Spirito
Viganò cita San Pio X
Nel giorno della festa di San Pio X papa e confessore (3 settembre) monsignor Viganò ha riportato su X alcune parole tratte dall’enciclica Pascendi Dominici gregis, pubblicata l’8 settembre 1907.
«Per trarre in inganno gli animi [i Modernisti] usano una doppia tattica: prima si sbarazzano degli ostacoli, poi cercano con somma cura i mezzi che loro giovino, ed instancabili e pazientissimi li mettono in opera. Degli ostacoli, tre sono i principali che più sentono opposti ai loro piani: il metodo scolastico di ragionare, l’autorità dei Padri con la Tradizione, il Magistero ecclesiastico. Contro tutto questo la loro lotta è accanita».
3 Settembre
San Pio X, Papa e Confessore«Per trarre in inganno gli animi [i Modernisti] usano una doppia tattica : prima si sbarazzano degli ostacoli, poi cercano con somma cura i mezzi che loro giovino, ed instancabili e pazientissimi li mettono in opera. Degli ostacoli, tre… pic.twitter.com/5bkIo4EFsT
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) September 3, 2025
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«Si aggiunga di più, e ciò è acconcissimo a confonder le menti, il menar che essi fanno una vita operosissima, un’assidua e forte applicazione ad ogni fatta di studi, e, il più sovente, la fama di una condotta austera.»
L’enciclica, redatta sotto l’autorità di papa Pio X da monsignor Vincenzo Sardi di Rivisondoli, segretario dei Brevi ai Principi, con contributi iniziali di Joseph Lemius, procuratore generale degli Oblati di Maria Immacolata, e del cardinale cappuccino José de Calasanz Félix Santiago Vives y Tutó, condanna con fermezza il modernismo, come già fatto con il decreto Lamentabili sane exitu.
Tale movimento teologico ed ecclesiastico, rappresentato tra gli altri da Alfred Loisy, cerca di conciliare la filosofia moderna con la fede cattolica, basandosi su presupposti soggettivistici, in particolare di ispirazione kantiana.
L’enciclica identifica tre errori fondamentali della filosofia modernista: l’agnosticismo, secondo cui la ragione umana, secondo la dottrina di origine kantiana, è limitata ai fenomeni e non può accedere al divino, rendendo la scienza e la storia necessariamente atee; la cosiddetta «immanenza vitale», secondo cui la religione nascerebbe non da una rivelazione esterna, ma da un bisogno interiore dell’uomo, che genera un sentimento religioso identificato con la fede; l’evoluzionismo, secondo cui dogmi, Chiesa, culto, sacramenti e testi sacri si evolvono in base alle esigenze storiche e ai bisogni umani, considerando i dogmi non come verità assolute, ma come simboli inadeguati e mutevoli, utili al credente.
L’enciclica sottolinea che i modernisti, pur avendo spesso una vita austera e una vasta cultura, aderiscono a queste idee considerate errate. La dottrina modernista, secondo papa Pio X, è fermamente condannata poiché conduce alla rovina della Chiesa e della fede. Per papa Sarto, il modernismo non è semplicemente un’eresia, ma rappresenta la «sintesi di tutte le eresie» (omnium haereseon conlectum).
La Pascendi non condanna il cosiddetto metodo storico-critico in sé, che era allora agli inizi, ma ne critica un’interpretazione razionalistica e naturalistica, slegata dall’autorità del magistero della Chiesa. Tale approccio è ritenuto inaccettabile soprattutto quando sovverte le verità tradizionali del cattolicesimo, come la distinzione tra il «Gesù storico» e il «Cristo della fede».
Dopo lo stop imposto dalla lucida azione del santo papa veneto, il modernismo avrebbe ripreso fiato mezzo secolo dopo con il Concilio Vaticano II, danneggiando grandemente la Chiesa e portandoci nell’abisso umano dell’ora presente.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia; modificata