«Guerra ibrida totale»: Lavrov accusa l’Occidente di «pirateria di Stato»

L’Occidente ha dichiarato una «guerra ibrida totale» contro la Russia, ricorrendo a «rapine» e «pirateria di stato», ha affermato venerdì il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Lo riporta il canale governativo russo RT, ora bandito in Occidente.

Tutti, «senza eccezioni», sono destinati a sentire l’impatto di questo conflitto, ha avvertito l’alto diplomatico.

«La correttezza politica, la decenza, le regole e le norme legali vengono semplicemente scartate, la cancel culture viene applicata a tutto ciò che è russo, è consentita qualsiasi azione ostile contro il nostro paese, inclusa la rapina a titolo definitivo», ha detto Lavrov durante il suo discorso ad un forum Consiglio per la politica estera e di difesa (SVOP).

I passi ostili intrapresi dall’«Occidente collettivo» contro Mosca nelle ultime settimane hanno completamente minato la sua stessa reputazione di «partner prevedibile», ha proseguito il diplomatico.

Tali azioni avvicinano solo l’emergere di un mondo veramente multipolare, poiché «non solo la Russia, ma molti altri stanno riducendo la loro dipendenza dal dollaro USA, dalle tecnologie e dai mercati occidentali», non sentendosi più al sicuro dalla «pirateria statale» occidentale, sostiene il ministro russo decano della diplomazia mondiale.

L’assalto in corso alla Russia si è già trasformato in una «guerra ibrida totale», ha aggiunto. Quella «guerra» ha già raggiunto una scala tale che “tutti” nel mondo ne saranno colpiti, ha avvertito.

«L’Occidente collettivo ha dichiarato una guerra ibrida totale contro di noi, e mentre è difficile prevedere quanto durerà tutto questo, è evidente che tutti ne subiranno le conseguenze, nessuno escluso», ha affermato il ministro degli Esteri.

Come riportato da Renovatio 21, uno dei primi attori di questa «guerra ibrida totale», che comprende oltre che il dominio militare quello finanziario, è stato, secondo una ricostruzione del Financial Times, Mario Draghi, che avrebbe avuto un ruolo nel sequestro dei 300 miliardi di riserve monetarie russe in valuta straniere conservati presso banche occidentali.

Secondo FT, si sarebbe trattato del primo vero atto di guerra economica propriamente detta della storia.

Come noto, a seguito dell’apparizione del diplomatico russo alla TV italiana, il Draghi lo ha accusato personalmente di fare discorsi «aberranti» e financo «osceni», oltre che di appartenere «ad un Paese dove non c’è libertà di espressione».

In Italia, invece, la libertà d espressione c’è di certo: infatti il premier ha incontrato poco dopo Mark Zuckerberg, il cui colosso social non ha mai censurato alcun cittadino italiano, i cui diritti (anche: costituzionali) e i cui interessi dovrebbero essere tutelati dal Presidente del Consiglio dei ministri.

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