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Vaccini, conflitti d’interesse tra farmaceutiche ed enti regolatori?

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I conflitti di interesse tra le grandi farmaceutiche americane e gli enti regolatori e  pubblici come la FDA e il CDC è stata discussa – ma mai risolta – in America. Ovviamente, parliamo di un dibattito sviluppatosi sui media minori, e mai mainstream.

 

Scriveva Children’s Health Defense (tradotta e pubblicata da Renovatio 21) ancora nel 2019: «Big Pharma ha strategicamente e sistematicamente neutralizzato le istituzioni di vigilanza come il CDC e la FDA, tramite un processo di contaminazione incrociata tra industria e governo. Questa porta girevole ha creato conflitti di interesse sempre più profondi e ha offuscato i confini tra i due».

 

«Per esempio, Julie Gerberding, ex direttrice del CDC (2002-2009), si è unita a Merck nel gennaio 2010 come presidente della divisione vaccini. Questa porta girevole sembra essere un fenomeno abituale».

 

«Big Pharma ha strategicamente e sistematicamente neutralizzato le istituzioni di vigilanza come il CDC e la FDA, tramite un processo di contaminazione incrociata tra industria e governo. Questa porta girevole ha creato conflitti di interesse sempre più profondi e ha offuscato i confini tra i due»

E per quanto riguarda i conflitti di interessi in Europa?

 

L’EMA «dal 2015 pubblica un rapporto annuale sulle misure messe in atto per garantirne l’indipendenza. Nelle ultime apprendiamo che, dei 4.010 esperti impiegati (…), 539 avevano uno o più legami di interesse diretti con l’industria farmaceutica, e 387 legami indiretti» scriveva lo scorso 2 gennaio il quotidiano francese Le Figaro riguardo l’EMA, l’Agenzia Europea per i Medicinali.

 

In realtà, esempi di conflitti di interesse in sede di burocrazia scientifico-sanitaria  europea se ne sono avuti di rilevanti negli ultimi anni. Pensiamo in particolar modo a H1N1, l’influenzavirus sottotipo A che si voleva responsabile di una pandemia a fine degli anni 2000.

 

H1N1, in realtà, non provocò alcuna catastrofe. Alla fine della stagione influenzale del 2009 si scoprì che i decessi dovuti all’H1N1 erano molto inferiori rispetto a quelli che scaturiscono dalla normale influenza stagionale. Il dottor Wolfgang Wodarg, un medico tedesco specializzato in pneumologia, era allora presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

 

«Dal 2015 pubblica un rapporto annuale sulle misure messe in atto per garantirne l’indipendenza. Nelle ultime apprendiamo che, dei 4.010 esperti impiegati (…), 539 avevano uno o più legami di interesse diretti con l’industria farmaceutica, e 387 legami indiretti»

Nel 2009 il dottor Wodarg, parlamentare presso il Bundestag dal 1994 al 2008 per l’SPD (il Partito Socialista Tedesco) chiese un’indagine su presunti conflitti di interesse che circondavano la risposta dell’UE alla pandemia di influenza suina.

 

Wodarg è tornato alla ribalta con il COVID-19 quando ha sostenuto che il cornavirus SARS-CoV-2 era solo uno dei tanti virus simili che di solito non vengono rilevati come parte di un normale periodo stagionale di infezioni respiratorie. Wodarg ha dichiarato che le attività in tutto il mondo per fermare la pandemia sarebbero effetti di una propaganda causata dalla percezione selettiva dei ricercatori.

 

Come riportato da Renovatio 21, con il dottor Yeadon, ex vicepresidente Pfizer, Wodarg a fine 2020 presentò  una domanda urgente all’Agenzia Europea dei Medicinali chiedendo la sospensione immediata di tutti gli studi sul vaccino SARS-CoV-2. I due medici erano particolarmente allarmati dai possibili effetti sulla fertilità del vaccino mRNA.

 

«Molti degli altri esperti scientifici dell’OMS che consigliarono alla dottoressa Margaret Chan [medico e funzionaria cinese, dal 2007 al 2017 direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, ndr] di dichiarare la pandemia ricevevano denaro direttamente o indirettamente da Big Pharma, tra cui GlaxoSmithKline, Novartis e altri importanti produttori di vaccini.   I giganti farmaceutici  nel processo hanno preso miliardi»

Tornando ai conflitti di interesse ai tempi della «pandemia H1N1», anche il Parlamento olandese scoprì che il professor Albert Osterhaus dell’Università Erasmus di Rotterdam, la persona al centro della pandemia 2009 mondiale di influenza suina H1N1, si era personalmente posizionato per profittare dei miliardi di euro dei vaccini presumibilmente mirati a H1N1 come consulente chiave dell’OMS sull’influenza.

 

«Molti degli altri esperti scientifici dell’OMS che consigliarono alla dottoressa Margaret Chan [medico e funzionaria cinese, dal 2007 al 2017 direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, ndr] di dichiarare la pandemia ricevevano denaro direttamente o indirettamente da Big Pharma, tra cui GlaxoSmithKline, Novartis e altri importanti produttori di vaccini.  La dichiarazione di pandemia di influenza suina dell’OMS era un falso. Il 2009-10 ha visto l’influenza più lieve al mondo da quando la medicina ha iniziato a seguirla. I giganti farmaceutici  nel processo hanno preso miliardi» scrive William Engdahl in un articolo pubblicato da Renovatio 21 intitolato «Vaccini e conflitti di interessi: possiamo fidarci dell’OMS?».

 

Dopo lo scandalo della pandemia del 2009, l’OMS ha smesso di usare la dichiarazione di pandemia in 6 fasi ed è passata ad una «Emergenza sanitaria pubblica di preoccupazione internazionale», una definizione  totalmente vaga e confusa, i cui effetti caotici si sono visti nel primo 2020.

 

E riguardo ai possibili conflitti di interesse italiani?

 

Vi sono stati episodi che hanno scatenato controversie. Ricordiamo, nel 2015, la polemica sulla cena di gala per il lancio di una rivista sanitaria di Federfarma (la Federazione nazionale titolari di Farmacie) dove parteciparono il Ministro della Salute e il presidente della Regione Lazio Zingaretti.

Ricordiamo, nel 2015, la polemica sulla cena di gala per il lancio di una rivista sanitaria di Federfarma dove parteciparono il Ministro della Salute Lorenzin e il presidente della Regione Lazio Zingaretti

 

«Accade in Italia – scrisse il Movimento dei liberi farmacisti – che un’associazione sindacale che rappresenta i titolari di farmacia organizzi una cena di gala, accade in Italia che un Ministro della Salute decida di andarci accompagnata dal Presidente della Regione Lazio Zingaretti. Accade in Italia che quel Ministro della Salute decida di fare un lungo intervento e, dimenticandosi del proprio ruolo istituzionale, prenda la parola per difendere gli interessi di chi lo ha invitato».

 

Lo Zingaretti, rammentiamo ulteriormente, prese come consulente in Regione Lazio l’ex Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi a poche ore dalle sue dimissioni dall’ISS. Ricciardi, che disse di essersi dimesso per le «posizioni antiscientifiche» del governo Conte I, a quei tempi era finito in inchieste giornalistiche su possibili conflitti di interesse (per esempio della trasmissione TV le Iene in collaborazione).

 

Gli strascichi del caso Ricciardi stanno continuando. Scrive Il Giorno che «lo scorso aprile, La V sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Codacons contro Walter Ricciardi: l’Autorità Anticorruzione dovrà infatti riaprire il dossier sulle possibili incompatibilità nell’attività del consulente del ministro della Salute Roberto Speranza».

 

 

 

Immagine di Ceescamel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0). Immagine modificata con filtro 

 

 

 

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