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Una parrocchia americana proclama che «Dio è trans»

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L’arcidiocesi di New York sta indagando su una parrocchia cattolica di Manhattan che ha ospitato una mostra d’arte intitolata «God Is Trans: A Queer Spiritual Journey». La mostra, che «traccia la carta del viaggio spirituale queer» e afferma che «il diavolo non esiste», ha diviso i parrocchiani della chiesa di St. Paul Apostle, ha riferito il New York Post.

 

La parrocchia, gestita dai Padri Paulisti, gestisce un ministero chiamato «Out at St. Paul», che, secondo il sito web della parrocchia, è «il nostro ministero e il nostro impegno per gay, lesbiche, bisessuali, trans e queer».

 

Questo ministero ha un sito web e una pagina Facebook. «L’amore di Dio afferma i bambini transgender, protegge i bambini transgender, ascolta i bambini transgender, difende i bambini transgender, si rallegra dei bambini transgender», si legge nella descrizione di una delle foto in primo piano.

 

Una mostra blasfema

La mostra «God is Trans» di Adah Unachukwu «traccia la carta del viaggio spirituale queer in tre punti significativi: sacrificio, identità e comunione», secondo la descrizione delle «opere d’arte» in mostra. Tutto ciò che si sa dell’artista è che ha conseguito una laurea in design dei media presso la Fordham Jesuit University ed è omosessuale.

 

«Il dipinto Sacrifice e la sua complementarietà nel film evocano la necessità di liberarsi di una vecchia vita e di una vecchia personalità per potersi concentrare sul proprio bisogno spirituale. Non c’è nessun diavolo, solo persone del passato», si legge nella descrizione. L’arcidiocesi di New York sostiene di averne avuto notizia solo attraverso la stampa.

 

I cristiani progressisti, nel loro inarrestabile delirio, vogliono trasformare tutto secondo le loro idee mondane: trasformano anche Dio secondo tutto ciò che idolatrano, trans, queer, woke. La parrocchia omofila di New York è un ossimoro: non può esistere.

 

Un’inchiesta aperta dall’arcidiocesi

L’arcidiocesi di New York, guidata dal cardinale Timothy Dolan, ha aperto un’inchiesta sulla parrocchia di St. Paul Apostle guidata da padre Rick Walsh dell’Ordine dei sacerdoti missionari di San Paolo, fondato a New York nel 1858.

 

I parrocchiani si sono rivolti al vescovado dell’Ordinariato, inorriditi. «La Chiesa non dovrebbe promuovere queste cose», ha detto un parrocchiano in collera al New York Post. Altri sono indignati dal fatto che la lobby omosessuale voglia imporre le sue opinioni a tutti gli altri.

 

La parrocchia è considerata «liberale» nell’arcidiocesi. In passato ha già «accolto pubblicamente membri della comunità LGBTQ+». Questo è tutto il problema della «pastorale omosessuale»: si presenta come una pastorale degli omosessuali, il che è comprensibile, ma questa si rivela in molti casi un’avanzata camuffata della lobby omosessuale.

 

La promozione dell’omosessualità nella Chiesa, soprattutto con il pretesto dell’attività pastorale, è una sorta di eresia. Provocazioni sempre più radicali mirano a trasformare l’innaturale in normalità.

 

Senza accorgersene, le menti passano dalla carità che dovrebbe animarci verso tutti, al diritto dell’anormalità a presentarsi e a vivere come tale.

 

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

 

 

 

Immagine di Beyond My Ken via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International3.0 Unported2.5 Generic2.0 Generic1.0 Generic

 

 

 

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