78», scrive lo studio.
I ricercatori concludono che la ragione principale del deterioramento del funzionamento cognitivo era la mancanza di stimolazione e interazione a casa
I ricercatori concludono che la ragione principale del deterioramento del funzionamento cognitivo era la mancanza di stimolazione e interazione a casa.
Come scrive Summit News, tutti questi fattori sono stati esacerbati dalle misure di lockdown che hanno tenuto i neonati e i bambini piccoli lontani dagli altri bambini, nonché dalle mascherine obbligatorie.
«Bambini nati nell’ultimo anno di lockdown – in un momento in cui il governo ha impedito ai bambini di vedere i parenti anziani e altri membri della famiglia allargata, di socializzare nei parchi o con i figli degli amici dei genitori e di studiare le espressioni sui volti dietro le maschere dei locali negli spazi pubblici al coperto – hanno significativamente ridotto le prestazioni verbali, motorie e cognitive complessive rispetto ai bambini nati prima, secondo un nuovo studio statunitense».
«I test sull’apprendimento precoce, lo sviluppo verbale e lo sviluppo non verbale hanno prodotto tutti risultati molto indietro rispetto a quelli degli anni precedenti il lockdown».
Come riportato da Renovatio 21, un altro studio aveva rivelato che le mascherine fanno inalare ai bambini sei volte il limite di sicurezza di anidride carbonica.
Si configura quindi un immane abuso di minore a livello mondiale, con effetti devastanti a lungo termine sulla psiche e sull’esistenza di poveri bambini privati della libertà necessaria alla crescita
Il sito che state leggendo aveva altresì riportato l’allarme per l’abbassamento dell’età dell’anoressia registrato durante il lockdown: da 12 a 8 anni.
Vi è stato un aumento anche dei suicidi e dei tentati suicidi tra i più piccoli. È stato anche detto che ora i bambini hanno 10 volte più probabilità di morire per suicidio che per COVID.
Contro i bambini si sono scatenate leggi sempre più grottesche, come il divieto di regali di Natale implementato dall’Australia lo scorso dicembre. Le autorità australiane si sono date anche il potere di strappare i figli ai genitori, e hanno proceduto ad arrestare perfino una madre incinta al nono mese di fronte agli altri tre figli: la sua colpa è stata scrivere su Facebook in merito ad un evento anti-lockdown.
Tutto questo ha contribuito a rendere i figli della pandemia, come scritto in un articolo di Renovatio 21, «malati, violenti, suicidi».
I colpevoli di tutto questo li conosciamo: sono i progressisti mondialisti, volonterosi carnefici del lockdown, un Moloch cui sacrificano con entusiasmo i nostri figli.
Si configura quindi un immane abuso di minore a livello mondiale, con effetti devastanti a lungo termine sulla psiche e sull’esistenza di poveri bambini privati della libertà necessaria alla crescita.
I colpevoli di tutto questo li conosciamo: sono i progressisti mondialisti, volonterosi carnefici del lockdown, un Moloch cui sacrificano con entusiasmo i nostri figli.
Fino a quando lo tollereremo?