Geopolitica

Droni Pakistani permettono ai talebani di conquistare il Panshir

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Tutti i giornali mondiali hanno battuto la notizia della probabile caduta della valle del Panshir, dove era arroccata l’ultima resistenza ai talebani costituita dai guerriglieri tajiki della cosiddeta «Alleanza del Nord» un tempo guidata da Ahmad Shah Massoud. Il giovane figlio di Massoud, Ahmad jr., aveva promesso al mondo che avrebbe combattuto fino alla fine. Si trattava con evidenza di un bizzarro signore della guerra di cartapesta buono per le copertine di Vanity Fair, con scontato appoggio di Bernard Henry-Levy.

 

Ora il gruppo pare si sia dileguato sulle montagne. La valle era già isolata e alcuni membri dell’Alleanza hanno cambiato casacca facendo accordi con gli studenti coranici. Secondo alcune fonti, l’attacco è arrivato dopo che Massoud junior aveva rifiutato di fare parte di  un governissimo inter-tribale guidato dal mullah Baradar.

 

A giocare un ruolo primario nella presa del Panshir sarebbero stati droni del Pakistan, che avrebbero coperto l’avanzata talebana nella valle ribelle.

 

I droni pakistani impiegati sarebbero made in China

Il Pakistan, oltre ad avere messo in campo consiglieri militari e aver passato ai talebani l’intelligence necessaria all’operazione, avrebbe lanciato, scrive RID,  un «dispiegamento nell’area di team di forze speciali e dell’ISI – il servizio segreto pachistano – e velivoli, in particolare UAV impiegati tanto per compiti di sorveglianza e ricognizione, tanto per missioni d’attacco».

 

I droni pakistani impiegati sarebbero made in China. Cinque di questi UAV, chiamati CH-4, sono stati acquistati a fine 2020 per essere consegnati e schierati alla base di Bahawalpur (vicino al problematico confine con l’India) ad inizio 2021.

 

«I CH-4 sarebbero stati impiegati direttamente nelle operazioni che hanno causato la morte di importanti esponenti dell’ex Alleanza del Nord, tra cui il portavoce della Resistenza Fahim Dashti e 3 ufficiali dell’ormai smembrato Esercito nazionale afghano, incluso il Generale Abdul Wudod Zara, nipote di Massoud padre».

 

Per i talebani si tratta di una bizzarra nemesi storico-tecnologica.

 

Per i talebani si tratta di una bizzarra nemesi storico-tecnologica

I droni sono stati il flagello per i talebani e per l’Afghanistan in generale, quando in era Obama le operazioni dei velivoli senza pilota vennero spietatamente gestite direttamente dalla CIA, che ha centrato una quantità impressionante di feste di matrimonio, dove assieme al terrorista da colpire (che magari si è salvato, e ora è al governo a Kabul…) venivano disintegrate quantità di donne, vecchi e bambini.

 

Ora, proprio grazie ai droni i talebani si riprendono l’ultimo pezzo di Paese.

 

La tecnologia degli aerei senza pilota si dimostra sempre più importante in ambiti militari anche ristretti. Essa è utilizzata pure da potenze regionali di media grandezza per operazioni militari per la sfera di influenza, come nel caso della Turchia e dei suoi droni impiegati in Libia per attaccare le truppe di Haftar e difendere il governo filoturco di Tripoli.

 

Pochi mesi fa Renovatio 21 ha riportato il caso dei droni yemeniti che avrebbero attaccato l’Arabia saudita.

 

Tuttora inspiegati attacchi di droni hanno colpito la città di al Bukamal in Siria a fine primavera.

 

La guerra con i droni sia da temere molto meno della sua fase successiva: la guerra con gli slaughterbots

Come riportato da Renovatio 21, lo storico americano Francis Fukuyama ha recentemente predetto che la guerra del futuro sarà essenzialmente a base di droni.

 

«Mi sono reso conto che la tecnologia dei droni prima o poi sarebbe stata usata anche da altri Paesi, cambiando i rapporti di forza e la natura stessa dei conflitti terrestri» ha dichiarato Fukuyama.

 

Renovatio 21 ritiene che la guerra con i droni sia da temere molto meno della sua fase successiva: la guerra con gli slaughterbots.

 

Nel frattempo, droni vengono usati anche per la repressione sanitaria nel regime pandemico – anche la Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti aveva in programma di farlo.

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