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Elon Musk contro l’agenzia Reuters: «propaganda a pagamento, i traditori dello Stato profondo mi stanno dando la caccia»

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Elon Musk ha espresso il suo sostegno a una teoria diffusa online che mette in relazione l’agenzia di stampa internazionale Reuters con le indagini sulle sue attività condotte dall’attuale amministrazione del presidente statunitense Joe Biden.

 

Musk, ora stretto alleato del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, ha definito la presunta connessione «folle» e ha affermato che «spiega molto». Reuters è «propaganda pagata» che dovrebbe vergognarsi, ha aggiunto.

 

Il collegamento è stato suggerito da Mike Benz, già funzionario della prima amministrazione Trump che ora e dirige il sito web pro-libertà di parola Foundation For Freedom Online.

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Il Benz ha affermato in un post su X che l’amministrazione Biden uscente «ha pagato a Reuters oltre 300 milioni di dollari in contratti governativi» mentre contemporaneamente 11 agenzie governative statunitensi «hanno preso di mira le attività di Elon».

 

 

Benz ha citato i registri pubblici riportati dal database usaspending.gov come prova della sua affermazione, così come una serie di resoconti di Reuters sull’imprenditore che ha vinto un premio Pulitzer a maggio. La serie su «The Musk Industrial Complex» si è concentrata sui «gravi danni ai consumatori, ai lavoratori e agli animali da laboratorio nell’impero manifatturiero di Elon Musk».

 

Il miliardario è emerso come stretto alleato di Trump dopo aver sostenuto la sua candidatura a metà luglio. È destinato a diventare un membro di alto grado della nuova amministrazione statunitense responsabile della riduzione dell’inefficienza del governo.

 

Prima di schierarsi nella corsa per gli Stati Uniti, Musk è stato duramente criticato da personaggi pubblici di sinistra e organi di stampa per la sua gestione di X, precedentemente noto come Twitter, che ha acquistato nel 2022. L’obiettivo dichiarato della sua acquisizione multimiliardaria era quello di sradicare la censura sulla piattaforma, che sosteneva stesse mettendo a tacere le voci pro-conservatrici.

 

Anche in Europa vi sono in atto manovre potenti contro il Musk. Come noto, l’UE ha minacciato la piattaforma di sanzioni legali per non aver presumibilmente affrontato la «disinformazione».

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La scorsa settimana, la Musk Foundation è stata accusata di non aver rispettato i requisiti statunitensi per le organizzazioni benefiche, in base alle sue ultime dichiarazioni dei redditi presentate all’Internal Revenue Service (IRS).

 

Da allora, il New York Times ha riferito che il miliardario e la sua azienda SpaceX sono sotto inchiesta per conformità alle norme statunitensi sulle informazioni classificate. Musk ha risposto al rapporto affermando che «i traditori dello Stato profondo mi stanno dando la caccia, usando i loro complici pagati nei media tradizionali».

 


 

A marzo, Musk ha dichiarato che «i media tradizionali mentono con la stessa facilità con cui si respira» e che «Reuters è la cosa peggiore in questo momento».

 

Come riportato da Renovatio 21, attacchi velati a Musk sembravano affiorare anche da un discorso dell’anno scorso del presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.

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Immagine di MINISTÉRIO DAS COMUNICAÇÕES via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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