Suicidio

Suicidio, gli scienziati scoprono biomarcatori del sangue che possono segnalare il rischio

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La tendenza suicida potrebbe essere letta tramite analisi del sangue.

 

Secondo uno studio pubblicato su Translational Psychiatry, speciali biomarcatori del sangue che indicano il rischio di suicidio nelle persone con disturbo depressivo sono stati trovati dal team di ricercatori guidato da Irvine presso l’Università della California.

 

I ricercatori hanno affermato che «l’espressione genica del sangue è altamente istruttiva per comprendere i cambiamenti molecolari nel suicidio». Hanno analizzato campioni di sangue e cervello che appartengono a persone che si sono suicidate, così come persone che sono morte in altre circostanze.

 

Il team ha notato che il primo gruppo presentava cambiamenti significativi nell’espressione dei geni, responsabili delle reazioni allo stress, insieme ai ritmi circadiani, alle risposte immunitarie e allo stato dei telomeri, cioè le «estremità» dei cromosomi che li proteggono dai danni).

 

I ricercatori hanno affermato che l’identificazione dei biomarcatori del sangue è un passo chiave verso lo sviluppo di esami del sangue in grado di determinare il grado di possibilità che una persona possa suicidarsi.

 

«Per quanto ne sappiamo, questo è il primo studio ad analizzare campioni di sangue e cervello in una popolazione ben definita di MDD che dimostrano differenze significative nell’espressione genica associata al suicidio completato», ha affermato l’autore corrispondente Adolfo Sequeira, Ph.D., ricercatore associato in il Dipartimento di Psichiatria e Comportamento Umano presso la UCI School of Medicine.

 

 

Secondo le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni 40 secondi un individuo si suicida.

 

Il suicidio è la quarta causa di morte tra le persone di età compresa tra i 15 ei 19 anni e i tassi hanno registrato una rapida crescita negli anni pandemici.

 

C’è poi il caso delle persone suicide tramite eutanasia, come la coppia di sorelle americane auto-eutanatizzatesi programmaticamente in Isvizzera il mese scorso. Non sappiamo, in questo caso, se tali biomarcatori siano in grado di segnalare cosa stia accadendo, visto che l’atto è preso freddamente, con un pensiero falsamente razionale.

 

Un biomarcatore per la Necrocultura non crediamo vi sia.

 

Tuttavia, c’è la piena possibilità di individuare questa Cultura e i pensieri e i programmi ad essa associati, e combatterla senza requie fino a che non sarà estinta. Renovatio 21 questo vuole fare, fino a non giungerà morte naturale.

 

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