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Uomo rapina banca minacciando di infettare la filiale con il virus

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Secondo un comunicato stampa pieno di errori di battitura dall’ufficio dello sceriffo della contea di Clayton e pubblicato sulla sua pagina Facebook, un uomo, Victor Hardley Crawley, 51 anni, residente in Georgia, ha tentato di rapinare una banca dicendo ai cassieri di banca che li avrebbe infettati con il COVID-19.

 

«Il sospetto non ha mostrato un’arma, ma ha dichiarato di essere risultato positivo al COVID-19 e che se la banca non avesse rispettato le sue richieste, avrebbe iniziato  a contagiare tutti nella filiale», si legge nel comunicato.

«Il sospetto non ha mostrato un’arma, ma ha dichiarato di essere risultato positivo al COVID-19 e che se la banca non avesse rispettato le sue richieste, avrebbe iniziato  a contagiare tutti nella filiale

 

«Come i dipendenti hanno informato la polizia, il sospetto è fuggito a mani vuote».

 

Dopo che Crawley è fuggito dalla scena, la polizia lo ha identificato come sospetto e ha ottenuto un mandato per il suo arresto. Ora è detenuto in una prigione della zona, ha detto la polizia.

 

Il rapinatore era ovviamente mascherato, ma oggi è la norma, ed è considerato ora criminale, invece chi entra in banca senza maschera.

Il rapinatore era ovviamente mascherato, ma oggi è la norma, ed è considerato ora criminale, invece chi entra in banca senza maschera.

Se la storia fosse vera, sarebbe un esempio intrigante di un piccolo criminale che utilizza come arma il coronavirus, che ha già causato morte e caos economico su scala di massa.

 

L’episodio illustra anche sinteticamente la relazione tra stress economico e microcriminalità – Crawley ha detto alle forze dell’ordine locali che aveva bisogno di $ 2.000 «per recuperare il ritardo» dopo essere «caduto in difficoltà finanziarie».

 

Da decenni si narra, nel grande regno del crimine napoletano, della famosa «rapina con la zoccola», dove la zoccola è il termine partenopeo per il topo di fogna

Non  ci è noto se per i giudici americani il coronavirus può essere considerato un’arma. Ci sovviene invece un altro caso specifico.

 

Da decenni si narra, nel grande regno del crimine napoletano, della famosa «rapina con la zoccola», dove la zoccola è il termine partenopeo per il topo di fogna. Tale tecnica si basa sul lancio di topi vivi all’interno dell’abitacolo delle auto di donne guidatrici (spesso fumatrici: tengono il finestrino abbassato).

 

Le signore, terrorizzate dalla presenza del muride, fermano l’auto e fuggono a piedi.

 

A quel punto, chiunque raccatti la macchina può dire di aver trovato la vettura in stato di abbandono, e qualora gli si imputi ostinatamente la rapina, essa, nonostante il terrore provocato, non potrebbe considerarsi «armata», poiché il topo non è un’arma.

La domanda è un’altra: esiste già, a Napoli, una truffa a tema coronavirùs?

 

Storie che ciclicamente emergono, e la cui fondatezza ancora ci sfugge. Tuttavia la domanda è un’altra: esiste già, a Napoli, una truffa a tema coronavirùs?

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