Epidemie
Contagio di demenza statistica collettiva: italiani, ma li vedete questi dati?
Vediamo un attimo di ricapitolare a quale stadio di demenza statistica collettiva sia arrivati.
Prendiamo l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità.
Al 14 novembre i tamponi positivi tra non vaccinati erano 23.176. Già, ma non tutti i positivi tra i non-vaccinati vengono trovati: infatti abbiamo già visto che su 3,5 milioni di italiani non vaccinati solo 1 milione scarso sta facendo tamponi ogni 48 ore per andare al lavoro.
I vaccinati i tamponi manco li fanno più, tranne in caso di sintomi, viaggi speciali e visite in ospedale.
Questo significa che i numeri trovati andrebbero, in proiezione, moltiplicati. Per i non-vaccinati dovremmo moltiplicarli di circa 5 volte poiché sono 3,5 milioni ma i tamponi li fanno solo meno di 1 milione di utenti tra loro, tamponi che vanno uniti ai tamponi che fanno i vaccinati.
Per essere sportivi ci limiteremo a moltiplicarli semplicemente per 4. Facciamo insomma finta che il numero di non vaccinati positivi asintomatici «sommersi» sia solo 3 volte rispetto a quelli trovati.
Fate due conti sugli under 40. Sono i valori evidenziati in blu.
Su 100.000 (23.176 x 4) non-vaccinati positivi stimati – per essere sportivi – ci sono state 24 terapie intensive e 6 decessi.
Facciamo due conti per vedere la letalità di questo COVID per gli under 40.
100.000: 24= 4166
100.000:6= 16.666
Un cittadino under 40 se prende il COVID – se lo prende – ha 1 possibilità su 4166 di passare per le terapie intensive e 1 possibilità su 16.666 di morire
Un cittadino under 40 se prende il COVID – se lo prende – ha 1 possibilità su 4166 di passare per le terapie intensive e 1 possibilità su 16.666 di morire.
Il tasso di letalità degli incidenti stradali in Italia è di 1 su 8.333 (12 su 100.000).
Quello del COVID è la metà. E parliamo di un valore medio, quindi un bambino avrà un tasso decine di volte inferiore a quello di un trentenne!
Se volete essere ancora meno sportivi, fate pure finta che i positivi «sommersi» siano solo 2 volte rispetto a quelli rilevati. Ottenete lo stesso tasso di letalità degli incidenti stradali.
Passiamo ai contagi. Abbiamo già affrontato il tema altre volte. Lo ripetiamo. Quanto si contagiano in meno i vaccinati rispetto ai non-vaccinati?
Facciamo i rapporti tra i valori in verde.
Come abbiamo già dimostrato in passato attraverso le tabelle precedenti all’entrata in vigore del green pass: i vaccinati non si tamponano più, avendo di diritto automatico al pass. Quindi è logico che il tasso di contagi rilevato sia di molto superiore a svantaggio dei non-vaccinati, che i tamponi devono farli.
Di quanto superiori? Per rispondere ci sono le tabelle di luglio 2021, prima che entrasse in vigore il green pass. Da queste tabelle emergeva che i vaccinati rimangono contagiosi al 60%.
Ad ogni modo, guardiamo gli ultimi dati sui contagi (quelli in verde), e facciamo pure finta di non considerare questo grave difetto di rilevazione (bias).
Calcolare i rapporti percentuali non è difficile per nessuno.
Conclusione: i vaccini per gli under 40 non servono a nulla né per la propria salute né per limitare il contagio collettivo. È una leggenda metropolitana che vi spacciano governo e giornali – i quali fanno finta che i dati dell’Istituto Superiore di Sanità non esistano. Non parliamo di tesi no vax, di UFO di Roswell o di mostri rettiliani.
Sono i dati del Ministero della Salute della Repubblica Italiana.
Non solo, ma il pericolo dei vaccini dichiarato dall’AIFA è superiore al rischio del COVID.
Sono tutti dati del governo. Guardate le tabelle dell’AIFA per ogni 100.000 vaccinati under 40.
Ripetiamolo: questi sono numeri sanitari ufficiali forniti dagli enti pubblici preposti.
Italiani, ma li vedete questi dati?
Gian Battista Airaghi