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Vaccino, volontario della Croce Rossa in India muore per arresto cardiaco 24 ore dopo l’iniezione

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Continuano in tutto il mondo le morti sospette in India a seguito della somministrazione dei vaccini anti-COVID-19.

 

Questa volta è toccato G. Vital Rao, un autista di ambulanze di quarantadue anni morto mercoledì scorso per un arresto cardiaco 24 ore dalla somministrazione del vaccino nella città di Nirmal, nello Stato dell’Andhra Pradesh in India.

 

Secondo le ricostruzioni G. Vital Rao era in salute e non soffriva di alcuna patologia.

Secondo la ricostruzione della grande testata indiana The Hindu, G. Vital Rao era in salute e non soffriva di alcuna patologia.

 

Ora il Direttore di Pubblica Sanità Dr. G. Srinivasa Rao ha riferito di aver ordinato l’invio di campioni del fluido corporeo e di alcuni organi del deceduto all’Istituto nazionale di Virologia. Sarà necessario attendere due settimane per avere una risposta sulle cause della morte.

 

La cosa positiva è che forse, almeno in India, qualcuno cerca di far luce per far emergere la verità. 

 

Il Paese definito come la «più grande democrazia al mondo» per il suo miliardo di cittadini non ha sempre obbedito supinamente ai diktat del mondialismo farmaceutico, forse perché possibile teatro di catastrofi sanitarie indotte davvero spaventose.

 

Il Paese definito come la «più grande democrazia al mondo» per il suo miliardo di cittadini non ha sempre obbedito supinamente ai diktat del mondialismo farmaceutico, forse perché possibile teatro di catastrofi sanitarie indotte davvero spaventose.

In dicembre si era avuto il caso di una signora di Chennai che aveva dichiarato ai media che il marito, cui sarebbe stato somministrato un dosaggio del vaccino sperimentale COVID-19, avrebbe sviluppato gravi sintomi neurologici che gli impediscono di completare semplici compiti domestici e lo hanno portato a perdere il lavoro. La famiglia era arrivata ad emettere un avviso legale contro l’azienda farmaceutica e gli enti coinvolti.

 

Ashutosh Sinha, leader del Partito Samajwadi (un partito socialdemocratico fortemente radicato nello Stato indiano dell’Uttar Pradesh) ha affermato che esiste la paura che il vaccino COVID-19 possa rendere le persone impotenti.

 

Il lockdown ha pesato moltissimo sui giovani indiani che, precursori dei loro coetanei occidentali, da mesi hanno cominciato ad uccidersi, talvolta perché non hanno uno smartphone con cui seguire le lezioni a distanza.

 

Tre anni fa era emerso come in India le campagne di vaccinazione con vaccino antipolio orale (OPV) hanno prodotto oltre 490.000 casi di paralisi nel periodo 2000-2017

Tre anni fa era emerso come in India le campagne di vaccinazione con vaccino antipolio orale (OPV) hanno prodotto oltre 490.000 casi di paralisi nel periodo 2000-2017.

 

Scrive Robert Kennedy jr. che «i medici indiani accusano la campagna Gates di aver causato una devastante  epidemia di paralisi flaccida acuta non polio (PFA-non polio) che ha paralizzato 490.000  bambini in più rispetto al tasso previsto tra il 2000 e il 2017».

 

I vaccini – e Bill Gates –  in India sono finiti sotto accusa anche per la controversia legata al papillomavirus umano (HPV)

 

«Nel 2014, la Gates Foundation ha finanziato test sui vaccini sperimentali per l’HPV, sviluppati da Glaxo Smith Kline (GSK) e Merck, su 23.000 ragazze nelle remote province indiane.» scrive Robert Kennedy jr

«Nel 2014, la Gates Foundation ha finanziato test sui vaccini sperimentali per l’HPV, sviluppati da Glaxo Smith Kline (GSK) e Merck, su 23.000 ragazze nelle remote province indiane.» scriveva Kennedy lo scorso aprile.

 

«Circa 1.200 hanno riportato gravi effetti collaterali, compresi disturbi autoimmuni e problemi di fertilità. Sette sono morte. Le indagini del governo indiano hanno accusato i ricercatori finanziati da Gates di diverse violazioni etiche: hanno costretto le vulnerabili ragazze del villaggio a sottoporsi ai test, maltrattato i genitori, falsificato i moduli di consenso e rifiutato le cure mediche alle ragazze danneggiate. Il caso è ora al vaglio della Corte suprema del paese».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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