Geopolitica

Erevan: Israele vende armi all’Azerbaijan. Ritirato l’ambasciatore

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews.

 

 

Secondo il Sipri, nel periodo 2017-2019, Tel Aviv ha venduto a Baku armi per 375 milioni di dollari. In cinque giorni di ostilità solo bilanci parziali sulle vittime. Francia, Russia, Usa chiedono la fine delle ostilità. La Turchia, alleata dell’Azerbaijan, come condizione esige il ritiro delle truppe armene dal Nagorno-Karabakh.

Il governo armeno ha ritirato il suo ambasciatore da Tel Aviv

Il governo armeno ha ritirato il suo ambasciatore da Tel Aviv, accusando Israele di vendere armi all’Azerbaijan, suo rivale per il controllo della regione del Nagorno-Karabakh.

 

Da cinque giorni nella regione si affrontano le forze separatiste armene e l’esercito azero, in scontri che ha già fatto centinaia di morti.

 

Israele è stato il primo fornitore straniero di armi all’Azerbaijan, per un volume di 375 milioni di dollari. Le forniture riguardano soprattutto droni da attacco

Secondo i dati del Sipri (Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma), nel periodo 2017-2019, Israele è stato il primo fornitore straniero di armi all’Azerbaijan, per un volume di 375 milioni di dollari. Le forniture riguardano soprattutto droni da attacco, forniti da società come l’Elbit systems.

 

Dall’inizio delle ostilità, Armenia e Azerbaijan comunicano solo bilanci parziali sulle vittime, impossibili da verificare. Erevan ha annunciato la morte di 104 soldati e di 8 civili; Baku ha annunciato la morte di 18 civili e tace sulle vittime fra i militari. Secondo il portavoce armeno, ieri sono stati uccisi almeno 350 soldati azeri; diversi aerei e elicotteri sono stati abbattuti. L’Armenia dice che finora sono stati uccisi almeno 800 militari azeri; l’Azerbaijan rivendica la morte di 1900 soldati armeni.

 

Nei giorni scorsi, Francia  e Russia hanno confermato la presenza di miliziani jihadisti che con l’aiuto della Turchia sono giunti nel Nagorno-Karabakh per combattere affianco degli azeri.

 

Nei giorni scorsi, Francia  e Russia hanno confermato la presenza di miliziani jihadisti che con l’aiuto della Turchia sono giunti nel Nagorno-Karabakh per combattere affianco degli azeri

Francia, Russia e Stati Uniti, membri del «Gruppo di Minsk» – mediatori dei passati cessate-il-fuoco nella regione – hanno chiesto «la cessazione immediata delle ostilità».

 

Essi hanno anche chiesto ai «dirigenti dell’Armenia e dell’Azerbaijan di impegnarsi senza ritardi a riprendere i negoziati».

 

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, principale alleato del leader azero Ilham Aliev, in un discorso al parlamento di Ankara ha dichiarato che vi sarà un cessate-il-fuoco solo con un ritiro delle forze armene dal Nagorno Karabakh.

 

 

 

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Immagine d’archivio

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