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Vaccini e coercizione, il capro espiatorio dei non vaccinati

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense.

 

 

Invece di ammettere la sconfitta di fronte al fallimento del vaccino o al rifiuto di vaccinarsi, i media e i funzionari del governo stanno apertamente alimentando il fuoco dell’ostilità verso i non vaccinati.

 

 

 

Nella guerra globale alla sovranità nazionale e individuale – per la quale il COVID-19 ha rappresentato il casus belli illegale – due tattiche a lungo favorite dai tiranni sono state impiegate dai funzionari governativi e dai media mainstream con il massimo effetto, distraendo con successo molti cittadini dagli attacchi sempre più aggressivi ai loro diritti civili e umani e ai mezzi di sussistenza.

 

La prima tattica – la sofisticata mobilitazione di appelli alla paura – ha condotto molte persone a conformarsi incondizionatamente al duro autoritarismo sanitario.

 

La seconda – la promozione della messinscena del divide et impera – è stato determinante nell’aiutare a costruire il sostegno pubblico per la coercizione, compresi gli obblighi vaccinali.

 

Dopo una breve tregua estiva, la politica del terrore è ricominciata a pieno ritmo, con titoli che gridano su una «versione mutante altamente contagiosa del coronavirus» (soprannominata «variante Delta») e l’ennesimo apparente aumento dei «casi».

 

Qual è la ragione più ovvia della rinnovata isteria mediatica? La richiesta di vaccini anti-COVID è stagnante.

Qual è la ragione più ovvia della rinnovata isteria mediatica? La richiesta di vaccini anti-COVID è stagnante.

 

Familiare con la tendenza del propagandista a gonfiare i numeri chiave, il giornalista investigativo Jon Rappoport suggerisce che la percentuale della popolazione che rifiuta le iniezioni è probabilmente molto maggiore di quanto riferiscono i funzionari – e questo non «si adatta bene ai vaccinatori in carica».

 

Inoltre, coloro che rifiutano il siero sperimentale continuano a dichiarare che non cambieranno idea.

 

Il 30 luglio, il direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), la dott.ssa Rochelle Walensky, ha affermato che «la guerra è cambiata» dopo aver avvertito che «le persone vaccinate infette da Delta possono trasmettere il virus».

 

Il giornalista investigativo Jon Rappoport suggerisce che la percentuale della popolazione che rifiuta le iniezioni è probabilmente molto maggiore di quanto riferiscono i funzionari – e questo non «si adatta bene ai vaccinatori in carica

Due settimane prima, tuttavia, la Walensky aveva nel mirino una popolazione diversa, e descriveva il COVID-19 come la «pandemia dei non vaccinati».

 

Quel commento – e le recenti osservazioni di altre figure di alto livello come il Governatore dell’Alabama Kay Ivey – indicano che, invece di ammettere la sconfitta di fronte al fallimento del vaccino o al rifiuto di vaccinarsi, i funzionari intendono aumentare la loro pericolosa retorica del divide et impera.

 

Via i guantoni, ora stanno alimentando apertamente i fuochi dell’ostilità verso i non vaccinati.

 

 

Una narrazione illogica

A maggio, il CDC ha annunciato che stava limitando il monitoraggio dei «casi di positività post-vaccino» –  cioè test PCR positivi nei vaccinati – affermando che avrebbe conteggiato solo «infezioni [nei vaccinati] che si traducono in ospedalizzazione o morte», che l’agenzia ritiene siano relativamente pochi e isolati.

 

Allo stesso tempo, i media hanno iniziato ad ampliare gli articoli che incolpavano i non vaccinati della cosiddetta «variante Delta», fornendo un pretesto ai funzionari della sanità pubblica non solo per rinnovare le loro richieste di «vaccinazione diffusa e rigida aderenza alle misure di sanità pubblica», ma anche per «spostare gli obiettivi per i tassi di vaccinazione».

 

Gli operatori sanitari in prima linea hanno condiviso prove con Children’s Health Defense, confermando che la burocrazia è interessata solo a nuovi «casi» COVID nella misura in cui tali casi emergono tra i non vaccinati.

 

In Islanda, descritta  come un «paradiso dei vaccinatori», la nazione «stabilisce record giornalieri per nuove infezioni, soprattutto tra i vaccinati»

Tuttavia, la narrativa secondo cui la colpa è dei non vaccinati viene contraddetta dalle numerose storie sulla «variante Delta» che ora emergono da numerose località in tutto il mondo, mostrando che i completamente vaccinati costituiscono la maggior parte dei «casi» delta.

 

Le stime vanno dal 75% dei nuovi «casi» a Cape Cod e la vaccinatissima Singapore, a tassi compresi tra il 50% e il 90% in Israele.

 

In Islanda, descritta dal giornalista Alex Berensen come un «paradiso dei vaccinatori», la nazione «stabilisce record giornalieri per nuove infezioni, soprattutto tra i vaccinati».

 

 

Storie da copertina

I detrattori del vaccino COVID indicano questa esplosione di «casi di infezione» nei vaccinati come un segno che la narrativa fuorviante sull’efficacia del vaccino divulgata dai produttori si sta sgretolando.

 

Anche se questo può essere il caso, è importante tenere a mente che i media mainstream, altamente coordinati, raramente sbandierano una storia a meno che non serva a scopo di propaganda, e soprattutto nell’era COVID.

 

Ricordiamo inoltre che i «casi» sono determinati da test RT-PCR autorizzati per uso di emergenza che non sono mai stati destinati a scopi diagnostici.

 

Come i critici hanno affermato per mesi, il premio Nobel inventore dei test PCR, Kary Mullis, ha ripetutamente affermato che «la PCR è solo un processo che consente di ricavare molto da qualcosa».

 

I risultati, ha detto Mullis, rendono possibile «trovare quasi tutto in chiunque» ma non «dicono che sei malato».

 

Sebbene non sia chiaro il motivo per cui avrebbero cambiato idea, sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità sia, solo di recente, il CDC hanno ammesso che la RT-PCR non è affidabile per la diagnosi di SARS-CoV-2.

 

Oltre a fornire una motivazione per infiammare l’ostilità contro i non vaccinati, la storia della «variante delta» potrebbe servire ad altri scopi?

 

Ad esempio, anziché mettere in discussione i vaccini scadenti, i ricercatori stanno improvvisamente pubblicando analisi sul calo dell’ immunità e sul fallimento del vaccino – in prestigiose riviste come The Lancet – che impongono in modo fin troppo prevedibile iniezioni di richiamo e vaccini nuovi e migliorati come soluzioni.

L’allarmismo dei media sulla variante delta è servito anche a nascondere, e forse manipolare, il costante aumento di gravi lesioni e decessi da vaccino COVID

 

Riconoscere che i vaccini non sono mai stati necessari solleva inevitabilmente domande sul perché i governi di tutto il mondo siano così ansiosi di installare questi regolari aggiornamenti del sistema operativo nelle loro popolazioni.

 

Il dottor Anthony Fauci ha già iniziato a gettare gradualmente le basi negli Stati Uniti, affermando la probabilità che «a un certo punto potremmo aver bisogno di un richiamo», mentre Israele ha iniziato a somministrare richiami alla fascia di età che storicamente ha la risposta più scarsa alla vaccinazione – quelli con più di 60 anni.

 

Un attore di 65 anni che ha ricevuto due dosi del vaccino sperimentale Sinovac a febbraio e marzo e una dose del vaccino Pfizer a luglio è morto sei giorni dopo aver ricevuto la terza iniezione.

 

L’allarmismo dei media sulla variante delta è servito anche a nascondere, e forse manipolare, il costante aumento di gravi lesioni e decessi da vaccino COVID. A metà luglio, l’internista israeliano Rafael Zioni ha twittato i drammatici dati del Ministero della Salute che mostrano che gli individui completamente vaccinati costituiscono la maggioranza dei ricoveri COVID e delle malattie gravi.

 

A Sydney, in Australia, un post su Rumble ha evidenziato che 140 delle 141 persone ricoverate in ospedale con COVID erano completamente vaccinate, mentre l’altro aveva ricevuto una dos

A Sydney, in Australia, un post su Rumble ha evidenziato che 140 delle 141 persone ricoverate in ospedale con COVID erano completamente vaccinate, mentre l’altro aveva ricevuto una dose. Di quelli ricoverati, 43 erano in terapia intensiva, tra cui otto giovani di età inferiore ai 30 anni.

 

Sebbene i medici attribuiscano questi incidenti all’infezione da COVID, queste battute d’arresto sulla salute potrebbero benissimo essere considerate eventi avversi al vaccino non riconosciuti o non indicati come tali.

 

 

Morti per COVID e morti per vaccino

Come riportato da The Defender alla fine di luglio, le linee guida imposte dal CDC per la segnalazione dei decessi COVID rappresentano una deviazione eticamente discutibile dallo standard del settore precedentemente in vigore, con medici legali e altri incaricati di definire «decessi che coinvolgono COVID-19» come «morti con confermate o presunto COVID-19».

 

Senza queste regole di segnalazione distorte, si stima che il 90,2% in meno di decessi sarebbe stato attribuito al COVID. Esagerare il bilancio delle vittime è una manovra collaudata per vendere più vaccini: in passato, gli addetti ai lavori del CDC hanno consigliato di inquadrare una determinata stagione influenzale come più «mortale» per generare domanda di vaccini antinfluenzali.

 

Anche così, i numeri riportati dal CDC relativi al mese di luglio – diverse migliaia di decessi «che coinvolgono» il COVID-19 per quel mese – avrebbero dovuto essere una buona notizia, rappresentando il numero più basso di decessi mensili da febbraio 2020.

 

La cifra di luglio è stata anche 31 volte inferiore al picco di oltre 100.000 decessi «confermati o presunti» registrato nel gennaio 2021.

 

Il CDC ammette che tra i decessi cumulativi «che includono» il COVID dal 2020 (fino al 25 luglio 2021), il COVID-19 è stata l’unica causa di morte solo per il 5%. Per tutti gli altri decessi «che includono» il COVID, i certificati di morte citano in media quattro ulteriori condizioni o cause concomitanti.

 

Al contrario, la sicurezza delle vaccinazioni anti-COVID è stata dubbia fin dall’inizio. Dopo otto mesi, l’OpenVAERS Project (un gruppo indipendente che offre libero accesso ai dati sulle lesioni da vaccino registrate dal U.S. Vaccine Adverse Event Reporting System) ci ricorda che le iniezini sperimentali hanno causato almeno il quadruplo dei decessi rispetto agli attacchi terroristici dell’11 settembre – o 15 volte tanto se viene confermata la stima al ribasso dei conteggi delle morti per COVID del nostro informatore.

In modo scandaloso, il governo degli Stati Uniti ha appena acquistato ulteriori 200 milioni di dosi del vaccino Pfizer/BioNTech, aspettandosi che i contribuenti continuino a finanziare la propria distruzione

 

OpenVAERS definisce il lancio dei vaccini COVID senza licenza la «campagna vaccinale più disastrosa nella storia americana».

 

In modo scandaloso, il governo degli Stati Uniti ha appena acquistato ulteriori 200 milioni di dosi del vaccino Pfizer/BioNTech, aspettandosi che i contribuenti continuino a finanziare la propria distruzione.

 

Anziché cambiare rotta o esaminare le prove sulle lesioni accumulate, i funzionari trovano politicamente molto più opportuno fomentare l’animosità contro l’esercito di persone – i non vaccinati – che pongono le domande giuste.

 

Tuttavia, come ci ricorda Jon Rappoport, non è il momento di arrendersi: «Se abbastanza persone dicono NO al vaccino, è finita».

 

 

Il Team di Children’s Health Defense

 

 

Traduzione di Alessandra Boni

 

 

© 4 agosto 2021, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

 

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