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Vaccini, cellule di aborto, autismo: parla la dottoressa Deisher

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Da un po’ di tempo a questa parte, Renovatio 21 ha stretto rapporti con la dottoressa Theresa Deisher, scienziata e ricercatrice americana, fondatrice della Sound Choice Pharmaceutical Institute (SCPI). Il lavoro della Deisher è, potremmo dire, unico al mondo. Il suo laboratorio e le sue ricerche trattano dei molti vaccini prodotti con linee cellulari di feto abortito.

 

Il lavoro del team della Deisher dimostra anche che, con buone probabilità, la crescita esponenziale dello spettro autistico nel mondo potrebbe essere legata alla presenza di DNA umano presente nei vaccini, iniettati nel corpo di miliardi di bambini.

Il lavoro del team della Deisher dimostra anche che, con buone probabilità, la crescita esponenziale dello spettro autistico nel mondo potrebbe essere legata alla presenza di DNA umano presente nei vaccini, iniettati nel corpo di miliardi di bambini.

 

La dottoressa Deisher ha fornito a Renovatio 21 diverso materiale informativo e scientifico prodotto dalla Sound Choice Pharmaceutical Institute, autorizzandone la pubblicazione. Oggi offriamo ai nostri lettori questo importante documento tradotto, in cui il team della Deisher spiega le importanti e sconcertanti scoperte scientifiche ottenute in questi anni a proposito di vaccini e linee cellulari di feti abortiti.

 

Gli scienziati alla Sound Choice Pharmaceutical Institute (SCPI), studiano i contaminanti delle linee cellulari fetali presenti nei vaccini ed i loro possibili rischi per la salute, dovuti al loro uso da parte dei produttori di vaccini.

 

Storia dell’introduzione delle linee cellulari fetali umane nella produzione dei vaccini

Alla fine del 1800, fattorie di vaccinai furono create per raccogliere il virus del vaiolo bovino dai vitelli segnando l’inizio della produzione industriale dei vaccini, e facendo così crescere i patogeni in animali vivi o usando cellule animali.

 

Nel gennaio del 1979 la FDA (Food and Drug Amministration) approvò i vaccini contro la rosolia (Meruvax) e i vaccini parotite-rosolia-morbilo (MMRII) prodotti usando linee cellulari fetali umane della linea WI-38 (Winstar Institute).

Negli USA, più di 10 vaccini vengono prodotti usando linee cellulari fetali umane e per i vaccini MMR-II, varicella ed epatite A non ci sono alternative disponibili

 

Nel Novembre del 1987 fu approvato dalla FDA un vaccino contro la polio prodotto utilizzando linee cellulari fetali umane.

 

Nel 1989 la seconda dose del vaccino trivalente prodotto con linee fetali fu raccomandato ai bambini di 12 mesi o più grandi. Una campagna di adesione al vaccino MMRII seguì, incrementando drasticamente le percentuali di copertura vaccinale

 

Nel 1995 fu approvato dalla FDA un vaccino contro la varicella (Varivax) prodotto usando le linee cellulari fetali umane WI38 e MRC-5 (Medical ResearchCouncil cell strain 5) .

 

Negli USA, più di 10 vaccini vengono prodotti usando linee cellulari fetali umane e per i vaccini MMR-II, varicella ed epatite A non ci sono alternative disponibili. I vaccini contro la varicella e l’epatite A sono prodotti utilizzando la linea cellulare fetale umana derivante da un normale feto maschile di circa 3 mesi, mentre il virus della rosolia nel vaccino MMR-II è prodotto con la linea cellulare WI-38 che fu ottenuta da un normale feto femminile di 3 mesi.

I vaccini contro la varicella e l’epatite A sono prodotti utilizzando la linea cellulare fetale umana derivante da un normale feto maschile di circa 3 mesi, mentre il virus della rosolia nel vaccino MMR-II è prodotto con la linea cellulare WI-38 che fu ottenuta da un normale feto femminile di 3 mesi

 

Perché ci sono contaminanti nei vaccini? Possiamo produrre vaccini senza contaminanti?

L’ingrediente attivo di un vaccino è il virus che suscita una risposta immunitaria nel destinatario, così da conferirgli alla fine l’immunità nel caso lui/lei venisse esposto naturalmente al virus. Quindi, il vaccino è una fiala che contiene un virus o una parte, un buffer [«mediatore», ndr] liquido, e contaminanti derivanti dalle linee cellulari che furono usate per produrre il virus. Alcuni vaccini contengono conservanti ed adiuvanti, come il thimerosal, sali o alluminio. Gli scienziati creano virus con linee cellulari perché i virus sono troppo grandi per essere fatti economicamente in provetta.

 

Per questo i produttori si avvantaggiano sfruttando il modo naturale con cui i virus replicano, infettando con il virus cellule o linee cellulari e poi raccogliendo il virus dopo che si è replicato centinaia di migliaia o milioni di volte. Attualmente sia le linee cellulari fetali umane che animali vengono impiegate dai produttori di vaccini. Quando si raccolgono i virus, componenti delle linee cellulari sono trasportate nel prodotto finale e non possono essere eliminate.

La dottoressa Theresa Deisher

 

Per esempio, leggendo il Summary BASIS APROVAL della Merck si trova, all’ Appendice F, pagina 3, per il vaccino contro la varicella, più di 2 microgrammi di DNA Fetale umano a doppio filamento in ogni vaccino, ossia circa il doppio dell’ingrediente attivo del vaccino.

 

L’unico vaccino monovalente contro la varicella precedentemente disponibile negli USA era prodotto usando linee cellulari diploidi umane WI-38 contaminato con più di 150 ng di DNA cellulare per dose (il che equivale all’ammontare di DNA di 22 000 cellule).

 

Poiché sappiamo che i contaminanti sono trasportati al prodotto finale quanti contaminanti sono accettabili per la sicurezza?

Gli scienziati creano virus con linee cellulari perché i virus sono troppo grandi per essere fatti economicamente in provetta.

Sia l’OMS che la FDA hanno linee guida e soglie pubblicate per i livelli di contaminanti «tollerabili». In ogni caso, studi sulla sicurezza dei contaminanti da linee cellulari fetali umane sono gravemente inadeguati, se non assenti. Nelle prime riunioni di orientamento, le agenzie di regolamentazione e gli esperti argomentarono per un limite raccomandato a 10 pg (picogrammi) di contaminante da DNA cellulare per dose, che fu poi rialzato a 100 pg nel 1986 e di nuovo a 10 ng, 1000 volte più alto delle raccomandazioni originali. A pagina 25 del documento della FDA, sul briefing del 19 Settembre 2012, vi è scritto:

 

«Il valore di 100 pg di DNA cellulare per dose vaccinale è rimasto lo standard raccomandato per un decennio. In ogni caso, la faccenda è stata rivista nel 1997 per diverse ragioni…Il risultato del meeting dell’ OMS nel 1997 fu che l’ammontare di residuo di DNA cellulare consentito in un vaccino prodotto con una linea cellulare continua e iniettato per via parenterale fu alzato da 100 pg a 10 ng per dose».

 

Vaccini contaminati da linee cellulari di feto abortito e disturbi autistici: quali correlazioni?

Nel Marzo del 2010, L’Agenzia per la Protezione Ambientale, pubblica un analisi sui tassi d’incidenza del disordine autistico, usando ciò che viene chiamata «analisi del bastone da hockey», identificando, dal 1988, un cambiamento negli USA e nel mondo per ciò che concerne i tassi dell’autismo. SCPI si interessò al potenziale collegamento tra vaccini e autismo poiché all’organizzazione fu chiesto di sviluppare vaccini alternativi per i genitori che si opponevano all’uso di cellule fetali umane nella preparazione dei vaccini. Nell’accettare la missione, la SCPI iniziò a studiare la letteratura sui vaccini.

 

SCPI condusse un’analisi indipendente sul cambiamento, indagando sulla prevalenza dello spettro autistico in relazione al primo anno di nascita. Ciò che l’organizzazione scoprì fu che una possibile esposizione universale o un trigger (traducibile come «innesco», «causa scatenante», ndr] ambientale introdotto aveva avuto ripercussioni sui bambini nati dopo il 1980, 1988 e 1996 con una confidenza del 95%. Come detto poc’anzi, il 1979 coincide con i cambiamenti nella produzione dei vaccini introducendo linee fetali umane e contaminanti retro-virali all’interno del MMR II.

Chi ha a che fare con la scienza dovrebbe sapere che frammenti di DNA fetale umano possono indurre reazioni auto immunitarie oltre che potenziare inserzioni e mutazioni genetiche

 

Chi ha a che fare con la scienza dovrebbe sapere che frammenti di DNA fetale umano possono indurre reazioni auto immunitarie oltre che potenziare inserzioni e mutazioni genetiche. Per identificare chiaramente un trigger ambientale per una malattia diversi criteri devono essere soddisfatti, fra cui:

 

  1. A) il trigger deve essere più basso o assente prima del punto di cambiamento (i vaccini prodotti con linee cellulari fetali umane hanno questa caratteristica);
  2. B) il trigger deve avere associazioni biologiche plausibili con la malattia (contaminanti cellulari fetali sono noti come possibili induttori di mutazioni e risposte autoimmuni);
  3. C) se il trigger è rimosso la malattia dovrebbe diminuire: c’è un test naturale per l’accertamento , causato da ciò che è conosciuto come «Paura di Wakefield».

 

LA SCPI esaminò 2 set di dati: la copertura con vaccino MMR e l’incidenza di autismo in Gran Bretagna, Svezia e Norvegia. Quello che il team scoprì fu che la copertura dell’MMR calò dopo la pubblicazione del Dr. Wakefield del 1998, ed iniziò a ri-aumentare dopo il 2001 fino a tornare ad una copertura del 90% nel 2004. Nello stesso periodo l’incidenza di autismo calò per i nati dopo il 1998 per tornare gradualmente a salire per i nati dopo il 2000.

Quello che il team scoprì fu che la copertura dell’MMR calò dopo la pubblicazione del Dr. Wakefield del 1998, ed iniziò a ri-aumentare dopo il 2001 fino a tornare ad una copertura del 90% nel 2004. Nello stesso periodo l’incidenza di autismo calò per i nati dopo il 1998 per tornare gradualmente a salire per i nati dopo il 2000

 

I contaminanti fetali di DNA nei vaccini hanno la potenzialità di causare mutagenesi da inserzione. Per ridurre i rischi che i contaminanti da DNA fetale umano causino mutagenesi da inserzione la FDA raccomandò di frammentare il DNA.

 

Nello stesso documento sulla riunione della FDA prima menzionata, a pagina 17 e 18 il rischio oncogeno e infettivo causato da DNA residuale nei vaccini è riconosciuto, e viene avanzata la raccomandazione di ridurre la dimensione del DNA per ridurre il rischio di contaminazione da DNA (tramite digestione di nucleasi). In termini semplici, fu raccomandato ai produttori di tagliare il DNA residuale nei vaccini ad una lunghezza di circa 250 nucleotidi (il più piccolo gene noto conta 800 nucleotidi). Le raccomandazioni sulla frammentazione del DNA erano basate sulla preoccupazione che un intero gene oncogeno potesse essere presente all’interno dei contaminanti fetali di DNA.

 

Quando furono fatte quelle raccomandazioni, non avevamo la disponibilità di informazioni sulla biologia molecolare di cui disponiamo oggi. Il campo della terapia genica ha dimostrato che frammenti di DNA di 500 nucleotidi o meno si inseriscono prontamente nel genoma del ricevente. Al fine di migliorare la sicurezza un più grande pericolo potrebbe essere stato introdotto. Interessante notare come molte pubblicazioni riportano di nuove mutazioni, non presenti nei genitori in più del 60% dei casi di autismo semplice.

 

I contaminanti di DNA fetale hanno la capacità di causare mutagenesi da inserzione.

Le raccomandazioni sulla frammentazione del DNA erano basate sulla preoccupazione che un intero gene oncogeno potesse essere presente all’interno dei contaminanti fetali di DNA

Gli scienziati hanno scoperto che i bambini con spettro autistico hanno anticorpi contro il DNA umano nel loro sangue, cosa che non avviene nei bambini non autistici. Questi anticorpi potrebbero aver a che fare con attacchi autoimmuni nei bambini autistici.

 

Alla Sound Choice sospettiamo anche che l’esposizione di un bambino a frammenti di DNA fetale umano estraneo possa generare una risposta immunitaria che può generare, a sua volta, reazione nel DNA del bambino, poiché il DNA esterno contaminante potrebbe avere sezioni che si sovrappongono a quello del DNA del bambino.

 

Gli scienziati hanno scoperto che i bambini con spettro autistico hanno anticorpi contro il DNA umano nel loro sangue, cosa che non avviene nei bambini non autistici. Questi anticorpi potrebbero aver a che fare con attacchi autoimmuni nei bambini autistici

Perché non sono mai stati fatti studi sulla sicurezza?

Il pericolo di frammenti retrovirali, così come di DNA fetale umano rimasto, rappresentano rischi non studiati per gli ingredienti dei vaccini, e pur tuttavia, la preponderante letteratura scientifica dimostra chiaramente l’alta probabilità di pericolo di autoimmunità e/o mutagenesi da inserzione derivanti da questi contaminanti.

 

Per quanto ne sappiamo, SCPI è l’unica organizzazione che sta attualmente conducendo studi clinici per fornire ulteriori prove cliniche di autoimmunità e mutagenesi da inserzione causate da DNA fetale umano all’interno dei vaccini. Il team si sta concentrando sulla quantificazione dell’integrazione genomica dei frammenti di DNA umano all’interno di cellule umane, per valutare la connessione temporale tra i vaccini prodotti con cellule fetali umane e l’aumento dell’autismo nel mondo.

 

 

 

 

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