Civiltà

Devastano e profanano il cimitero alla vigilia di Pasqua

Pubblicato

il

 

 

 

 

Il cimitero dell’Arcella, un quartiere di Padova, la notta scorsa è stato devastato con ferocia incredibile.

 

Il cimitero dell’Arcella, un quartiere di Padova, la notta scorsa è stato devastato con ferocia incredibile

«Sono state distrutte tombe di famiglia, sradicate croci e impiantate agli ingressi delle cappelle, sono stati scoperchiati alcuni loculi ma le urne all’interno non sembrano profanate. Un accanimento perfino difficile da spiegare, secondo le descrizioni fornite fino a questo momento da chi sta eseguendo i rilievi all’interno» ha scritto il quotidiano locale Il Mattino di Padova.

 

I primi visitatori del cimitero, che hanno potuto accorgersi dello scempio nelle prime ore del mattino quando si recavano a fare visita alla tomba dei loro cari nella viglia del giorno della Resurrezione, sono affranti sconvolti. Gli investigatori parlano di «scena mai vista prima».

 

«Sono state distrutte tombe di famiglia, sradicate croci e impiantate agli ingressi delle cappelle, sono stati scoperchiati alcuni loculi»

Prima di attaccare il campo santo, i vandali sacrileghi hanno distrutto tutte le telecamere che potevano riprenderli, a riprova che con probabilità non si è trattato di un crimine appetitivo dovuto ad ubriachezza o stupida aggressività da stupefacente, ma di un gesto programmato ed eseguito con estrema diligenza.

 

Dopo l’immonda distruzione del cimitero, gli ignoti profanatori sono penetrati nella vicina Polisportiva, dove – dopo aver cagionato altri danni vandalici – si sono lavati.

 

«È sicuramente qualcuno che conosce il posto, se sapeva che in quella zona era possibile lavarsi», ha dichiarato al Mattino una persona vicina alla parrocchia.  Un altro indizio potrebbe essere che i perpetratori di questo abominio sarebbe entrati dal parco adiacente, forse un luogo che hanno ben presente.

 

«Una civiltà che non rispetta i morti non merita di sopravvivere» si dice spesso in questi casi. Tuttavia, non siamo sicuri che la mano profanatrice provenga dalla nostra Civiltà

Parce Sepulto, scriveva Virgilio nell’Eneide. Abbi rispetto per chi è sepolto: non nutrire rancore perfino verso i nemici, se sono morti, odiarli e accanirsi su un cadavere che senso può avere? Con evidenza, la banda non può avere contezza dei fondamenti storici e morali della convivenza umana.

 

«Una civiltà che non rispetta i morti non merita di sopravvivere» si dice spesso in questi casi. Tuttavia, non siamo sicuri che la mano profanatrice provenga dalla nostra Civiltà.

 

Potrebbe essere, ipotesi, quella di un’altra Civiltà, che la vuole soppiantare. Per questo si accanisce contro i simboli del Cristianesimo il giorno prima della sua festa più importante, nella notte in cui Dio giacque nella tomba.

 

Per questo si accanisce contro i simboli del Cristianesimo il giorno prima della sua festa più importante, nella notte in cui Dio giacque nella tomba. Ecco un’altra vittima del sacrilegio, Nostro Signore Gesù Cristo

Ecco un’altra vittima del sacrilegio, Nostro Signore Gesù Cristo, origine e vertice della Civiltà umana, Colui che ha sconfitto la morte e ha salvato il mondo.

 

È chiaro che chi lo vuole sostituire deve agire così, di notte, come un ladro, come un codardo, forse senza nemmeno comprendere a fondo che la sua devastazione vorrebbe significare che la Resurrezione non è mai avvenuta.

 

Quanto si sbagliano.

 

«Per te è salito vittorioso dagli inferi, ha spezzato le porte di bronzo, ha rotto le sbarre di ferro, ha conquistato la fortezza dell’inferno, ha schiacciato le teste del drago» scriveva Sant’Amedeo 900 anni fa.

 

Fossimo i responsabili, qualche brivido lo avremmo

«Ha fatto una carneficina dei tuoi nemici; ha immobilizzato nel pozzo il principe dell’inferno… Ha ucciso la morte ed ha messo ai ferri l’autore della morte».

 

Fossimo i responsabili, qualche brivido lo avremmo.

 

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version