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George Soros elargisce 200.000 dollari per sostenere il procuratore generale della Virginia

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Il miliardario di sinistra George Soros ha finanziato lautamente la campagna del procuratore dellla città autonoma di Norfolk (facente parte del cosiddetto «Commowealth della Virginia») del candidato liberale, Ramin Fatehi, donando 200.000 dollari, secondo quanto riportato dal canale TV americano Fox News. 

 

Il grande finanziere ungherese dal passaporto americano non è nuovo a questo tipo di «finanziamento ideologico» che tocca vari campi della vita sociale, tanto che noi di Renovatio 21 ve lo abbiamo segnalato anche pochi giorni fa.

 

L’intera lista dei temi cari alla «Società aperta» (cioè drogata, multirazziale, criminale, sradicata: appunto, «aperta» nel senso di squarciata) di Soros e delle sue fondazioni miliardarie

Quest’ultima donazione è appunto per Ramin Fatehi, il quale si batte per la completa legalizzazione della marijuana – sia per uso medico che per uso ricreativo – per l’abolizione della pena di morte, per l’opposizione al razzismo sistemico intendendo di «ridurre gli effetti della overpolicing» (cioè, il depotenziamento delle attività di polizia) e inoltre per l’impegno a favore della «diversità e inclusione».

 

In pratica: l’intera lista dei temi cari alla «Società aperta» (cioè drogata, multirazziale, criminale, sradicata: appunto, «aperta» nel senso di squarciata) di Soros e delle sue fondazioni miliardarie.

 

Secondo Fatehi, la criminalità è un «sintomo di razzismo strutturale».

 

Le donazioni alla campagna di Fatehi sono solo gli ultimi atti di sostegno finanziario di Soros, e che secondo alcuni sta cercando di «rimodellare il sistema di giustizia penale della Virginia»

«Il mio ruolo è di riconoscere che il crimine è un sintomo», riferisce il Fatehi a The Appeal. «È un sintomo di razzismo strutturale, di disinvestimento sistematico della comunità, di censura, di politica scolastica diseguale e mancanza di posti di lavoro, mancanza di trasporti, mancanza di opportunità, barriere intergenerazionali alla creazione di ricchezza e disinvestimento nel trattamento dei malati di mente» 

 

Fox News ha affermato che le donazioni alla campagna di Fatehi sono solo gli ultimi atti di sostegno finanziario di Soros, e che secondo alcuni sta cercando di «rimodellare il sistema di giustizia penale della Virginia». Sempre secondo Fox News, il noto finanziere ebreo-ungherese ha precedentemente elargito danari a candidati di sinistra come Larry Krasner a Philadelphia, Kim Foxx a Chicago e Kim Gardner a St. Louis.

 

Si tratta di un cambio del paradigma filantropico sorosiano in atto da qualche anno: non si finanziano più solo i politici  – e Soros è stato per lustri uno dei principali sostenitori economici del Partito Democratico USA, mentre in Italia fu iscritto alla lista socialista-radicale Rosa del Pugno e pure socio della Coop. La nuova frontiera di trasformazione della società è influenzare chi la legge la deve far rispettare. I procuratori di varie città e stati americani, quindi, sono sempre più nel mirino dell’agenda politica di Soros.

 

L’Open Society Foundation di Soros ha ricevuto diverse critiche, avendo sostenuto iniziative per ad abolire la polizia e per aver promosso le tanto discusse «rivoluzioni colorate» atte a destabilizzare i governi e plasmando la politica secondo i propri voleri nei paesi in cui opera la Open Society.

Il New York Post, giorni fa, aveva scritto di un’altra donazione di Soros nei confronti di Maya Wiley, candidata a sindaco della città di New York. Né il contributo, né l’importo  sarebbero stati menzionati sul sito web di Soros o dall’entourage della Wiley stessa. Molti osservatori hanno sollevato dubbi riguardo la donazione, ricordando come la Wiley avesse in precedenza avvertito i residenti della città di Nuova York che la Grande Mela si stava trasformando in una città costruita dai miliardari e per i miliardari stessi.

 

L’Open Society Foundation di Soros ha ricevuto diverse critiche, avendo sostenuto iniziative per ad abolire la polizia e per aver promosso le tanto discusse «rivoluzioni colorate» atte a destabilizzare i governi e plasmando la politica secondo i propri voleri nei paesi in cui opera la Open Society.

 

 

 

 

 

 

Immagine di Heinrich-Böll-Stiftung via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

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