Epidemie

Vaccini, studio israeliano: l’immunità naturale è 13 volte più efficace per fermare la Delta

Pubblicato

il

 

 

Un nuovo studio israeliano sostiene che l’infezione naturale al COVID offre uno scudo molto migliore contro la variante Delta rispetto a quella offerta dai vaccini.

 

Lo studio è stato descritto da Bloomberg come «la più grande analisi effettuata nel mondo reale che confronta l’immunità naturale – ottenuta da un’infezione precedente – alla protezione fornita da uno dei vaccini più potenti attualmente in uso».

 

Da quando si parla del «booster shot», cioè la terza dose, dubbi sull’efficacia dei vaccini stanno balenando persino nella stampa mainstream.

 

«Le persone vaccinate a gennaio e febbraio avevano dalle sei alle 13 volte più probabilità di essere infettati rispetto alle persone non vaccinate che erano state precedentemente infettate dal coronavirus»

Lo studio mette ulteriormente in questione l’efficacia dei vaccini, dato che la ricerca avrebbedimostrato che i vaccinati avevano alla fine 13 volte più probabilità di essere infettati rispetto a quelli che erano stati infettati in precedenza.

 

Significativo anche il fatto che i vaccinante avrebbero 27 volte più probabilità di essere sintomatici rispetto a coloro che hanno contratto il coronavirus e ne sono guariti.

«La nuova analisi si basa sul database di Maccabi Healthcare Services, che arruola circa 2,5 milioni di israeliani» scrive Science Magazine.

2021.08.24.21262415v1.full by Joseph Adinolfi Jr.

 

«Lo studio, condotto da Tal Patalon e Sivan Gazit presso KSM, il braccio di ricerca e innovazione del sistema, ha rilevato in due analisi che le persone vaccinate a gennaio e febbraio avevano, a giugno, luglio e la prima metà di agosto, dalle sei alle 13 volte più probabilità di essere infettati rispetto alle persone non vaccinate che erano state precedentemente infettate dal coronavirus».

 

«Confrontando più di 32.000 persone nel sistema sanitario, il rischio di sviluppare COVID-19 sintomatico era 27 volte più alto tra i vaccinati e il rischio di ricovero 8 volte più alto»

«In un’analisi, confrontando più di 32.000 persone nel sistema sanitario, il rischio di sviluppare COVID-19 sintomatico era 27 volte più alto tra i vaccinati e il rischio di ricovero 8 volte più alto».

 

I dati riportati lasciano pochi dubbi sul fatto che l’infezione naturale sia davvero l’opzione migliore per la protezione contro la variante Delta, nonostante il fatto che alcuni Paesi  non riconoscano il guarito dal COVID come dotato di anticorpi in grado di proteggere.

 

L’obbligo totale di vaccino, anche per i guariti, è in azione in Italia, dove non è tollerata la mancata iniezione anche per chi ha ancora il titolo anticorpale alto, con conseguente sospensione senza stipendio dal lavoro.

 

«Questa analisi ha dimostrato che l’immunità naturale offre una protezione più duratura e più forte contro le infezioni, le malattie sintomatiche e il ricovero in ospedale a causa della variante delta», scrivono i ricercatori.

 

Come primo Paese a ottenere una copertura ampiamente diffusa dal vaccino, Israele si trova ora in una situazione impensabile: il numero di casi giornalieri ha raggiunto nuovi livelli record poiché la variante delta penetra nella protezione dei vaccini come un coltello rovente nel burro.

 

«Questi ultimi dati mostrano che i vaccini non offrono nemmeno lontanamente la protezione del 90% + originariamente pubblicizzata dalla FDA dopo l’autorizzazione di emergenza. Altri studi stanno scoprendo che anche gli effetti collaterali dannosi causati dalle iniezioni di mRNA sono più diffusi di quanto si credesse in precedenza» scrive Zerohedge.

 

 

 

 

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version