Persecuzioni
Assalto e stupri ad Hampi: lo sdegno dei cristiani indiani
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
In un crimine compiuto in un noto sito turistico è morto il giovane figlio di un vescovo protestante della Church of Noth India e due donne sono state violentate. Il vescovo cattolico di Bellary mons. D’Souza: «Facciamo nascere una cultura della sicurezza e della protezione per tutte le donne».
Un orrendo crimine avvenuto ai danni di un gruppo di turisti ad Hampi, nello Stato indiano del Karnataka, ha profondamente scosso la comunità locale e in modo particolare la comunità cristiana. Il 6 marzo, tre giovani avrebbero aggredito un gruppo di cinque persone, spingendo tre uomini in un canale e stuprando le due donne, una turista israeliana e la proprietaria di una casa vacanze indiana. Uno dei tre uomini è morto annegato: si tratta di NInas Nayak, un giovane dell’Orissa, figlio del vescovo figlio del vescovo Bijay Nayak della Church of North India.
L’episodio ha suscitato scalpore anche per il luogo dov’è avvenuto: il sito di Hampi è riconosciuto dall’UNESCO tra i patrimoni dell’umanità ed è visitato ogni anno da decine di migliaia di turisti. La donna indiana stava accompagnando due turisti stranieri e due indiani a osservare le stelle nei pressi del canale Tungabhadra. Tre uomini si sono avvicinati al gruppo con una scusa per poi derubarli. Ne è seguito uno scontro verbale tra uno dei turisti e gli aggressori, che ha portato a una violenta escalation. In un impeto di rabbia, gli aggressori hanno spinto i turisti nel canale e infierito sulle donne.
Il ministro degli Interni del Karnataka G Parameshwara ha assicurato che le misure di sicurezza nelle principali destinazioni turistiche, tra cui Hampi, saranno notevolmente rafforzate mentre i tre responsabili dell’attacco sono stati individuati e arrestati.
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La Church of North India ha espresso «profonda tristezza e profondo dolore» per la morte di Bibhas Nayak, «l’amato figlio» del suo moderatore e vescovo della diocesi di Agra. Il giovane Nayak viene ricordato come «un giovane umile e devoto, noto per la sua fede incrollabile in Cristo e il suo impegno verso la Chiesa. Ha toccato la vita di molti con il suo spirito gentile, la sua gentilezza e il suo cuore compassionevole».
Anche il vescovo della locale diocesi cattolica di Bellary, mons. Henry D’Souza, si è unito al cordoglio: «Sono davvero scioccato e profondamente deluso dal fatto che due donne siano state brutalmente violentate nelle ore in cui il mondo intero stava celebrando la Giornata internazionale della donna – ha commentato a AsiaNews – Dobbiamo far nascere una cultura della sicurezza e della protezione per tutte le donne in tutti i luoghi. La polizia, la magistratura e il pubblico devono agire rapidamente ed in modo esemplare per garantire che tali atti atroci non si ripetano».
«Piangiamo la tragica morte del giovane Bibhas Nayak ad Hampi» continua mons. D’ Souza. «Preghiamo che venga accolto in paradiso e che possa condividere la gloria del Signore Risorto. Le nostre più sentite condoglianze al vescovo Nayak e a tutti i suoi cari».
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Immagine di vishwanath Hawargi via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0