Geopolitica

Zelens’kyj parla di attentati alla diga che porta l’acqua alla Crimea

Pubblicato

il

Questa mattina la Russia ha condotto attacchi missilistici e droni nell’Ucraina centrale e occidentale, che hanno interrotto l’energia elettrica in diverse città e potrebbero aver smobilitato una significativa capacità ferroviaria.

 

Solo 36 ore prima, il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj aveva emesso una formulazione distinta nei suoi deliri contro la Russia, che portava la minaccia di un altro colpo occidentale alle infrastrutture critiche, questa volta, contro la diga del fiume Dnepr, da cui l’acqua viene convogliata in Crimea.

 

Il presidente ucraino aveva fatto queste dichiarazioni il 20 ottobre, tramite un collegamento video alla riunione del Consiglio europeo di quel giorno.

 

Zelenskyy ha affermato che la Russia potrebbe condurre un bombardamento sotto falsa bandiera della diga di Kakhovka e della centrale idroelettrica sul Dnepr e incolpare l’Ucraina.

 

L’esplosione inonderebbe quindi Kherson e danneggerebbe la funzione di raffreddamento a valle della centrale nucleare di Zaporozhye.

 

Zelens’kyj spiegato che l’Ucraina ha prove che la Russia potrebbe farlo. Quello che evidentemente non ha detto, ma è ben noto a tutti coloro che sanno qualcosa sulle infrastrutture della regione, è che un tale bombardamento chiuderebbe il serbatoio sorgente per incanalare l’acqua verso sud attraverso Kherson e attraverso la Crimea settentrionale, fino a Kerch.

 

Questo canale è il canale Severo-Krymsky, che fornisce l’approvvigionamento idrico della città, l’irrigazione e contribuisce anche a ricostituire i pozzi artesiani nella penisola di Crimea.

 

Il terribile impatto dell’eliminazione della diga e del bacino idrico di Kakhovka è stato discusso di recente su Solovyov Live TV dal direttore dell’amministrazione della Novaya Kakhovka, Vladimir Leontiev, il quale ha affermato che l’impatto della perdita dell’infrastruttura della diga sarebbe devastante e richiederebbe anni per ricostruirla.

 

Il quotidiano russo Pravda ha riferito il 20 ottobre che in precedenza, le forze russe avevano iniziato a scaricare l’acqua dal bacino ed evacuare alcuni residenti di Kherson oltre la riva sinistra del fiume Dnepr, per alleviare le minacce di un attacco ucraino sul fiume Dnipr, è stato anche riferito quello per il pericolo dell’attacco alla diga della centrale idroelettrica di Kakhovka.

 

«Kherson non soffrirà, ma le acque alluvionali potrebbero colpire le case private. Già allora l’AFU stava bombardando le chiuse della centrale idroelettrica. Le intenzioni del regime di Kiev non richiedono immaginazione, a prescindere dalle fantasie del suo comico-presidente» scrive EIRN.

 

In un video che sta circolando ampiamente in rete lo Zelens’kyj definisce Putin un vecchio che non mantiene la parola data. È per questo, dice, che egli non vuole negoziare con il presidente della Federazione Russa.

 

Noi invece, ingenuamente, credevamo che non volesse farlo perché glielo aveva imposto l’Occidente con quella famosa visita a sorpresa a Kiev di Boris Johnson, che peraltro sta per fare un suo grande comeback a Downing Street. Ricordate? Foreign Affairs, rivista che incarna la geopolitica ufficiale della permanent Washington – il Deep State USA – scrisse che un accordo ad aprile era stato negoziato e raggiunto, la pace era quindi imminente. E invece, dopo la visita del biondo inglese, tutto casca in pezzi…

 

Il lettore di Renovatio 21 sa che vi è anche un ulteriore motivo per cui Zelens’kyj non tratterà mai: perché i neonazisti che lo circondano, e secondo voci dall’Ucraina lo gestiscono e rifocillano, avevano detto chiaramente al momento della sua elezione nel 2019 che se avesse ceduto di qualche metro sarebbe stato impiccato ad un albero del Kreshatik, il principale viale di Kiev che porta su Piazza Maidan.

 

Dovrebbe essere più preoccupante per l’ascoltatore occidentale capire che, dicendo di non voler negoziare e partendo da una situazione di svantaggio militare assoluto, Zelen’skyj sta giocoforza richiamando la prospettiva di una Terza Guerra Mondiale per decapitare lo Stato russo, unica possibilità che il regime di Kiev e il suo presidente-comico hanno per rimanere in sella, sia pure tra le macerie atomiche di tutti i Paesi del mondo.

 

 

Più popolari

Exit mobile version