Geopolitica

Bruxelles, vera economia di guerra: il Recovery Fund dirottato per fare munizioni da dare a Kiev

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Il commissario per il mercato interno Thierry Breton ha presentato questa settimana la proposta della Commissione Europea per la produzione di 1 milione di proiettili in 12 mesi, tutti da dare ovviamente all’Ucraina.

 

La Commissione della Von der Layen lancerà un fondo di 500 milioni di euro, prelevato dai fondi del Fondo Sociale Europeo, per fare leva con gli investitori privati.

 

I governi possono anche utilizzare i soldi del Recovery Fund per finanziare il piano, è stato suggerito.

 

Per risolvere i colli di bottiglia del settore, il Breton ha suggerito di far funzionare la produzione 24 ore su 24, revocando le restrizioni sui turni notturni. «Alcuni Stati membri hanno espresso le loro richieste e hanno escogitato piani per accelerare le cose», ha detto Breton, secondo Euractiv, senza specificare quali lo hanno fatto.

 

«Possiamo utilizzare il Fondo sociale europeo. Quando si parla di economia di guerra, cerchiamo di trovare soluzioni, pensiamo fuori dagli schemi».

 

Breton ha citato l’esempio della produzione di vaccini contro il COVID-19, che è stata messa a dura prova, e la decisione di «creare una sorta di pool di competenze e creare partenariati con trasferimenti di competenze, per aiutarci ad accelerare in questo periodo di transizione» quando «era necessario mobilitare le competenze, per condividere le competenze da uno Stato membro all’altro».

 

«Alcune delle industrie [della difesa] hanno lavorato molto su una base a silo e non hanno davvero visto cosa stava succedendo alla porta accanto», ha aggiunto.

 

Una timida opposizione in Italia è stata tentata contro l’uso dei soldi del Recovery Fund per la produzione di armi, ma le forze governative hanno risposto che tali fondi sono già destinati a progetti e che sarebbe difficile cambiare.

 

Aveva ragione il ministro tedesco Annalena Baerbock, quando al Consiglio d’Europa mesi fa disse «siamo in guerra con la Russia». Non è un lapsus, è la pura verità.

 

Una guerra moderna, combattuta sporcamente usando proxy (gli ucraini e le loro bande neonaziste) e armi economiche – le infinite sanzioni, il congelamento dei miliardi della Banca Centrale Russa – che non è però mai stata dichiarata, né votata da alcun parlamento.

 

Siamo sicuri che l’Europa, quindi, sia un insieme di democrazie? Siamo sicuri che l’Europa sia un ente democratico, invece che una tirannide oligarchico-burocratica assettata del sangue dei suoi cittadini – sottomessi alla clausura e a innesti genici sperimentali – e ora gettati in conflitto con la maggiore potenza termonucleare del pianeta.

 

 

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