Persecuzioni

Due suore cattoliche arrestate in India: si scatena un grave scandalo politico

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L’arresto delle due suore cattoliche in India ha causato uno scandalo politico nazionale che i leader dell’opposizione definiscono una persecuzione politica di una minoranza religiosa fomentata dal governo. Lo riporta LifeSite.

 

Il 25 luglio, due suore si sono recate dalla città di Agra alla stazione ferroviaria di Durg, nello stato del Chhattisgarh. Suor Preeti Mary e Suor Vandana Francis, delle Suore di Maria Immacolata di Assisi, stavano incontrando tre giovani donne che, a quanto pare, avrebbero dovuto lavorare per le suore in un ospedale di Agra. Le tre giovani donne erano accompagnate da un giovane uomo, che le accompagnava durante il viaggio verso Durg.

 

Quando il gruppo si è riunito alla stazione ferroviaria, secondo quanto riferito, è stato circondato da una folla guidata da membri del Bajrang Dal, un gruppo nazionalista indù militante. La folla ha accusato le sorelle di aver rapito le giovani donne per convertirle con la forza.

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Secondo UCA News, le giovani donne appartengono alla Chiesa protestante dell’India meridionale e non alla Chiesa indù. Inoltre, erano in possesso di lettere di consenso dei genitori per il loro impiego ad Agra. Nonostante ciò, la polizia ferroviaria governativa ha arrestato le due suore e il giovane, accusandoli di conversione religiosa forzata e tratta di esseri umani, mentre le giovani donne sono state portate in un rifugio. Questi reati potrebbero comportare una pena detentiva di 10 anni se le suore venissero condannate.

 

Le suore e il giovane sono rimasti in custodia dopo il loro arresto. Forti condanne da parte della Chiesa e dei leader dell’opposizione. La Conferenza episcopale cattolica indiana (CBCI) ha «condannato fermamente» l’arresto e la «presunta aggressione fisica» delle due suore in una dichiarazione rilasciata il 27 luglio.

 

«Esprimendo profonda preoccupazione e indignazione, la CBCI ha sottolineato che questo incidente fa parte di un inquietante schema di molestie, false accuse e casi inventati che hanno preso di mira le donne religiose negli ultimi mesi», si legge nel comunicato stampa.

 

«Nel caso di Durg, le religiose sarebbero state arrestate nonostante le lettere di consenso scritte dei genitori delle ragazze che le accompagnavano, tutte maggiorenni», prosegue la dichiarazione. «Alcune segnalazioni suggeriscono anche che le donne siano state aggredite fisicamente dopo l’arresto».

 

«La Chiesa cattolica solleverà questa questione su tutte le piattaforme appropriate e si opporrà fermamente a qualsiasi tentativo di diffamare la dignità delle suore e dei sacerdoti religiosi o di limitare la libertà religiosa», ha affermato la CBCI.

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Sebbene il sostegno dei vescovi cattolici alle suore fosse prevedibile, l’incidente ha anche portato alla condanna di politici di alto rango dell’opposizione, che potrebbero aver visto la situazione come un’opportunità per attaccare il primo ministro Narendra Modi e il suo partito Bharatiya Janata (BJP) per i maltrattamenti nei confronti delle minoranze religiose, nonostante la costituzione indiana garantisca la libertà religiosa.

 

Rahul Gandhi, leader dell’opposizione nel Lok Sabha (la camera alta del parlamento indiano), ha definito l’arresto un esempio del «governo della folla del BJP-RSS». Il Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), movimento incentrato sull’hindutva (cioè l’«induità», che si prefigge il suprematismo dell’induismo sulle altre religioni, soprattutto le non-autoctone) è considerato come l’ente madre del BJP di Modi.

 

Il celebre esponente della dinastia politica indiana, di origini cimbro-venete da parte di madre, ha affermato che il governo era impegnato in una «persecuzione sistematica delle minoranze» e in un «pericoloso schema» di attacchi contro gli individui a causa della loro fede.

 

«La libertà religiosa è un diritto costituzionale», ha sottolineato il Gandhi, figlio di Rajiv Gandhi e Sonia Majno, nonché nipote di Indira Gandhi e quindi bisnipote del fondatore dell’India indipendente Jawaharlal Nehru.

 

Il Chhattisgarh, lo stato in cui è avvenuto l’arresto delle suore, è governato dal BJP. Vushnu Deo Sai, primo ministro del Chhattisgarh, ha difeso le azioni della polizia, definendole «traffico di esseri umani sotto le mentite spoglie di conversione religiosa», e ha osservato che la legge avrebbe fatto il suo corso.

 

Le suore sono originarie dello stato meridionale del Kerala, dove il loro arresto ha scatenato intense proteste a loro favore. I parlamentari del Fronte Democratico Unito (UDF) e del Fronte Democratico di Sinistra (LDF) hanno inscenato una protesta presso il Parlamento statale, sventolando cartelli con la scritta «Stop agli attacchi alle minoranze».

 

Pinarayi Vijayan, primo ministro del Kerala, ha dichiarato che il suo governo «esprime solidarietà alle persone colpite e offrirà tutto il supporto possibile», e ha scritto al primo ministro Modi per chiedere l’immediato rilascio delle suore. Il Vijayan è membro del Partito Comunista Indiano, che di fatto prospera in Stati come il Bengala Occidentale e il Kerala dove la presenza cattolica è maggiore.

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Anche KC Venugopal, parlamentare del Kerala, ha condannato gli arresti definendoli «politicamente motivati» e «inaccettabili», e ha scritto al ministro federale degli Interni Amit Shah, chiedendo che vengano presi provvedimenti contro coloro che hanno istigato gli attacchi alle suore.

 

Il sostegno alle suore da parte di diverse parti, compresi i comunisti, potrebbe essere in parte dovuto al clima politicamente teso in India. Modi ha ottenuto un terzo mandato come primo ministro nel 2024, ma il suo BJP non è riuscito a mantenere la maggioranza assoluta. L’opposizione, quindi, potrebbe vedere gli attacchi contro i cristiani come un’opportunità per attaccare Modi, incolpando il suo partito nazionalista indù BJP per gli attacchi alle minoranze religiose.

 

I cristiani rappresentano il 2,3% della popolazione indiana, che conta oltre 1,4 miliardi di persone, di cui circa l’80% è induista. Il cristianesimo, in termini assoluti presenta comunque una cifra considerevole di fedeli: sarebbero più di 32 milioni.

 

Non si tratta della prima volta che suore vengono aggredite o arrestate in India. Tre anni fa aggressioni a Francescane del Cuore Immacolato di Maria si registrarono dopo il suicidio di una minore in un ostello nel distretto di Thanjavur (diocesi di Kumbakonam, Tamil Nadu). Vi furono, anche in quel caso, le immancabili accuse di conversione.

 

C’è stato poi il caso della suora arrestata dopo aver preso i voti, alla prima occasione di ritorno nel suo villaggio di origine a Ranchi, sempre nel Chhattisgarh.

 

Come riportato da Renovatio 21, il ministero della Difesa indiano nel 2021 aveva di fatto sfrattato un orfanotrofio delle Missionarie della Carità, le suore di Madre Teresa nel distretto di Kanpur.

 

È stato riportato, sempre quattro anni fa, che l’ispezione di una Commissione per i diritti dell’Infanzia avrebbe terrorizzato le ragazze dell’ostello gestito da suore in un villaggio del Madhya Pradesh.

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Come riportato da Renovatio 21, contro le conversioni al cristianesimo si è mossa anche Bollywood con un film che ha suscitato ampie controversie. Lo slancio anti-conversioni attualmente in corso in India potrebbe portare alla condanna a morte di cristiani «colpevoli» di evangelizzazione. L’uccisione di cristiani è stata chiesta apertis verbis da un leader nazionalista indù pochi mesi fa. Proprio nel Chhattishgarh quattro anni fa un guru induista aveva detto in un video «tagliate la testa a chi viene per convertirvi».

 

Nel frattempo le violenze contro i cristiani continuano senza requie: sono stati attaccati di recente pellegrini del Giubileo, così come è emerso sempre più chiaramente l’aumento delle violenze anticristiane nei pressi del Natale. Il governo ciclicamente risponde alle proteste di fedeli e vescovi smentendo gli attacchi.

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Immagine di Michael Foley via Wikimedia pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0

 

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