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Droni americani eliminano a Baghdad il leader delle milizie sostenute dall’Iran ritenuto responsabile degli attacchi alle basi USA

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Giovedì un attacco di droni statunitensi a Baghdad ha ucciso un importante leader della milizia, segnando un’altra significativa escalation che potrebbe portare a una vera e propria guerra regionale. Lo riporta il sito Antiwar.

 

L’attacco ha ucciso Mushtaq Talib al-Saidi, noto anche come Abu Taqwa, vice comandante delle operazioni delle Forze di mobilitazione popolare (PMF) a Baghdad. Le PMF sono una coalizione di milizie irachene per lo più sciite che fanno parte delle forze di sicurezza del governo.

 

Almeno un altro membro della milizia è stato ucciso nell’attacco, che ha preso di mira una base delle PMF a Baghdad. Più tardi giovedì il Pentagono ha confermato di essere responsabile dell’attentato.

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Il Pentagono sostiene che Abu Taqwa fosse ritenuto responsabile degli attacchi alle basi statunitensi in Iraq e Siria iniziati in ottobre in risposta al sostegno degli Stati Uniti all’assalto israeliano a Gaza, ma gli Stati Uniti non hanno fornito alcuna prova a sostegno di tale affermazione.

 

L’attacco dei droni ha fatto infuriare il governo iracheno, che lo ha condannato come una «flagrante violazione della sovranità e della sicurezza dell’Iraq» e ha affermato che «non era diverso da un atto terroristico».

 

Da ottobre gli Stati Uniti hanno lanciato diversi attacchi aerei in Iraq, tutti fermamente condannati dal governo del primo ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani, presunto partner degli Stati Uniti nel Paese.

 

Anche il governo di Al-Sudani ha condannato gli attacchi alle basi americane in Iraq, ma vuole lavorare per trovare i responsabili e si oppone fermamente agli attacchi aerei unilaterali americani e alle uccisioni extragiudiziali.

 

Al-Sudani ha detto la scorsa settimana che il suo governo «si stava dirigendo verso» la fine della presenza di forze straniere in Iraq, che comprende 2.500 soldati statunitensi.

 

Il Parlamento iracheno aveva votato per espellere le truppe statunitensi nel 2020 in seguito all’attacco dei droni statunitensi che ha ucciso il generale iraniano Qasem Soleimani e il leader delle PMF Abu Mahdi al-Muhandis, ma gli Stati Uniti si sono rifiutati di andarsene.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’ayatollah iraniano Ali Khamenei l’anno passato ha dichiarato che un soldato americano in Iraq è «di troppo».

 

L’Iraq è stato vittima di bombardamenti da parte della Turchia che sostiene di colpire obiettivi «terroristici», cioè gruppi curdi.

 

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Immagine di Jonathan Cutrer via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

 

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