Armi biologiche

Bergoglio: la Madonna ci salvi dal disastro della guerra atomica. Poi via con i cliché

Pubblicato

il

Papa Bergoglio ha parlato di guerra atomica durante un incontro di sabato 10 settembre con la Pontificia Accademia delle Scienze, riunita per una plenaria dedicata con tematica «Scienza di base per lo sviluppo umano, la pace e la salute planetaria».

 

Degno di nota il fatto che il papa finalmente parli di rischio di strage planetaria termonucleare, oggi più vicina che mai.

 

«San Giovanni Paolo II  ringraziò Dio perché, per intercessione di Maria, il mondo era stato preservato dalla guerra atomica. Purtroppo dobbiamo continuare a pregare per questo pericolo, che già da tempo avrebbe dovuto essere scongiurato» ha detto Bergoglio agli scienziati convenuti nel Sacro Palazzo.

 

«Ho detto che era una terza guerra mondiale “a pezzi”. Oggi forse possiamo dire “totale”, e i rischi per le persone e per il pianeta sono sempre maggiori».

 

«Dopo le due tragiche guerre mondiali  sembrava che il mondo avesse imparato a incamminarsi progressivamente verso il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e delle varie forme di cooperazione. Ma purtroppo la storia mostra segni di regressione. Non solo si intensificano conflitti anacronistici, ma riemergono nazionalismi chiusi, esasperati e aggressivi, e anche nuove guerre di dominio, che colpiscono civili, anziani, bambini e malati, e provocano distruzione ovunque».

 

Non è chiarissimo a chi si riferisca qui Bergoglio, visto che la guerra russa, a differenza di quella americana, sembra piuttosto parca di vittime civili. Forse si tratta solo di un riflesso pavloviano papale: quando si parla di guerra, bisogna metterci dentro vecchi e bambini e malati, malati che per esempio stanno venendo incanalati verso il suicidio di Stato (detta orwellianamente «Assistenza Medica alla Morte») lontano dalla guerra, in Canada, dove però il pontefice è andato a chiedere scusa (per una bufala) e a partecipare a riti di negromanzia pagana.

 

«È necessario mobilitare tutte le conoscenze basate sulla scienza e sull’esperienza – ha continuato l’argentino – per superare la miseria, la povertà, le nuove schiavitù, e per evitare le guerre».

 

È strano perché l’ultimo biennio che ci ha portato miseria e schiavitù è stato proprio dominato dalla scienza, con gli scienziati ad aver attinto il potere di mettere ai domiciliari centinaia di milioni di persone, e ancora gli scienziati a stabilire che se non diventi schiavo del sistema e dell’mRNA non puoi lavorare o fare alcunché.

 

«Rifiutando alcune ricerche, inevitabilmente destinate, in circostanze storiche concrete, a fini di morte, gli scienziati di tutto il mondo possono unirsi in una comune disponibilità a disarmare la scienza e formare una forza per la pace»: ancora, il papa sta finalmente parlando per esempio di una moratoria necessaria alle ricerche Gain of Function? Sta parlandoci di Wuhan e delle bioarmi? O dei laboratori ucraini, accusati di essere un’operazione militare? O di quelli, illegali, in altre parti del mondo?

 

Difficile.

 

«Nel nome di Dio, che ha creato tutti gli esseri umani per un comune destino di felicità  siamo chiamati oggi a testimoniare la nostra essenza fraterna di libertà, giustizia, dialogo, incontro reciproco, amore e pace, evitando di alimentare odio, risentimento, divisione, violenza e guerra» ha detto Bergoglio, tornando sempre più comodamente nei cliché, cioè la sua comfort zone.

 

Poi, infine, ecco che il cliché diviene segno incontrovertibile dell’agenda mondialista.

 

«Nel nome del Dio che ci ha donato il pianeta per salvaguardarlo e svilupparlo, oggi siamo chiamati alla conversione ecologica per salvare la casa comune e la nostra vita insieme a quella delle generazioni future, invece di aumentare le disuguaglianze, lo sfruttamento e la distruzione».

 

Insomma: attenti all’olocausto termonucleare, ma anche alla differenziata.

 

Convertitevi, dice il papa, ma nel senso: convertitevi ecologicamente. La conversione ecologica come la transizione energetica: parole prive di senso, sconosciute fino a poco fa, ma che ora danno pure il nome ad encicliche e ministeri della Repubblica.

 

E quando parla di generazioni future, aveva lì a guardarlo Monsignor Paglia, quello che di recente ha difeso la legge 194 come «pilastro della nostra vita sociale», cioè quella che le generazioni future le uccide?

 

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version