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Disneyland è diventata un «super-sito di vaccinazioni di massa»

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Disneyland  diventerà un «super-sito per la vaccinazione di massa» e inizierà le operazioni in settimana. Lo riferisce CBS News.

 

Il grande parco di proprietà della Disney è il più grande datore di lavoro dell’intera contea di Orange in California, che ha 3,1 milioni di abitanti e 190.000 residenti risultati positivi al COVID.

 

Disneyland  diventerà un «super-sito per la vaccinazione di massa» e inizierà le operazioni in settimana

Lo scorso lunedì, i funzionari hanno annunciato che il resort diventerà il primo «Super Point-of-Dispensing» (POD), cioè il primo «super-punto di distribuzione» nella contea su cinque località regionali pianificate con la capacità di vaccinare migliaia di persone ogni giorno.

 

«Il Disneyland Resort (…) si è fatto avanti per ospitare il primo sito Super POD della contea, intraprendendo un compito monumentale nel nostro processo di distribuzione delle vaccinazioni», ha dichiarato il presidente ad interim Andrew Do, supervisore della contea di Orange, in un dichiarazione.

 

 

Qualche anno fa Disneyland, si ricorderà, fu al centro di una supposta epidemia di morbillo tra i bambini, il cui scandalo spinse una stretta sull’obbligo di vaccinazione in California, con annessa caccia alla strega No-Vax.

«Il coronavirus ha portato sia una crisi di salute pubblica che una devastazione economica», ha detto il indaco di Anaheim Harry Sidhu. «Con questo super-sito, inizieremo a superare entrambi. Ogni vaccinazione fatta ad Anaheim aiuterà a salvare vite umane e ad accelerare la riapertura e il recupero della nostra città».

«Disneyland Resort è orgoglioso di aiutare a sostenere Orange County e la città di Anaheim con l’uso della nostra proprietà, e siamo grati per tutti i loro sforzi per combattere COVID-19», ha dichiarato alla CBS la dott.ssa Pamela Hymel, Chief Medical Officer di Disney Parks .

 

«Dopo un anno in cui così tanti nella nostra comunità hanno affrontato difficoltà e incertezze senza precedenti, ora c’è motivo di ottimismo con la somministrazione di un vaccino».

Qualcuno ricorderà che anche in Italia, poco dopo, abbiamo avuto un caso che riuniva i grandi parchi di divertimenti per l’infanzia e i vaccini: Il ministro Lorenzin parlò di Gardaland

 

Qualche anno fa Disneyland, si ricorderà, fu al centro di una supposta epidemia di morbillo tra i bambini, il cui scandalo spinse una stretta sull’obbligo di vaccinazione in California, con annessa caccia alla strega No-Vax.

 

Qualcuno ricorderà che anche in Italia, poco dopo, abbiamo avuto un caso che riuniva i grandi parchi di divertimenti per l’infanzia e i vaccini. L’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin in una intervista affermò che «un Paese confinante del Veneto, non italiano, ha mandato, pochi giorni fa una circolare, pubblicata sui suoi giornali, con la quale invitava i bambini di quel Paese e i loro genitori a non andare a Gardaland a causa del basso tasso di immunizzazione per il morbillo».

 

L’assessore alla Sanità del Veneto, Luca Coletto, contestò il ministro l’inesistenza di tale epidemia in Veneto, mentre l’amministratore delegato di Gardaland Aldo Maria Vigevani comunicò che «Gardaland tiene a chiarire che, all’interno del Parco, non c’è stato e non c’è alcun problema specifico legato alle vaccinazioni».

 

Da luogo di epidemia a luogo di (super)vaccinazione: si compie la metamorfosi degli spensierati luoghi del divertimento infantile in templi del Biototalitarismo sanitari

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