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Cenni di dottrina nucleare americana

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Gli Stati Uniti non hanno mai dichiarato una politica di  rifiuto del First Strike – cioè di rinunzia ad un primo utilizzo – delle armi nucleari.

 

Tale politica è stata esplicitamente respinta nella Nuclear Posture Review del 2018 dell’amministrazione Trump e non compare nella Nuclear Posture Review del 2022 dell’amministrazione Biden, anche se il presidente Joe Biden una volta ha promesso che l’avrebbe dichiarata esplicitamente dottrina nucleare degli Stati Uniti.

 

Di fatto, come dimostrato dal professore del MIT Ted Postol nel corso degli anni, l’arsenale nucleare USA  è configurato per essere usata, tra gli altri mezzi, come parte integrante di una politica di «deterrenza integrata» promulgata dal Segretario alla Difesa Lloyd Austin.

 

L’affioramento del sottomarino missilistico balistico di classe Ohio USS West Virginia nel Mar Arabico lo scorso ottobre è stato interpretato a Mosca come un messaggio che, in effetti, gli Stati Uniti credono di avere la capacità di colpire il potenziale nucleare della Russia in un primo attacco.

 

In secondo luogo, la politica statunitense di guerra preventiva di cui ha parlato di recente il presidente russo Vladimir Putin, ha avuto origine con il Giorgio W. Bush nella sua strategia di sicurezza nazionale del 2002 che seguiva l’attentato delle Torri Gemelle.

 

Il documento bushiano invocava una politica di «prelazione» per «prevenire» gli attacchi terroristici. Tale politica fu usata come base per l’attacco degli Stati Uniti all’Iraq l’anno seguente.

 

Fino alla settimana scorsa il Cremlino aveva ribadito, e a più riprese, la propria dottrina atomica. Lo aveva fatto il portavoce presindenziale Dmtrij Peskov, e pure il vice ministro degli Esteri di Mosca Alexander Grushko. La Russia sosteneva di poter utilizzare l’opzione termonucleare solo dinanzi a realtà in grado di minacciare la sua stessa esistenza.

 

La Russia si trova a parlare di nucleare in un momento dove teme di subire non solo la guerra atomica NATO, ma anche attacchi false flag con bombe sporche da parte del regime di Kiev.

 

Il Cremlino ha dichiarato lo scorso aprile che l’Ucraina stava sviluppando armi atomiche. La Polonia, invece, ha ipotizzato una fornitura a Kiev di bombe termonucleari.

 

Lo stesso Peskov a inizio conflitto aveva detto pubblicamente che l’operazione militare speciale di Mosca serviva ad impedire la guerra nucleare.

 

Nel frattempo in USA l’ammiraglio Charles Richard, il comandante uscente del Comando Strategico degli Stati Uniti, in una conferenza di due settimane fa lasciato trasparire la sua preoccupazione riguardo il fatto che l’attuale costrutto di deterrenza nucleare degli Stati Uniti possa non funzionare sia contro la Russia che contro la Cina, che descrive come potenze nucleari «quasi pari» con cui gli Stati Uniti sono in concorrenza.

 

Il 31 luglio il presidente Vladimir Putin ha partecipato alle celebrazioni annuali della Giornata della Marina a San Pietroburgo con l’ispezione della flotta e la parata delle navi ha presentato la nuova Dottrina Navale della Federazione Russa, garantendo che la Marina di Mosca sarà presto dotata di armi ipersoniche, una tecnologia offensiva di cui gli USA non dispongono ancora pienamente.

 

 

 

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