Bizzarria
Boss del cartello ecuadoriano assassinato e sepolto con centinaia di pistole e fucili
Julian Sevilliano, un boss del cartello ecuadoriano assassinato noto come «El Fatal» è stato sepolto con centinaia di armi nella sua bara la scorsa settimana. Lo riporta il New York Post.
Circondato da centinaia di pistole, fucili e fucili, il 39enne era il leader della banda chiamata «Los Fatales». La scorsa settimana stava lavando un’auto quando gli è stata «improvvisamente tesa un’imboscata da parte di uomini armati». El Fatal è stato ucciso dai sicari, così come la figlia ventenne che era con lui.
L’omicidio è stato attribuito ad una banda rivale, secondo quanto trapelato.
Dopo l’omicidio, la famiglia del leader del cartello ha rifiutato di lasciare che la polizia locale prendesse il corpo. La famiglia ha preso i resti e ha programmato un «funerale di massa» per il giorno successivo, dice il rapporto.
Sostieni Renovatio 21
Al funerale sono state scattate le foto di Sevillano che giaceva in una bara aperta che la gente ha riempito di armi affinché il boss potesse essere «armato fino ai denti nell’aldilà e potesse difendersi», racconta il giornale neoeboraceno.
La banda rivale responsabile della sua morte aveva seguito in anticipo i suoi movimenti. «Sembra che seguissero i suoi movimenti, Julián veniva sempre a lavare la macchina la mattina, i suoi nemici ne approfittavano», ha detto al giornale un residente della zona.
L’omicidio potrebbe essere stato quello di “regolare i conti” per precedenti crimini commessi da Sevillano. A quanto pare le rivalità dei cartelli si estendono all’aldilà.
Vi è da notare come il dotare di armi, beni e perfino di servi il defunto sia un’usanza antropologicamente presente in varie epoche e in luoghi distanti del mondo: ciò avveniva con i faraoni egizi – al cui rito funebre si praticava il sacrificio umano dei servitori, destinati così a continuare a servirlo nell’al di là – così come con gli imperatori cinesi: è questa l’origine del cosiddetto «esercito di terracotta» di Xi’an, miriade di effigi di soldati che dovevano servire oltre la dimensione mortale l’Imperatore Qin, il primo imperatore cinese costruttore della Grande Muraglia.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine da Twitter