Protesta

Cresce il fermento anti-NATO in Europa

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In vari Paesi d’Europa, dove la popolazione è fiaccata dalla crisi economica indotta dall’assenza del gas proveniente dalla Federazione Russa, sta crescendo il fermento di chi vede nella NATO un’ostacolo al benessere del proprio Paese e pure a quello personale: bollette astronomiche, imprese che chiudono e la minaccia di non sapersi riscaldare questo inverno cominciano a smuovere anche geopoliticamente l’opinione pubblica.

 

Una grande folla che sventolava il tricolore francese ha manifestato a Parigi con lo slogan «usciamo dalla NATO».

 

L’eurodeputato francese Florian Philippot ha pubblicato su Twitter un video della manifestazione, scrivendo: «“Sortons de l’OTAN” crient des milliers et des milliers de Français cet après-midi à Paris ! Énorme ! Vive la Paix !» («”Usciamo dalla NATO” gridano migliaia e migliaia di francesi questo pomeriggio a Parigi! Enorme  Viva la Pace!»).

 

Il colpo d’occhio della folla, con lo striscione «Résistance» bene in vista, è abbastanza impressionante.

 

La folla scandisce lo slogan «Sortons vite dell’OTAN!». Ossia «Usciamo rapidamente dalla NATO».

 

 

In Italia va rilevato il caso del governatore della Campania Vincenzo De Luca.  In una diretta Facebook del 7 di questo mese, annunciando che per la pace vi sarà  una «grande manifestazione [che] si terrà a Napoli nell’ultimo fine settimane di ottobre», il De Luca ha dichiarato che «l’Italia e i governi non possono più essere una appendice della NATO, una segreteria distaccata del suo generale Jens Stoltenberg che per quello che mi riguarda sta dando prove di grande ottusità politica» –

 

Si tratta di un’incredibile accusa diretta alla figura di vertice, per quanto cosmetico-rappresentativa, dell’Alleanza Atlantica.

 

«Abbiamo il dovere di reintrodurre nel linguaggio della politica la parola pace» ha continuato l’ex sindaco sceriffo di Salerno. «Abbiamo anche il dovere di dire agli italiani che siamo in guerra se l’obiettivo è la vittoria militare dell’Ucraina».

 

«Non possiamo vivere in una economia di guerra senza dirlo in maniera esplicita» ha dichiarato con schiettezza il piddino, noto per i discorsi sui lanciafiamme alle feste di laurea duranti i lockdown COVID.

 

Anche la Germania dà segni di insofferenza nei confronti degli Atlantici.

 

Sabato 8 ottobre a Berlino, una folla che l’emittente di Stato tedesca Deutsche Welle ha definito «sostenitori del partito di estrema destra Alternativ für Deutschland (AfD)» ha manifestato davanti al Reichstag contro l’aumento dell’inflazione.

 

Un leader del partito, Tino Chrupalla, ha accusato il governo tedesco di aver dichiarato guerra economica alla Russia e di aver fatto guerra al suo stesso popolo. Ha detto che «il prezzo del gas tornerà normale quando compreremo gas a buon mercato dalla Russia».

 

I manifestanti hanno cantato «Abbasso Habeck», riferendosi al ministro dell’Energia e dell’Ambiente del Partito dei Verdi Robert Habeck. Circa 2.000 poliziotti sono stati schierati intorno alla manifestazione.

 

Come riportato da Renovatio 21, una manifestazione massiva sull’instonibilità per la popolazione della condizione attuale si era avuta a settembre a Praga.

 


 

Contro l’inflazione è scesa in piazzo anche Vienna tre settimane fa con decine di migliaia di dimostranti.

 

In Gran Bretagna una grande protesta sul costo della vita, chiamata enough is enough, ha debuttato questa settimana in molte città del Regno.

 

In un momento grottesco davvero, sostenitori della NATO, con bandiere e striscioni, sono stati visti marciare al corteo del 25 aprile a Milano.

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

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