Eutanasia

Anoressia, un gruppo di dottori USA approvano il suicidio assistito per una paziente

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Il «Servizio di consulta etica» American Clinicians Academy on Medical Aid in Dying’s (ACAMAID) ha deciso che è etico assistere al suicidio di una persona con anoressia nervosa. Lo riporta Lifesitenews.

 

L’ACAMAID è un’organizzazione di medici che forniscono suicidio assistito.

 

Secondo il  caso clinico:

 

«Una paziente con anoressia nervosa ha chiesto aiuto per morire dal suo medico di cure palliative. Negli ultimi anni aveva partecipato a molteplici programmi di trattamento ospedaliero e ambulatoriale per i disturbi alimentari senza alcun recupero prolungato».

 

«Il suo medico per il disturbo alimentare, che ha partecipato alla chiamata di consultazione, ha ritenuto che, sebbene la paziente non avesse accettato o acconsentito al trattamento “gold standard” del ripristino del peso totale per valutare la funzione cerebrale, era malata terminale».

 

«Questo medico, così come lo psichiatra consulente, ritenevano che il paziente avesse capacità decisionali. La paziente è stata ricoverata in hospice e ha vissuto con la sua famiglia che ha sostenuto la sua richiesta di accedere agli aiuti in caso di morte».

 

La decisione è stata presa nonostante il servizio di consulenza ACAMAID abbia riconosciuto che «non c’è consenso nella letteratura sui disturbi alimentari riguardo al fatto che un paziente che ha una grave anoressia nervosa persistente sia malato “terminalmente” e “irreversibilmente” secondo la definizione nello statuto dello Stato».

 

Quindi, «se il medico curante del disturbo alimentare della paziente e lo psichiatra valutatore fossero d’accordo sul fatto che lei avesse una “malattia terminale” e conservasse la capacità decisionale, soddisferebbe i requisiti dello statuto dell’aiuto alla morte e nella sua giurisdizione».

 

Chi non crede alla teoria della slippery slope, il pendìo scivoloso per cui ogni concessione bioetica rotola a valanga verso la valle della morte, può ricredersi – se ne ha l’onestà intellettuale e umana.

 

Ci avevano detto che l’eutanasia era per i malati terminali di cancro, i tetraplegici, etc. Ora si stanno allargando alle malattie mentali – Renovatio 21 plurime volte vi ha informato del fenomeno – che può sfociare in quello che è il punto più alto del fondamentalismo eutanatico, cioè il «suicidio razionale», o suicidio per «vita completa» di certi anziani, senza scordare l’introduzione dell’eutanasia per COVID e l’eutanasia per stress da lockdown.

 

Avere un piccolo disturbo mentale – magari, una depressione momentanea – potrebbe diventare pericoloso: è pronta la scusa che il depresso è un costo insostenibile per la società e per il contribuente, un po’ come il non vaccinato.

 

Domanda: qualcuno ricorda chi eutanatizzava i malati di mente?

 

Il mondo è in un pendio scivoloso, dove la gravità è costituita dalla Necrocultura – l’opposto della Vita e della sua continuazione. Ogni problema medico, tramite la Cultura della Morte, diventa una possibilità del sistema di eliminare l’essere umano.

 

 

 

 

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