Bizzarria
USA, fucili interamente prodotti con le stampanti 3D domestiche. Per 350 dollari in tutto
Le armi stampate in 3D – armi da fuoco funzionali che possono essere prodotte principalmente o interamente a casa con una stampante 3D – stanno diventando più sofisticate e più consistenti.
Si tratta di un argomento che interessa soprattutto gli Stati Uniti, dove la legge permette il possesso delle armi e la loro libera vendita – e, a questo punto, la libera produzione fai-da-te.
Una comunità di armi stampate in 3D prevede di svelare i progetti per un fucile d’assalto funzionale e aggiornato all’inizio di quest’anno
Le pistole stampate in 3D sono a lungo risultate piuttosto raffazzonate. Le prime pistole fatte in casa in USA si rompevano dopo aver sparato una volta, e servivano più come opposizione simbolica alla strombazzata regolamentazione delle armi da fuoco del governo USA che come una minaccia tangibile.
Tuttavia, negli ultimi anni la tecnologia è molto avanzata. Ora, una massiccia comunità di armi stampate in 3D prevede di svelare i progetti per un fucile d’assalto funzionale e aggiornato all’inizio di quest’anno.
Il gruppo, Deterrence Dispensed, ha una comunità online di migliaia di persone con cui condivide progetti di armi e istruzioni dettagliate su come costruirli, insieme a elenchi di stampanti e parti consigliate.
FGC-9 («fuck gun control 9 mm»): costa 100 dollari, la stampante consigliata 250: costo totale 350 dollari
A parte quelle fragili pistole, il gruppo ha anche progettato un fucile d’assalto funzionale chiamato FGC-9 – che è un acronimo per il nomignolo «fuck gun control 9 mm» («vaffanculo controllo delle armi 9 mm), il quale costerebbe solo circa 100 dollari, mentre la stampante consigliata ne costerebbe 250: costo totale a partire da circa 350 dollari.
La pistola, scrivono le testate statunitensi che hanno riportato la notizia, è totalmente legale. La sua canna è in metallo, il che significa che può essere individuata dai metal detector, che è l’unico tecnicismo che impedisce alla tecnologia di essere bandita a titolo definitivo, secondo la rivista Slate.